DA TUTTOBICI. PRONTEZZA SPAGNOLA

| 25/03/2012 | 09:35
Questo mese devo fare doveroso esercizio di buona educazione e di diplomazia internazionale: è con vero piacere che dò il più sincero benvenuto, mio e del mio Paese, al ministro dello sport spagnolo, il signor Josè Wert. Per la verità lo aspettavamo da molto tempo, per la verità arriva in imperdonabile ritardo, ma almeno finalmente è qui, tra noi umani. La sua dichiarazione dopo la sentenza Contador lo dimostra inequivocabilmente: “Effettivamente, in Spagna abbiamo un problema con il doping”.

Però, la prontezza. Da anni nella sua stimata monarchia repubblicana, o repubblica monarchica, si registrano le porcherie più assurde e più spudorate. Da anni in al­tre nazioni europee la politica ha preso atto della grave piaga do­ping, correndo ai ripari nei modi più diversi, spesso sgangherati e approssimativi, ma comunque con polso fermo e senza reticenze. Cito, a beneficio del ministro spagnolo che evidentemente sta­va girato dall’altra parte, l’Italia, la Francia, la Germania. Così a caso.

Mentre tutto questo succedeva, la pregiata penisola iberica viveva la sua allegra epopea, al grido siamo i più forti, checcefrega del doping. Vincevano tutto, facevano bullismo nazionalista, ridevano in faccia a chi sommessamente chiedeva almeno una parità di trattamento tra competizioni e tra atleti dello stesso continente. Niente, la febbre da primato era più alta di qualunque dubbio e di qualunque pudore. E pazienza se il più grande scandalo farmacologico della storia si registrava proprio nel cuore della Spagna e della sua capitale, Madrid. E pazienza se il capo di questa emocricca era un medico ginecologo che operava alla luce del sole, ricevendo nel suo ambulatorio moltitudini di sportivi. E pazienza se i celebrati campionissimi del ciclismo ispanico uscivano sempre immacolati dai controlli in casa propria, salvo cadere come mosche non appena mettevano piede nelle corse straniere. Niente. A fronte di questo an­dazzo, la Spagna è andata avanti per anni garrula e leggera come se niente fosse. Il doping? E che è il doping? Non sappiamo di cosa parlate, non conosciamo, non ci riguarda.
Così fino allo storico febbraio 2012. Presi a badilate in faccia con la squalifica del loro asso Con­ta­dor, improvvisamente si svegliano. Non tutti, neanche a pen­sarci: il popolo fiero, guidato demagogicamente dalla stam­pa patriottarda e ultrà, inalbera ancora l’orgoglio ferito, avviando una crociata di piazza che trasforma il dopato in eroe e martire. Arrivano persino a rinfacciare la lunghezza del processo, i cialtroni, come se non sapessimo tutti che a tirarla così in lungo sono stati prima la loro federazione, fa­cendo finta di niente e lasciando a piede libero il corridore, quindi i pagatissimi avvocati dello stesso corridore, che han­no preteso una lista di consulenze, perizie, memorie da su­perprocesso al terrorismo.

Eppure, in mezzo a questa vergognosa gazzarra nazionalista, sopravvive evidentemente anche qualche caso di equilibrio mentale. Ba­di­lata dopo badilata, finalmente, pare che almeno il m­i­ni­stro dello sport, l’esimio si­gnor Josè Wert, si sia reso con­to che qualcosa non va. Che qualcosa stride. Che qualcosa va aggiustato.

Io non so dire dove questa timidissima ammissione, questa dolorosa presa di coscienza, questa improvvisa svolta, porteranno nel prossimo futuro. L’auspicio è che un giorno o l’altro anche la Spagna decida di tornare in Europa, adeguando le sue leggi e il suo sistema di controlli alla media continentale. Sinceramente, il ritardo da recuperare è enorme. Non so quanto ci vorrà, non so se davvero ne avranno la vo­glia, questi politici, davanti allo spettacolo indecente della rivolta di piazza pro-Contador. In ogni caso, conviene sperare. Un segnale c’è. Co­me diceva Mao, a piccoli passi si percorrono grandi distanze. Nell’attesa, rin­noviamo il cordiale saluto: mi­nistro, benarrivato. Nem­me­no l’aspettavamo più.

