Aspettando che arrivino i suoi giorni, Ivan Basso sorride. Ne ha tutte le ragioni: ogni tappa che passa è un pericolo in meno. Meno rischi corre, meglio arriva alle montagne: un Giro così per lui è l’ideale. Per questo, ai ritrovi di partenza e lungo le strade, il varesino è più gentile e disponibile di quanto non sia abitualmente: la sera scorsa è sceso dall’ammiraglia che lo riportava in albergo ed ha aiutato una vecchietta ad attraversare la strada. Va capito: non vuole che questo clima idilliaco che sta accompagnando il suo terzo assalto rosa venga rovinato. Gli viene naturale, non recita: se ne è reso conto un tifoso che nei giorni scorsi, sorpreso da tanta serenità, l’ha accarezzato più volte in viso. Pensava che il suo campione indossasse una maschera di gomma dal sorriso fisso: non riuscendo a togliergliela, alla fine si è convinto. A questo Basso fin qui è filato tutto liscio: da Herning in poi, gli è andata persino meglio di quanto immaginasse. Non ha perso troppo tempo nelle crono, non ha sofferto tanto sui traguardi da scattisti. Non ha nemmeno avuto il Beppe Conti di turno che dal palco Rai lo ha visto in difficoltà: certi privilegi vengono riservati soprattutto agli stranieri, come è successo in passato a Indurain o lo scorso anno a Contador. E dire che i suoi momenti neri anche Basso in due settimane li ha attraversati: sull’aereo che lo riportava a casa dalla Danimarca non gli hanno servito il pasto e ha rischiato la crisi di fame, al traguardo di Lago Laceno non si è aperta subito la porta del pullman ed è rimasto diciotto secondi al vento. Due giorni fa, ad Assisi, è rimasto isolato sulle scale, senza compagni intorno. Per questo manda il fido Scirea in avanscoperta negli alberghi: non vuol rischiare di trovare l’acqua fredda nella doccia o l’ascensore bloccato. E’ un Giro che gli sta di misura: ovviamente, Basso non fa niente per cambiarlo. Anzi, lo incoraggia quotidianamente: ogniqualvolta gli piazzano un microfono sotto il naso, ripete che ‘anche oggi è stata una tappa difficile, come tutte quelle che abbiamo corso finora’. Nel dubbio, lo ha ripetuto anche a Verona nel giorno di riposo. Solo con l’avvicinarsi delle salite ha cominciato a sbilanciarsi: ieri sera sul social network che ormai è diventato il canale ufficiale di chiunque, ha cinguettato che ‘dopo aver corso tante volte in Francia, venire al Giro per scoprirlo sempre più simile al Tour mi lascia senza fiato’. Così capisci perché Basso sorride. E magari, fra una settimana, se la ride.
La frase del giorno. «La mentalità del ‘è meglio stare zitti’ porta all’appiattimento, alla stagnazione, alla mancanza di idee». (Sergio Scariolo, allenatore di Milano nel basket, sembra riferirsi a chi ripete che è un Giro bellissimo ed emozionantissimo).
scoprire il giro simile la tour lo lascia senza fiato. non gli sarà venuto un attacco di asma?
io
Figure
18 maggio 2012 13:03extremo1
Desidero sapere se questo Giro è iniziato, a me sembra più che un Giro, sembra un "FERMO"..... io lo chiamerei" 95° FERMO D'ITALIA", non mi sta proprio entusiasmando, speriamo che nei prossimi giorni sia più avvincente, ad eccezione degli attaccanti di giornata, i corridori sembrano aver preso dei sonniferi insieme ai vari D.S.
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