ATTACCHI & CONTRATTACCHI. Bello, bellissimo ma sarà vero?
| 15/05/2012 | 19:03 di Cristiano Gatti
Ormai anche qui c’è una spaccatura netta. E’ l’Italia della seconda repubblica, tutto diviso al cinquanta e cinquanta. Il bipolarismo del Giro 2012 si fonda sull’estetica dello spettacolo. C’è il partito al governo - formato dalla potentissima coalizione Gazzetta, Rai, lecchini professionali – che ostenta euforia per la grandezza di questa edizione, fondata su un percorso geniale alla portata di tutti, sinceramente democratico, debitamente affrontato nell’equilibrio assoluto, ogni giorno protagonisti diversi, classifiche diverse, maglie diverse, senza certezze e senza dominatori, ancora tutti accatastati nell’arco di due minuti a metà gara. Il portavoce ufficiale della coalizione, Beppe Conti, s’incarica di diffondere dal palco Rai la secchiata quotidiana di superlativi – bellissimo, grandissimo, emozionantissimo -, perché il popolo sovrano capisca la portata dell’evento. E sempre viva tutti. Sull’altro versante, in ordine sparso, con poche idee ben confuse, il partito di minoranza. Ci milita gente allo sbando, che ricorda edizioni memorabili di questa corsa, nel segno di fuoriclasse assoluti, impegnati nelle tappe più dure. Tra le due forze in campo non c’è dialogo e non c’è possibilità di capirsi. Sono in gioco due idee opposte del Giro. Quella sublimata dall’incertezza guarda chiaramente verso gli addetti ai lavori, che certamente possono apprezzare la grandezza di una maglia rosa sulle spalle di Navardauskas o di una tappa nel nome di Ventoso. Quella invece che rimpiange la selezione netta e l’incoronazione di un campione vero, fosse pure dominio assoluto, guarda fuori dall’orto, convinta che per coinvolgere anche un pubblico più largo e meno specializzato servano grandi tappe e grandi campioni. Maggioranza e opposizione non comunicano. Si guardano in cagnesco. Tolleranza e senso del confronto molto all’italiana. Chi abbia davvero ragione nessuno lo sa. C’è però un dettaglio che rende tutto più complesso: non ci sono prove certe. Lo stesso partito di maggioranza, che tutti i giorni diffonde superlativi via tv, quest’anno è un po’ avaro di informazioni concrete. In altre occasioni, quando il pubblico premiava lo show con grandi ascolti televisivi, ad ogni tappa un solerte addetto portava le cifre in sala stampa. Quest’anno, nell’edizione “bellissima, grandissima, emozionantissima”, abbiamo già passato la metà del Giro e ancora nessuno s’è visto. Gli ascolti? Zero comunicati, per il momento. Dev’essersi inceppata la fotocopriatrice.
come al solito Cristiano Gatti fa un'analisi lucida e veritiera della "sostanza". Non per niente è un Grande del giornalismo, nel caso specifico, sportivo. Leggo sempre con attenzione i suoi articoli. Bene fa il Direttore Stagi a pubblicarli. Complimenti.
Detto questo, voglio dare tutto il mio sostegno a Cristiano Gatti, infatti ad oggi non abbiamo mai ricevuto informazioni sugli spettatori.
Altra cosa, pur con tutto il rispetto che meritano i ciclisti di questo giro, mi sembra però che ci sia un appiattimento prestazionale! Sono rimasto sorpreso dell'attacco, portato a buon fin, da Pozzovivo, e della conseguente (NON) risposta del gruppo! Suvvia, ragazzi, guardiamoci attorno, ma di che cosa stiamo parlando?
Vero...
15 maggio 2012 23:04cargoone
Che non sia un giro tanto seguito in tv può anche essere vero, ma non condivido sempre le aspettative di chi chiede numeri da circo alle gare ciclistiche.
A me pare che sia un giro molto avvincente per i campioni che vi partecipano, aperto vista la classifica corta, ma che presenta lacune sulla distribuzione delle fatiche, troppo concentrate nelle ultime giornate, quando anche le energie saranno al lumicino e le grandi tappe alpine vedrano un ennesimo controllo tra i campioni e rarissimi colpi da farci saltare dai divani...
Manca il campione con la C maiuscola, ma accontentiamoci di zero positività, buon agonismo e grande attesa...ma soprattutto delle bellezze che abbiamo in Italia,... non solo le miss intendo!!!
Cargo
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