FIGURE E FIGURINE. La fuga dei Kaizer

| 15/05/2012 | 18:32
di Angelo Costa


Pronti, via: va in fuga Keizer. Ormai è uno schema fisso di questo Giro, come il 4-3-3 della Juve o la domanda di Marzullo sui sogni che aiutano a vivere meglio: l’olandese conta fino al chilometro zero e scappa. Non sono mai fughe nate per Keizer: di solito, a partire per primo è un altro. Lui si aggrega: come dicono in squadra, è un tipo di compagnia. Lo dimostra strada facendo: non toglie mai un traguardo volante ai colleghi in fuga con lui, se necessario porge la borraccia. In un paio di occasioni, l’hanno visto fermarsi al bar ed offrire un caffè ai compagni d’avventura. Prima del traguardo, torna in gruppo, magari dando una mano ai colleghi più lenti: dopo aver sfilato un giorno intero davanti al gruppo, non vuole esagerare.
Funziona così dal primo giorno: il tempo di annunciare che il 217 e altri tre o quattro sono già all’attacco e anche gli addetti di radio corsa possono dedicarsi ad attività più divertenti, come fotografare paesaggi o pensare a divorare banane e cannelloni. ‘La solita fuga del Keizer’, commentano nelle altre ammiraglie, preoccupandosi per il dopo pranzo (della corsa, non di radio corsa), visto che l’olandese gigante è uno di quei fuggitivi legati alla corsa con l’elastico: tanto va avanti, altrettanto rimbalza indietro.
Da una spia interna alla squadra, si è saputo che Keizer, pur essendo generoso, non s’offre: le fughe se le guadagna partecipando alla lotteria di squadra che ogni sera in albergo designa chi deve andare all’attacco il giorno dopo. Ai dadi, con lo schiaffo dei soldato, a rubamazzo o facendo il juke box come ai tempi del militare, il risultato è lo stesso: vince sempre lui. Qualche sospetto gli sta venendo: l’ultimo ieri, quando dopo aver vinto a ‘solleva la carta più alta’ si è ritrovato in mano un mazzo di soli assi.
Così, alla vigilia della tappa più lunga, anche il Keizer delle fughe ha accusato un momento di debolezza: la prospettiva di farsi 255 chilometri come apripista, dialogando con le staffette che annunciano il passaggio dei corridori, lo ha portato a sfogarsi con la sua compagna. Alla quale ha scritto: ‘Sono strafelice di essere alla Vacansoleil, che mi ha portato alla scoperta di un bellissimo paese come l’Italia. Di soleil qui ce n’è parecchio, però qualcuno mi spieghi cosa s’intende per vacanza’.

La frase del giorno. «Mi ha detto Cassani che conveniva aspettare l’ultima salita» (Joaquin Rodriguez conferma che la Rai è davvero di tutto e di più).

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COMMENTI
15 maggio 2012 20:20 foxmulder
Complimenti (di nuovo: la mia sta diventando una piacevole abitudine) a Costa. Sicuramente la rubrica piú divertente del Giro!

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