CESENATICO e l'amore per Marco Pantani che non tramonta

| 04/08/2012 | 23:07
E’ stata una serata davvero magica, Cesenatico che per una sera si è rivestita di giallo per applaudire il suo Marco e per qualche momento, rivedere le immagini delle sue imprese sportive e voler credere che il Marco che stavano vedendo sui megaschermi non fosse lì perché realmente impegnato ad appiattire quelle montagne. E’ un bel sogno, uno di quelli che di tanto in tanto si ha bisogno e voglia di fare e che ieri sera ha riportato tutti in piazza Costa per ricordarlo e festeggiarlo come si faceva quando Marco Pantani tornava in rosa o in giallo dalle sue grandi avventure. E chi meglio di un suo amico poteva riuscirci meglio?
Eccolo dunque, Ivan Quaranta che ieri sera ha visto coronati tanti giorni di impegno e lavoro con un vero enorme successo. Al suo fianco ovviamente c’era la Fondazione Marco Pantani e il Comune di Cesenatico ma soprattutto c’erano i tanti amici del pirata, i tifosi, chi gli ha insegnato e chi gli ha dato filo da torcere. Sotto la conduzione di Adriano De Zan e la colonna sonora del noto Demo Morselli, dunque, dagli schermi si sono voluti far rivivere i momenti in cui Pantani è diventato il Marco di tutti, quando faceva abdicare zar Tonkov o piegare il tedesco Ullrich, quando si girava, guardava l’avversario e buttando la bandana gli facev a capire che per lui era finita, quando è riuscito a imporsi su Armstrong o semplicemente quando guardava la sua gente con quei suo grandi occhi neri profondi come il mare che lui amava tanto.
A raccontare Pantani, le sue doti e le sue vittorie, però oltre a Quaranta,c’erano anche Conti, Traversoni, Velo, Belli, Simoni, Moser ed il professionista Manuel Belletti che “pur abitando a una manciata di km da qui, il mio più grande rimpianto è quello di non averlo mai conosciuto”.
E ieri sera a mamma Tonina è arrivato anche un regalo speciale oltre al grande calore di Cesenatico: una maglia rosa. Dopo tanti anni di assenza, infatti, i genitori di Marco avevano deciso di essere presenti ad una tappa del giro e gli organizzatori gli aveva annunciato che la maglia rosa di quel giorno sarebbe stata loro. Quel giorno in rosa c’era Navardauskas, gregario poi del vincitore finale Hesjedal che saputo della cosa, ha voluto realmente donargli quella sua preziosissima maglia.
«Alla premiazione me ne hanno consegnata una mentre ve ne è un altra che si indossa in corsa – disse al giornalista Bartoletti – mi hanno detto che volevano donargli la mia maglia rosa e saperlo mi ha emozionato molto. Gliel’hanno consegnata ma la mia maglia rosa è quella che ho portato in corsa e voglio che a loro vada realmente quella».
Ecco dunque, ieri sera tramite Bartoletti, la consegna ufficiale di una maglia che con l’effige della Garmin, a fine Giro era veramente quella rosa. La serata è terminata con le parole del grande Alfredo Martini e con una toccante carrellata di immagini di Pantani, dalle prime pedalate alle grandi vittorie.
«Quelle di stasera sono testimonianze che commuovono – ha concluso Martini – non ci sono parole per descrivere il suo essere fuoriclasse ma anche il suo essere uomo, con una vita difficile, con il suo essere chiuso in se stesso. Avrebbe potuto fare ancora meglio di ciò che ha fatto. Ricordo il suo 3° posto al Mondiale in Colombia dietro a Olano e Indurain, quote a 3000 metri e pendenze di oltre 20%. La sera dopo la corsa, mi misi a parlare con Marco. Io e lui da soli. “Potevo riprenderli” mi disse “ma nel tratto più difficile, con la pioggia e l’asfalto bagnato mi slittava la ruota posteriore e non riuscivo a esprimere tutta la forza che avevo ancora”. Ed ecco il galantuomo. “Alfredo, lo dobbiamo sapere solo io e te” concluse “sennò sembra una scusa”. Pantani quando perse non trovò mai scuse».

Laura Guerra
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