TECNICA. Parkpre innova con il sistema K-Light

| 12/04/2012 | 14:39
Una delle grandi novità del sito Parkpre è stata l’introduzione del sistema di configurazione dei telai che permette di personalizzare le misure e la colorazione della propria bicicletta.
«Il nostro obiettivo principale - dicono in casa Parkpre - è proprio far conoscere al pubblico la nostra realtà di Costruttori, che ci permette di realizzare internamente un prodotto di qualità elevata e di poterlo personalizzare al massimo. In quest’ottica abbiamo pensato a questo strumento, realizzato per il privato come per i nostri punti vendita che consente di vedere in tempo reale come sarà la nostra bicicletta. Il nostro reparto verniciatura è, di fatto uno dei nostri punti di forza, con personale formato e strumentazioni all’avanguardia. Questo ci ha permesso di studiare le nostre decorazioni in maniera da consentirne la massima personalizzazione. Il sistema, che verrà gradualmente installato su tutti i nostri modelli, al momento è disponibile sul nostro sito per la configurazione del K-Light, e della Mtb 29in. Non rimane che provare e realizzare la vostra Parkpre».
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COMMENTI
12 aprile 2012 15:02 trifase
Ma quando si fa pubblicita', non si deve mettere l'avviso "informazione pubblicitaria" ? E anche se non fosse (non lo so) mi sembra scorretto da parte vostra.

La vera innovazione? Sta nel "customer care"!
12 aprile 2012 18:01 Bartoli64
In tema di stile, personalizzazione ed estro non c’è nulla da fare…… i costruttori italiani di telai rimangono ancora i primi nel mondo (anche se non si sa ancora per quanto).

La vera innovazione, però, (e questa non è una critica rivolta alla Parkpre con cui non ho mai avuto il piacere di relazionarmi) i costruttori italiani la dovrebbero fare sul “customer care”, ovverossia sull’assistenza post-vendita al cliente che, per compare una bici o soltanto un telaio, fa spesso grandi sacrifici economici.

La situazione attuale, però, vede i marchi italiani concedere garanzie sui loro prodotti che sono esattamente quelle previste dall’Unione Europea, mentre gli altri marchi esteri arrivano persino ad offrire garanzie “a vita”.

Potrei raccontare più di qualche episodio di gente che si è ritrovata con il proprio telaio italiano (parlo di top di gamma) crepato pochi mesi dopo l’acquisto e con l’azienda che, dall’altra, parte fa orecchie da mercante e risponde con il più classico: “Strano non è mai successo. Sicuramente ci è caduto lei”!

Fuori dall’Italia, però, le risposte sono di tutt’altro tono e non si fanno difficoltà a sostituire prodotti difettosi, in barba ai nostri ineffabili manager del settore ciclistico con il conto in banca miliardario ma la mentalità da piccolo bottegaio di provincia attaccato al singolo centesimo.

Occhio Sigg. costruttori! Che con il “nome”, i colori sgargianti e le pubblicità ad effetto, non reggerete ancora al lungo il confronto con un mercato sempre più globalizzato, dove i clienti si affidano molto di più ai commenti postati in rete da altri clienti rispetto alle campagne pubblicitarie e alle sponsorizzazioni.

Bartoli64

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