NO ALL'AZZURRO. La Corte federale annulla il divieto!

| 02/05/2012 | 21:34
Cade il divieto alla partecipazione ai campionati italiani di ciclismo, di ogni specialita' e categoria, per gli atleti sanzionati per doping che hanno gia' scontato la loro squalifica. Lo ha deciso oggi la Corte federale della Federazione ciclistica italiana, annullando le delibere del presidente e del consiglio federale che, nel 2011, avevano introdotto la modifica al regolamento, stroncando di fatto le carriere degli atleti, anche se avevano gia' scontato la squalifica. La Corte ha seguito l'esempio del Tas e del Cio che avevano gia' abolito la Regola 45, la cosiddette 'Osaka Rule', da cui discendeva la norma della federazione italiana.
La Corte federale si e' espressa partendo dal ricorso presentato nel dicembre 2011 dalla ciclista Annalisa Cucinotta, della Blue Star Group srl di Udine, che nel 2009 era stata squalificata per due anni, dall'11 dicembre 2008, dal Tribunale Nazionale Antidoping. Scontata la squalifica aveva ricominciato a correre, ma nel maggio 2011 si era vista irrogare di fatto una nuova sanzione. Grazie al ricorso vinto dai suoi avvocati Filippo Mansutti e Alessandro Carchio - che ne hanno dato notizia - a un mese dall'inizio dei campionati e a poco piu' di due dalle olimpiadi, puo' ricominciare a gareggiare sperando di conquistare un posto in maglia azzurra per Londra. La decisione va a vantaggio anche degli altri atleti nelle stesse condizioni. (ANSA).

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COMMENTI
federciclismo...
2 maggio 2012 22:13 true
Tra le altre cose... Petacchi avrebbe potuto correre (e vincere?) il mondiale di Copenhagen!

Finalmente
2 maggio 2012 22:17 warrior
Finalmente una sentenza giusta! Di Rocco e C& dimettetevi!

@true
2 maggio 2012 22:53 limatore
correre.....

Decisione sacrosanta
2 maggio 2012 22:54 bodo
Finalmente un po' di buon senso.
Se a uno ritirano la patente x guida in stato d'ebbrezza non è che poi non può più guidare x sempre...
Chi ha pagato la giusta pena x i propri errori ha il diritto di svolgere il proprio lavoro fino in fondo e, se lo merita, anche in nazionale.
Di Rocco dovrebbe trarre le giuste conseguenze da questa decisione.... ma siamo in Italia.
Adesso adosso alla ipocrita norma UCI riguardante i punti conquistati dai corridori rientrati da squalifica.
Saluti
Vanes Terziari

IL ROVINA CICLISMO
2 maggio 2012 23:03 jaguar
Un presidente che per una poltrona è ai piedi dell'UCI e crea regole talmente sgangherate ed assurde che questo verdetto non poteva essere diverso.Il minimo sono le dimissioni a tutto vantaggio del ciclismo che questo presidente ha rovinato portandolo ai minimi storici.

Meglio tardi che MAI!
3 maggio 2012 07:54 magico47
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E' giusto così,anche un "detenuto" dopo aver scontato la sua condanna "torna uomo libero"...e i CORRIDORI per quanto mi riguarda non sono stati MAI detenuti.

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Loriano Gragnoli DCI
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E adesso dimissioni
3 maggio 2012 08:03 cesco381
Prioritriamente ad ogni altra cosa chiedo al Direttore Stagi di mantenere in prima fila questo importante articolo della Cucinotta affinché TUTTI possano vedere e siano a conoscenza delle ingiustizie subite a causa della cattiva gestione federale e della malevola posizione del presidente DiRocco. Ora tutti gli atleti che hanno subito questa violenza dovrebbe costituirsi civilmente nei confronti del presidente e chiedere i danni per le mancate partecipazioni a campionati italiani e campionati del mondo, quindi calcolare tutte le eventuali mancate entrate economiche. Il presidente DEVE pagare in soldoni la prepotenza che ha attuato nei confronti di lavoratori che hanno pagato il loro errore. E''giustizia, solo giustizia. E deve dimettersi perché una persona che non osserva la Costituzione, perché voleva dare un segnale, così il signor Petrucci che lo ha appoggiato, si devono dimettere. Non abbiamo bisogno di queste persone. Vergogna.

@ limatore
3 maggio 2012 08:22 true
non ho capito... dovevo scrivere pedalare invece di correre?

