FIGURE E FIGURINE. Vegni vidi vici

| 27/05/2012 | 18:40
di Angelo Costa

Saluti e baci al Giro delle prime volte: prima volta di un canadese e di un lituano in rosa, prima volta di un costaricano che vince una tappa, prima volta di Giggetto Sgarbozza che non sbaglia un congiuntivo, prima volta di una miss che va in bianco al Giro. Prima volta anche di Mauro Vegni, l’architetto della corsa: è una statistica, non un’attenuante. Nella prima volta del dopo Zomegnan ha scelto la linea morbida: pochi trasferimenti, pochi tapponi, pochi risvegli mattutini all’alba, pochi scalini per salire in camera. Un Giro dal volto umano, nonostante la presenza di Uran Uran, un Giro che col tempo migliorerà. Sull’agenda del direttore tecnico rosa sono già previste le correzioni: pochi chilometri, poche curve e anche pochi rettilinei. In corso trattative per avere anche poco vento e poca pioggia.
L’era Vegni si caratterizza subito per il Giro soft. Non significa solo tagli: aumenteranno i rifornimenti in corsa, che in una tappa di cento chilometri saranno piazzati ogni dieci chilometri, e i giorni di riposo, che nell’arco di tre settimane saranno almeno nove, uno dei quali con escursione guidata su una montagna della zona e picnic in baita. Allo studio anche l’idea di permessi lavorativi e ferie. L’idea è disegnare un tracciato senza rischi e aperto a tutti i concorrenti: visto che ai geni della tv è piaciuto tanto l’equilibrio, perché i Merckx e i Contador storicamente tolgono interesse, il Giro dovrà esser studiato in modo che all’ultima tappa, una crono di trenta chilometri da ridurre a venticinque al mattino della gara e a venti dopo la partenza del primo corridore, si presentino almeno 188 corridori in grado di entrare nell’albo d’oro. Un Giro di taglia: extrasmall.
Sono idee: pian piano, verranno realizzate. Come la pausa pranzo, ma solo nelle tappe di salita: i materassi risparmiati per le curve assassine torneranno utili. O come gli abbuoni: non più a chi arriva davanti in pianura o in discesa, ma a sorteggio nei giorni dispari. Per non disturbare i corridori, la carovana pubblicitaria verrà fatta partire tre giorni prima della tappa: servirà ad evitare liti da condominio per la musica assordante. Novità anche per le sale stampa: saranno sempre collocate in bunker isolati a dieci metri sotto il livello del mare, ma ad almeno venti chilometri dall’arrivo. I primi test sono state effettuati in questo Giro vinto da Hesjedal, che ha sintetizzato il suo trionfo con una frase: Vegni, vidi, vici.

La frase del Giro. «Speriamo che questo Giro vada bene per Ivan, per Michele, per Domenico…». (Francesco Guidolin, tecnico dell’Udinese e ciclista praticante, prova a dimostrare che anche in bici si vince e si perde in undici)

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COMMENTI
Nostalgia?
27 maggio 2012 18:05 FightForPink
Sempre e solo critiche nei confronti di un neofita come Vegni. Non credete che debba maturare un po' di esperienza?

Avrete mica nostalgia di Angelo Zomegnan?
Eppure vi lamentavate anche del suo operato..

Il bello ed il brutto
27 maggio 2012 18:29 memeo68
I giri di Zome erano eccessivamente duri (tranne quello del centenario), questo primo di Vegni è stato monotono e livellato verso il basso, quindi per me brutto. Mi auguro che il prossimo sia BELLISSIMO per il bene di questo sport, non del Vegni o Aquarone di turno! Quanto a Guidolin lo considero uno che và in bicicletta e niente più perchè quando dichiara che come sale in bici diventa "arrogante" vuole dire che deve solo occuparsi dei suoi cocchi calciatori e lasciare il ciclismo a chi ama davvero questo meraviglioso sport

27 maggio 2012 21:18 foxmulder
Non è che Vegni sia proprio un novizio eh... Ha lavorato anni con Zomegnan.
Comunque il piú brutto Giro dell'era Zom (quello disegnato per Armstrong nel 2009) surclassa cento volte quello, scialbissimo, di quest'anno. Per me si puó proprio parlare di nostalgia, pur non condividendo alcuni eccessi in materia di trasferimenti e di verticalità della corsa.

per me...
28 maggio 2012 14:24 corridore
La corsa la fanno i corridori.
La colpa di questa monotonia è causata dai DS e Team che non hanno tattica e coraggio. Chi sta godendo di questo è l'UCI (loro vogliono un ciclismo eroico senza radiolinee e tattica).

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