TOUR. Wiggins: ho realizzato il mio sogno

| 21/07/2012 | 20:26
Bradley Wiggins ha vinto oggi, con una prestazione spaziale, la novantanovesima edizione del Tour de France.
Queste le sue parole nella tradizionale conferenza stampa riservata al padrone della Grande Boucle.

Chris Hoy ha definito ieri in tv la sua vittoria al Tour come “il più importante trionfo britannico nella Storia dello sport”. Che cosa significa per lei?
“E' grandioso. Non mi è mai importato molto di quello che dice la gente di me, ma è incredibile che Chris dica qualcosa del genere. E' il più grande complimento che potessi ricevere da una delle persone che stimo di più nel mondo dello sport. E' fantastico”.

Molti vincitori del Tour, come Armstrong e Contador, hanno vinto dopo avere superato un momento difficile. Lei racconta che nel 2004, dopo i giochi di Atene, era caduto in depressione. Pensa che sia necessario avere un periodo buio per riuscire a primeggiare?
“Penso piuttosto al Tour de France 2010, sono andato malissimo e ho deluso il Team Sky, che mi aveva preso dopo il quarto posto del 2009 per provare a vincere. Questo genere di cose ti fanno svoltare: mi sono guardato dentro, ho ripensato i metodi di allenamento, ho fatto il possibile perchè non capitasse di nuovo. L'anno scorso poi sono caduto, e dal divano di casa mia ho visto Evans vincere il Tour. Ho immaginato cosa stesse provando e, con tutte le mie forze, ho voluto vivere quel che stava vivendo lui”.

Quali sono in questo momento le sue emozioni?
“Negli ultimi 10 km chilometri ho pensato molto: a mio padre che mi ha lasciato da piccolo, a mia mia madre e a mio nonno, scomparso durante il Tour 2010, con i quali sono cresciuto, a mia moglie e ai miei bambini. Alle critiche che continuavo a sentire: “Wiggins non vincerà mai il Tour, è andato bene nel 2009 perchè era piatto. Se sei un ragazzino di Central London come me puoi sognare di vincere il Tour, ma è difficile immaginare davvero di farcela. E' stato un viaggio incredibile, iniziato ai campionati del mondo junior del 1998. Al mio fianco ci sono sempre stati Dave Braisford e Shane Sutton: mi hanno visto diventare uomo, sposarmi, avere figli, vincere mondiali e olimpiadi. E oggi vincere il Tour”.

Cos'è la felicità?
“Ciò che mi ha portato avanti in questo Tour è che si tratta solo di sport, anche se è difficile in queste tre settimane non perdere il senso della realtà. Per fortuna ho molte altre cose nella vita che mi danno molto di più dello sport. Oggi ho vinto il Tour e nel ciclismo non c'è niente di più grande. Vincere la Grande Boucle è la felicità nello sport, non nella vita”:

In Inghilterra il ciclismo sta facendo appassionare sempre più persone, cosa ne pensa?
“Per ora non l'ho avvertito, viviamo in una bolla e siamo concentrati su ciò che facciamo ogni giorno. Il ciclismo è uno sport che ispira, devi guardarlo e sperare che qualcuno vinca. Una delle cose che mi ha fatto andare avanti era immaginare le persone che avrei appassionato e sperare di poter essere fonte di ispirazione per qualcuno”.

Resterà nella Storia come il primo vincitore inglese della storia del Tour.
“E' pazzesco. Da quando sono nato ci saranno stati una quindicina di vincitori del Tour, e essere uno di loro mi riempie di orgoglio. Essere il primo britannico, superare gli eroi della mia adolescenza Millar e Simpson, è qualcosa di incredibile. Ma non credo che questa vittoria mi cambierà, non mi metterò a sfilare sui red carpets o fare spazzatura del genere. Ho solo realizzato quanto qualcosa che fai nello sport possa rendere felici tante persone. Ioo non cambierò, e so già che quando tornerò a casa mi toccherà fare le pulizie e andare a fare la spesa, tutto come prima”.

