I VOTI DEL DIRETTORE. Hesjedal, il Re di un piccolo Giro

| 27/05/2012 | 18:42
di Pier Augusto Stagi

LA TAPPA. 5. In giro per Milano con il Giro. Nel cuore di una città che quest’oggi ha deciso di andare a piedi o in bicicletta (voto 8 per la scelta del percorso e l’iniziativa ecologica). Nel cuore della capitale morale ed economica del nostro Paese, della moda ma anche dei modi di interpretare lo sport e di accoglierlo. Bel percorso, peccato che fino all’ultimo non si sapeva di quanti chilometri fosse e quali e quante strade si dovessero percorrere, o meglio, non tutti ne erano al corrente. A farne le spese il povero Tyler Phinney, che a questa crono ci teneva in modo particolare, e in viale Papiniano è stato tratto in inganno da una motostaffetta che non conosceva il percorso. Anziché girare a destra è andata dritta, portandosi dietro Phinney che non l’ha presa benissimo e non le ha mandate a dire. Per un Giro che mira ad internazionalizzarsi, una figuraccia mondiale. Di poco cambia il nostro voto per l’intero Giro (voto 5,5), per colpa di chi l’ha disegnato, ma anche per colpa di chi l’ha corso senza cuore e senza fantasia. La tappa di Porto Sant’Elpidio, molto dura e selettiva, viene presa sottogamba da tutti, che poi accettano di farsi portare a spasso dalla Liquigas di Basso per tre settimane. Solo l’Alpe di Pampeago e lo Stelvio segnano questo Giro, condizionato dalla mediocrità.

Michele Scarponi. 5. Arriva a questo Giro con i favori del pronostico, al pari di Basso. La condizione non è quella di un anno fa e il suo Giro è più difensivo. Nonostante tutto, è tra i pochi che attaccano. Il podio è alla sua portata, gli sfugge per un niente: che peccato. Damiano Cunego (voto 6) viene al Giro per ricoprire il ruolo di seconda punta. Lui fa tutto quello che gli dicono di fare e alla fine si porta a casa anche un più che onorevole sesto posto. Nella sua carriera sfiora l’impresa all’Alpe d’Huez e ora anche allo Stelvio.

John GADRET. 5. Sottotono, dopo un Giro corso da protagonista un anno fa (una tappa e il terzo posto finale). Quest’anno mai davvero convincente e solo un undicesimo posto nella generale.

Roberto FERRARI. 7. È un voto che va bene a lui e a tutto il team, ad eccezione di José Rujano (voto 2). Vince una tappa il velocista bresciano e si fa vedere: anche troppo. A Horsens sbatte giù il campione del mondo, che avrebbe voluto volentieri sbatterlo fuori dal Giro a pedate. Resta in corsa e fa il suo, come tutta la truppa di Gianni Savio, sempre protagonista (vincono anche con Rubiano), dall’inizio alla fine.

Roman KREUZIGER. 4. Aveva la grande occasione: vincere il Giro d’Italia. Lo perde subito, appena il Giro diventa una cosa seria. Se la prende anche con il suo direttore sportivo Beppe Martinelli (voto 7), colpevole di non aver consolato il povero cocco, dopo una disfatta di tali dimensioni. Roman è cresciuto con le stimmate del campione, è come tale è da sempre pagato. Non è Tiralongo (alla fine voto 6), anche se Paolo ha tirato di più.

Marco PINOTTI. 6. Cade a Valsecca, davanti al municipio, e si capisce subito che anche questo Giro non butta per niente bene. Trova la sua giornata di grazia nella crono conclusiva di Milano, dove mette in mostra – a 51 orari – tutto il suo talento nelle prove contro il tempo. Arriva a Milano con forza e tenacia. È già partito per Londra.

Domenico POZZOVIVO. 6. Si vince la sua bella tappa (Lago Laceno), centra un posto nella top ten del Giro, ma da un corridore come lui, che ama le alte montagne, mi aspettavo qualcosa di più. E forse non solo io. Delude Modolo (voto 5), bravissimi Pirazzi e Gianluca Brambilla (7).

Ituralde NIEVE. 5. Non riesce a vincersi una tappa, non riesce a lasciare un’impronta del suo passaggio. Finisce la sua fatica nella top ten, ma è troppo poco. Gli “orange” si consolano con la vittoria del giovane Izaguirre (voto 7) a Falzes.

Matteo RABOTTINI. 8. Un Giro da protagonista, l’unico italiano a salire sul podio di Milano per ricevere la maglia «azzurra» di miglior scalatore del Giro. Si vince la tappa a Pian de Resinelli, poi va sempre forte. I ScintoBoys sono protagonisti dall’inizio alla fine, con Guardini (voto 7) che batte Cavendish, ma anche tutti gli altri fanno la loro parte. Solo Oscar Gatto è un po’ sottotono (voto 5).