Cristiano Gatti, da tuttoBICI di marzo
Copyright © TBW
COMMENTI
Mao Mao
25 marzo 2012 11:54 trifase
Basta parlare male degli altri, guardatevi voi italiani per primi.

spagnaforever
25 marzo 2012 12:50 insella
Non è una novità che la Spagna ha dei controlli in materia di doping molto blandi,
ma una corretta informazione dovrebbe così proseguire:INFATTI I TEAM ITALIANI
PIU' IMPORTANTI GUARDA CASO ,MA PROPRIO PER CASO,VANNO A PREPARARE GLI
APPUNTAMENTI CLOU DELLA STAGIONE CON STAGE PROPRIO IN SPAGNA.......

Gatti ha ragione,però...
25 marzo 2012 14:44 pickett
Mi pare che anche i giornalisti specializzati abbiano impiegato un po' troppo tempo(una decina di anni!)per rendersi conto che i risultati degli spagnoli erano fasulli.Spero non impieghino altrettanto tempo a rendersi conto che i francesi stanno seguendo l'esempio dei loro vicini di casa iberici.e ne abbiamo conferma ogni giorno.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il tema del potere economico dei team e della sostenibilità del sistema ciclismo è sempre un tema molto dibattuto: ne ha scritto il direttore Stagi nel suo editoriale pubblicato su tuttoBICI di ottobre, e sulle pagine di tuttobiciweb avete potuto...


Al Giro d’Italia le sale-stampa – primi anni Duemila – erano scuole elementari e medie, municipi e misericordie, palazzetti dello sport evacuati dalle abituali attività e trasformati in accampamenti per giornalisti e bivacchi per fotografi, attrezzati con stampanti e fotocopie,...


I tre anni nell’incubatore della VF Bardiani hanno dato i loro frutti. Matteo Scalco ha ventun anni e un bel bagaglio di esperienza in corse di spessore, ora è il momento di spiccare il volo. Passato direttamente dagli juniores a...


Umido o asciutto? Eccoli qui, i due estremi che vi fanno tremare quando pianificate la vostra uscita quotidiana e non sapete come vestirvi. Castelli nel giro di poche settimane ha presentato due giacche che hanno tutto quello che serve per rivoluzionare il...


Dopo il notiziario di Paolo Broggi, non perdetevi il quarto d'ora di chiacchierata tra il nostro Federico Guido e il campione italiano Filippo Conca: metà intervista sul momento vissuto dal lariano della Jayco AlUla, la seconda metà sull'evoluzione del ciclismo...


Il 2025 di Alessandro Romele non è andato come il corridore dela XDS Astana sperava. Non per colpa sua ma per quella maledetta caduta durante il campionato italiano su strada a Gorizia in Friuli in cui Romele riportò escoriazioni e...


Dopo 10 anni il Giro d’Italia ritorna a Cassano d’Adda (Milano). Lo anticipa Alessandro Brambilla su Tuttosport in edicola oggi: nell’edizione 2026 del Giro la tappa del 27 maggio partirà da Cassano d’Adda. Il castello di Cassano farà da sfondo ai...


Il nuovo Codice della Strada interviene sull’utilizzo delle piste ciclabili, ma lo fa in modo discutibile, introducendo nuove regole che finiscono, paradossalmente, per peggiorare la tutela dei ciclisti. La “riga bianca” che dovrebbe proteggerli non è più un confine sicuro:...


Circa un mese fa in terra africana assistevamo ad una delle più grandi sorprese del ciclismo femminile degli ultimi anni. La canadese Magdeleine Vallieres vinceva il titolo mondiale in linea da totale outsider battendo non solo le atlete favorite, ma...


Il mondo del ciclismo bergamasco è in lutto per la scomparsa, avvenuta nei giorni scorsi, di Fausto Carrara. Primogenito di Gianni e Tonina Carrara, Fausto aveva ereditato dal padre la grande passione per il ciclismo, impegnandosi dapprima nella S.C.Leffe e, soprattutto,...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024