GIOVANISSIMI. Fanini: Di Rocco torni sui suoi passi
| 17/03/2012 | 12:41 Anche Ivano Fanini (nella foto mentre premia un giovanissimo Mario Cipollini) scende in campo contro la decisione del consiglio federale di vietare le premiazioni individuali nelle gare dei Giovanissimi. Ecco il suo intervento:
Conosco Di Rocco da moltissimi anni e probabilmente fui il primo a spargere la voce che si sarebbe candidato per succedere a Ceruti. Quando si verificò ne fui entusiasta. Anzi, gli dissi che avrebbe rappresentato la ventata di aria nuova che occorreva a tutto il movimento per fare il salto di qualità che tutti noi stavamo aspettando. Ho avuto una grande stima di lui, è stato ospite a casa mia diverse volte ed in quelle occasioni abbiamo sempre fatto belle chiacchierate di ciclismo. C’era una sintonia che mi entusiasmava. Non solo avevo un amico, ma, cosa ancora più importante, sapevo di avere davanti a me un dirigente di grande livello. Dopo quasi due mandati, vedo che il nostro ciclismo è migliorato molto poco. Tuttavia si è pensato a abbassare la quota percentuale per una eventuale rielezione ed emendato su altre modalità sempre inerenti il meccanismo col quale si poteva essere ammessi a candidatura. Frutto dell’espressione democratica dell’assemblea di Bologna? Sulla carta si. Giocando su un numero di delegati del centro sud, superiore a quello del nord (Veneto ovviamente escluso) ma non perché vera espressione di un movimento più importante. Un modo furbo, tutto italiano, per restare attaccati al seggiolone. E intanto le regioni che complessivamente mettono insieme la maggioranza di tesserati atleti (ben diversi dai tesserati dirigenti) devono prendere atto. Zitti e pedalare! Infine si è avuta la scelleratezza di arrivare fino al gradino più basso. Violata la base, il movimento dei più piccoli, la categoria Giovanissimi. Ho già letto qualcosa e non devo fare altro che avallare certe dichiarazioni, in particolare quelle fatte da Nicola Minali. Ex corridore, ma soprattutto uno che sta in mezzo ai ragazzi, che sa cosa pensano i ragazzi. Soprattutto i piccini. Ora le premiazioni individuali non si possono più fare. Un’idea molto originale, una rivelazione in sogno avuta forse da qualche dirigente “razza Piave”, assurto così al ruolo di colui che conosce la verità. Unica ed assoluta. Un sacro sacerdote, insomma. Senza aver commissionato studi psicopedagogici a figure qualificate (e del resto prima di certe decisioni, una federazione dovrebbe sentirsi moralmente obbligata a percorrere questa procedura) si è concluso che il bambino che non prende mai una coppa torna a casa mortificato. Perché tanto a vincere sono sempre i soliti. Si inaugura quindi la stagione delle premiazioni collettive. Per società. A parte che lo sport, anche a livelli considerati ludici, è metafora della vita, dove per vita si intende anche competitività e stimolo a far meglio, nessuno ha pensato che a finire sul palco (compreso il bimbo mortificato di turno) saranno sempre e comunque le squadre con più bambini? E qualcuno mi sa dire come si sentirà quel bambino che pur avendo vinto la corsa non sarà premiato perché la sua squadra non ha raggiunto il punteggio complessivo per salire sul palco? Per rimediare a una anomalia, si è fatta un’altra anomalia. Forse ancora più grave. E sapete questo cosa vorrà dire? Anche qui Minali ha ragione. Quel ragazzino che vince ma che non sale sul palco ammirando tuttavia quelli della squadra numerosa che ci salgono (compreso quello che arriva sempre ultimo), vorrà andare l’anno successivo in una realtà che gli garantisce il premio “collettivo”, la gloria del podio. Bravi! Complimenti! E chi l’ha messo in bici quel ragazzino, cioè la società di