Sandy CASAR. 5. Fa il numero a Sestri Levante, entrando in classifica. Poi la corsa si fa seria e lui esce.

Ryder HESJEDAL. 8. Prende la maglia rosa a Rocca di Cambio, e la veste per tre giorni: lì capisce che può vincere il Giro. Poi la riveste a Cervinia, quando scatta in faccia a Rodriguez e gli strappa 26”: lì anche gli altri capiscono che può vincere il Giro. Stupisce all’Alpe di Pampeago, dove porta via altri secondi preziosi a Rodriguez e a tutti gli altri. Resiste nel tappone dello Stelvio: è il più forte. Ora deve pensare se correre anche il Tour. Se decidi di andare in Francia, ti prego non per fare del turismo. Please.

Matthew GOSS. 6. Vince a Horsens, si porta a casa anche un paio di secondi posti alle spalle di Cavendish che valgono come vittorie. Si salva solo lui, perché a livello di squadra (Orica Greenedge) il voto è 2.

Joaquin RODRIGUEZ. 8. Fa tutto quello che umanamente è in grado di fare. Gli manca solo l’ultimo miracolo: la cronometro. Purtroppo in questo Giro gli abbuoni ci sono un po’ sì e un po’ no. Se ci fossero stati sempre, questo Giro l’avrebbe vinto lui per 4”. Onore al merito.

Ivan BASSO. 4. Pedala pedala pedala, sempre là sempre là sempre là nelle prime posizioni del gruppo. Con i suoi compagni di squadra, che si fanno un mazzo così, poi nelle due giornate clou non ha la forza tenere il passo dei migliori. Onore al merito ad un uomo che ama il proprio lavoro come pochi altri, ma che probabilmente da domani dovrà rivedere i suoi programmi. Caruso e Agnoli da applausi, Szmid non pervenuto.

Lars BAK. 6. Si porta a casa la tappa di Sestri Levante, mentre Francis De Greef ottiene un modesto 19° posto nella generale.

Bikkaz AMADOR. 7. Il primo costaricano a vincere una tappa al Giro d’Italia. Si porta a casa la cartolina ricordo di Cervinia. Noi ci teniamo quella della sua vittoria.

Dario CATALDO. 5. È venuto al Giro per fare il definitivo salto di qualità. Un piazzamento nella top ten, se non qualcosa di più. Non riesce nell’intento.

Jelte SLAGTER. 4. Il 22 enne della Rabobank (voto 2) fa un Giro senza pressioni e senza obblighi. Lo si nota poco.

Giacomo NIZZOLO. 6. Sei politico, perché corre da solo, in una squadra (voto 3) che questo Giro non aveva tanta voglia di correrlo.

Mark CAVENDISH. 8. Vince tre tappe, al contrario di molti suoi colleghi velocisti arriva a Milano. Perde per pochi punti la maglia rossa. La maglia bianca finisce invece a Uran Uran (voto 6). Il 25enne colombiano era qui solo per fare classifica, senza stress di sorta, senza dover portare borracce a nessuno. Ottiene un ottimo settimo posto, ma non ci spelliamo le mani. Ha fatto troppo poco, in condizioni ambientali ideali. Cosa avrebbero potuto fare i nostri Gianluca Brambilla, Diego Ulissi e Damiano Caruso, che hanno fatto avanti e indietro per ammiraglie e hanno tirato per i loro capitani come dannati?

Cesare BENEDETTI. 5. Al suo primo Giro d’Italia può fare poco se non esperienza. In un paio di occasioni getta il cuore oltre l’ostacolo, ma non gli va bene.  Il migliore dei suoi è Jan Barta (voto 4), giunto a Milano ad oltre 2 ore e mezza. Voto alla squadra 2.

Manuele BOARO. 5. Si fa vedere dove può farsi vedere, poi scompare, mentre la sua squadra in pratica non si fa quasi mai vedere (voto 3).

Thomas DE GENDT. 8. Finisce il suo Giro con il podio, un terzo posto che vale molto, anche se la sua impresa sullo Stelvio vale più di ogni cosa. Di questo ragazzo sentiremo parlare ancora. Sicuro.