SIAMO IN ITALIA
3 maggio 2012 09:46 stargate
Siamo in Italia, e allora provo a scommettere (sperando di perdere) che nessuno degli atleti interessati alla vicenda in questione vestirà comunque la maglia azzurra... Questioni tecniche, naturalmente, si dirà... Ovviamente diverso il discorso per i campionati nazionali, visto che le società non penso subiscano le pressioni del sig. Di Rocco come, invece, tempo, i vari commissari tecnici... (Alberto Pionca - Cagliari)

SOLITA PAGLIACCIATA ITALIANA
3 maggio 2012 14:05 sergio1958
Prima lan messa poi la tolgono, fate proprio ridere povera F.C.I RIDICOLI RIDICOLI RIDICOLI

CUCINOTTA, CORTE FEDERALE, FEDERCICLISMO
5 maggio 2012 13:23 angelofrancini
Parto nell’affermare che ritenevo e ritengo assurda la delibera del Consiglio Federale della Federazione Italiana di vietare agli atleti squalificati per doping di vestire la maglia azzurra, una volta scontata la loro squalifica.
Personalmente sono del parere che se un atleta fa uso di doping, contravvenga ai principi fondamentali dello sport, e quindi debba essere radiato: ma la regola oggi NON è questa.
Ma leggo con stupore i commenti – alla notizia da voi pubblicata - che sono la dimostrazione dell’assoluta impreparazione di molti lettori ad affrontare nella loro complessità problemi cosi delicati. Ritengo però non si abbia il diritto di esprimere soddisfazione per una decisione che sul piano puramente normativo costituisce un’assoluta nefandezza.
La Corte Federale aveva il diritto di esprimere UNA sola interpretazione sulla regolarità della norma”giustamente” contestata dalla Cucinotta.
Tale unico diritto, la Corte, lo aveva però già usato con la pronuncia della decisione nr. 5 il 22/06/2011 sullo stesso argomento: allora affermando la regolarità della norma in questione. Cara Corte o le Vostre decisioni sono inappellabili e non riformabili per tutti come sovente avete ribadito, e come stabilito dallo Statuto, oppure le stesse sono la dimostrazione che siete assolutamente inattendibili e soggetti al volere di altri poteri. La Vostra prima decisione esclude per Voi la possibilità di emetterne una seconda: ma oggi lo avete fatto!
In tale vostra decisione inoltre vi è un riferimento che non corrisponde al vero: la decisione del Consiglio Federale è antecedente alla norma emanata dalla WADA e non seguente come da Voi scritto.
Ma la decisione odierna è assurda per altri semplicissimi motivi che avrebbero dovuto scandalizzare il Presidente Di Rocco e l’intero Consiglio Federale e provocare una loro ferma presa di posizione: non esiste alcun Organo, in ambito federale, che abbia il potere di annullare una delibera Presidenziale o una delibera del Consiglio federale, che ricordiamo nello svolgimento delle sue funzioni è un Consiglio di Amministrazione. La competenza della Corte è limitata all’emissione (ove fosse statutariamente consentita una revisione di una precedente decisione?) di una decisione interpretativa che obbliga il Consiglio federale ad emettere una nuova delibera di modifica e rettifica della precedente.
La decisione emessa dal Consiglio Federale, per l’intrinseca sua natura pubblicistica (derivante dal fatto che la maglia azzurra specialmente per le Olimpiadi è legata al CONI) non può essere da Voi annullata: ripeto PUO’ ESSERE MODIFICATA solo da una successiva delibera dello stesso Consiglio. Con tale atto la Corte ha fatto un ABUSO DI POTERE in quanto si è assunta un potere che non gli è riconosciuto da alcuna norma o legge: ma questo per voi è normale (basta leggersi le Vostre decisioni dal luglio 2011 in poi).
Tale decisione provoca, inoltre, un gravissimo precedente nell’ordinamento sportivo federale e, in generale, nazionale: poniamo che un Consiglio Federale deliberi di fissare lo stipendio di un qualsiasi tecnico o collaboratore federale, oppure deliberi una qualsiasi spesa. La Corte, sulla base dello stesso principio della decisione di oggi, può intervenire per annullare la delibera ritenendola immotivata? Solo pensarlo è comico: ma la Vostra decisione di oggi implica tale possibilità.
Ed allora cari Signori della Corte federale vi resta da fare quello che già vi ho consigliato in altra occasione: DIMETTEVI.
Al Presidente Di Rocco, però questo dovrebbe ricordare molte cose, come ebbi a dire in un’assemblea nazionale a Bologna (1992?) a Omini, quando egli era Segretario Generale: “chi semina vento, raccoglie tempesta”.
Caro Presidente ha fatto uso in modo sconsiderato della Giustizia sportiva ed oggi si ritrova ripagato con la stessa moneta: la Federazione non é una sua azienda, come la Romeo Cicli, la Federazione è di tutti noi ed a noi – inteso come Assemblea nazionale - prima o poi (comunque entro il 31 marzo 2013) dovrà rendere conto e dare valide spiegazioni, come lo stesso dovrà fare la Corte federale.
angelo francini

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