Di che cosa c'è bisogno per arrivare in alto?
“Di amore, rispetto e passione. In Inghilterra tutti crescono guardando la fa Cup e sperando di essere un giorno il capitano della squadra che alza la coppa. Io no, in camera avevo il poster di Indurain e non di Gascoigne, e da quando ho capito che cos'era il Tour per il ciclismo ho sognato di poterlo vincere”.

Nel passato dopo che due compagni si sono trovati a giocarsi al Tour è sempre scoppiata tensione nelle settimane seguenti. Succederà anche fra te e Froome?
“Tanti lo vorrebbero, ma non è assolutamente il caso. Anche oggi abbiamo pranzato assieme e non c'è alcun problema fra noi. La ragione per cui abbiamo agito in questo modo è perchè siamo una squadre e nelle squadre così ci si comporta”.

Cosa ha pensato tagliando la linea del traguardo?
“Che stavo realizzando quello per cui ho sempre lottato. Ho fatto tutto per il Tour, in bici e fuori dalla bici”.

Si dice che questo è un Tour noioso, cosa ne pensa?
“Che se si guardano gli highlights su you tube dei Tour del passato sembrano tutti appassionanti e sarà così anche per questo. Questo sport è molto romanzesco, e chi lo guarda si aspetta gli attacchi alla Pantani, ma il ciclismo è cambiato e certe azioni non sono più sostenibili. Grazie al grande lavoro dell'Uci il Tour è molto più umano e non è più realistico vedere scalare le montagne come si faceva ai tempi di Virenque. Anche a me piaceva guardarlo davanti alla tv, ma bisogna capire che non si va più forte come prima. La nostra filosofia è fare quello e solo quello che il nostro corpo ci permette di fare. I margini di miglioramento del ciclismo moderno sono la preparazione, la concentrazione e l'alimentazione”.

Prima di salutarci, ci dica qualcosa in francese monsieur Wiggins.
“In questo momento non ci penso nemmeno. Parlo un francese da pub, e le mie emozioni sono così forti non saprei neppure descriverle. Piuttosto, in inglese, ci tengo a dire grazie a tutti per queste tre settimane”:
Chapeau.

da Chartres, Francesco Cerruti
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COMMENTI
Dear Wiggo...
22 luglio 2012 00:12 Paolo53
Caro Bradley, non fare allusioni Sul povero marco, e su Virenque, Fatti un esame Di coscenza e Ti accorgerai Che non Sei del tutto sereno! Fino a 5 6 anni Fa Ti staccavi su un cavalcavia, chi va forte in salita come marco nasce per esser forte in salita! Medita prima di parlare!!

Paolo53
22 luglio 2012 10:08 Monti1970
Forse hai letto un altra intervista. Qui non parla ne di Virenque ne di Marco

Monti leggi bene
22 luglio 2012 11:57 Paolo53
Monti leggi bene le interviste, non solo i titoli!

Si ho letto
22 luglio 2012 15:32 Monti1970
Ma non mi sembra che ha parlato male di loro due, leggi bene anche tu. Non facciamo sempre polemiche,guardate il ciclismo con serenità che è un bellissimo sport. Onore e merito al vincitore e a tutti gli altri grandi campioni

dubbio
22 luglio 2012 23:06 lupin3
Seguendo il ragionamento di Wiggins, per cui ai tempi di Virenque e Pantani si andava forte in salita perchè erano altri tempi sul fronte della lotta antidoping, dato che la più alta VAM della storia del Tour è di Froome, vorrei saperne cosa ne pensa.

23 luglio 2012 17:00 Melampo
Quando Riis vinse nel 1996, a distanza di tempo abbiamo saputo come era andata. Auguriamoci, tra dieci o più anni, di non sapere che sia andata alla stesso modo anche con Wiggo ...

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