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COMMENTI
Sono VOTI...
27 maggio 2012 20:04 Fra74
e per questo vanno accettati...!!! Ognuno li darebbe a modo SUO, in Italia siamo tutti competenti di TUTTO,siamo tutti CICLISTI, GIORNALISTI, DIRETTORI SPORTIVI, MANAGER, POLITICI!
Mi permetto solo di dissentire sul voto dato a MICHELE SCARPONI: è vero, è partito per vincere il Giro, alla fine è giunto quarto...ce ne avessimo di Italiani (vedi i vari Ulissi, Brambilla, Battaglin, Caruso, ai quali auguro di potersi giocare le loro possibilità nell'immediato futuro) di giungere per ben 2 volte QUARTO al GIRO di ITALIA ed una VOLTA PRIMO (vedi palmares di Michele Scarponi!)..
Francesco Conti.

27 maggio 2012 20:18 foxmulder
Premetto che tifavo Basso, ma, caro direttore, penso proprio non si possa dare un 5 a uno Scarponi che ha corso il Giro come lo ha corso avendo le gambe che aveva. Le gambe erano effettivamente da 5 ma a mio avviso ha corso almeno da 7. Complessivamente un sei ci stava tutto.

Perchè piccolo Giro???
27 maggio 2012 20:25 valentissimo
Q'accordo su tutto ma, questo non è stato un piccolo Giro, ne un Giro facile, rispetto allo scorso anno mancava solo Contador ma, averlo incerto fino all'ultimo giorno è la prova provata che si è trattato di un Giro affatto scontato.
Se nessuno dei nostri è riuscito ad andare sul podio, il merito va tutto agli avversari.
Per il futuro qualche tappa più impegnativa nelle prime due settimana male non ci starebbero!!!!

Avolte non vi capisco !!!...
27 maggio 2012 22:06 TIME
Ma come fate a dare un voto insufficiente a Scarponi e un 6 a Daminao Cunego.
Voi pensate veramente che se Cunego era in classifica lo faceva andare in fuga tanto facilmente !!. Per me (e non sono di parte) le uniche emozioni le ha regalate proprio Scarponi e sapete perchè Rodriguez lo ha saltato sugli ultimi metri, perchè Scarponi è troppo generoso e non può fare tutto da solo e con il Team Lampre che ci mette pure del suo.

time
28 maggio 2012 14:06 claudino
la realta che scarponi piu di cosi nn poteva fare e cunego nn e ne carne ne pesce !

piccolo giro perche?
28 maggio 2012 14:58 clodepistoia
perche piccolo giro ?,chi mastica da sempre ciclismo sa bene che le sorprese
ogni tanto ci sono ,e bene scoprire ogni tanto qualche campione esempio il
canadese ,del resto se questi fossero stati italiani ora parleremmo' di grande giro.
sapete che penso, contro il canadese avrebbe sudato molto anche nibali.
che dite.

Lampre
28 maggio 2012 19:42 bastonato
Premesso che secondo me Scarponi di più non ne aveva, però comunque Cunego l'avrei lasciato a casa (onesto Saronni a parlare di punteggi). Riguardo Nibali non so, forse sarebbe stato un altro giro, forse lo suonava a crono (o le prendeva), fatto sta che non c'era. Una riflessione farei: a me è sembrato un giro pulito (oppure veramente erano tutte mezze calzette) perchè più di 800- 1000 metri non riuscivano a tenere a tutta. Ricordate qualche anno fa?
Polemica: ma la net-app è partita?????? (scusate ma sono estimatore di Garzelli)
Buona serata a tutti

A bastonato
28 maggio 2012 22:21 mace
Certo che è partita la NetApp! Immagino che tutte le squadre siano partite! O pensavi che rimanessero a Milano!?! Forse ti senti bastonato perchè la NetApp non ha sfigurato tanto come pensavi!

I Voti del Direttore
3 giugno 2012 00:25 milu
Direttore : Hai visto al Giro de Italia 4 ciclisti colombiani?
Vi racconto che uno, ha vinto una tappa ( Miguel Rubiano), altro ha corso con una mano fratturata ( Jose Serpa ) ed i altri due, hanno finito la corsa rosa cosí :

RIGOBERTO URAN, Maglia Bianca e anche SETTIMO nella CLASIFICA GENERALE
SERGIO HENAO , nono de la CLASIFICA GENERALE nel suo primo Giro ed la sua prima stagione ed prima corsa de tre settimane.

Non li pare che almeno UN VOTO potrei consegnare a loro? al meno al Maglia Bianca? Pare che questa maglia ed la sua classifica sia cosí importante !!!!!

Pensavo che solo parlavi e votato per gli italiani ma ho visto che hai parlato ed votato per Hesjedal, Casar, Cavendish, Purito, etc, etc che non sono italiani !!!!

Alcuna raggione per " dimenticare" i nostri colombiani?

Hector Urrego

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