appartenenza ma con troppo pochi atleti per andare a premio che fine fa? Resterà col classico pugno di mosche in mano, ovviamente. Perché un bimbo è libero di andare dove vuole e con quello, voi federali saldate il conto. Salvo pero’ proporre il progetto vivai, un progetto col quale la federazione fa la bocca di rana e apre la ruota del pavone. Ma di quali vivai parlate? Fate la stalla, senza il recinto. Indennizzi di almeno 3 mila euro per le società che aderiscono a un progetto vivai e per le quali sono tesserati anche quei giovanissimi che vincono. Perché coppa o non coppa, ci sarà sempre quello che vince e quello che arriva ultimo. Con quello che vince ad essere corteggiato da altre squadre magari legate ad altri progetti. Squadre forse anche di altre province che offrono soldi alle famiglie per potersi avvalere del piccolo fenomeno. Questo si che è cattivo esempio! Parlate di indennizzo di 5 mila e 8 mila euro per le categorie agonistiche, ma eventuali numeri “drogati” contribuite a farli prima. Meno Giovanissimi, meno gare in quella provincia. E nel tempo, quei Giovanissimi saranno prima Esordienti e dopo Allievi. Residenti in una provincia, tesserati magari in un’altra, possono addirittura influenzare il numero di gare da potersi organizzare in una provincia a danno di un’altra. Meno gare, meno appeal di cui tante società potranno disporre verso una serie di sponsor. Questi sono i veri danni, non calcolati ma che verranno inesorabilmente fuori come per un effetto valanga. O possono farlo, visto che qui non ci sono regole, ma il far west. Il problema quindi non è la coppa al 1° classificato e data fino al 5°. Voglio specificare che le gare per bimbi sono state istituite verso la fine degli anni ’70 e il sottoscritto nell’80 inventò una gara (modello che poi è stato successivamente copiato quando proseguii la mia attività solo nel professionismo) nella quale si faceva una premiazione faraonica, dove ai primi tre veniva data la sua bella coppa, la medaglia d’oro, d’argento e di bronzo ed il primo vestiva la maglia iridata, aveva il suo mazzo di fiori e si suonava l’inno nazionale. Venivano da tutte le parti. Anche da fuori Toscana. Fra i vincitori di questa mia corsa, due fra i tanti bimbi che hanno corso per me. Uno era un certo Mario Cipollini, l’altro un certo Michele Bartoli (vedi foto). Siamo sicuri che questi due campionissimi sarebbero stati patrimonio del ciclismo e non di altri sport se all’epoca la loro bravura e il loro talento per lo sport in genere non fosse stata riconosciuta con una coppa che aveva il significato di dire: “bravo sei arrivato primo” ma che per il 5° voleva dire “bravo, ma puoi fare meglio” e per l’ultimo arrivato lo stimolo a migliorarsi sempre fino ad arrivare magari al quinto posto? Che esortazione diamo al bimbetto che non vince nulla? Siamo davvero convinti che riuscirà a migliorarsi senza avere un obiettivo come può essere quello rappresentato dalla coppa? O forse finirà per adagiarsi, perché tanto sul palco ci salirà lo stesso? E’ un modello di società che inconsapevolmente andiamo ad inculcare. Questo si che è un messaggio diseducativo che non dovrebbe appartenere allo sport. Specialmente al ciclismo. Che è scuola di sacrificio. E dove se vinci, nel rispetto delle regole, non devi vergognarti di nulla. Te lo sei guadagnato. E pensate che a me non cambia pressoché niente perché ho due squadre di giovanissimi tra le più numerose e prestigiose in Italia e quindi saranno comunque tra le più premiate ma oggettivamente è una grave ingiustizia verso le squadre minori. L’invito a Di Rocco, se proprio mi vuole e ci vuole stupìre, è quello di tornare sulla decisione. Di società contro e incazzate per le multe che preferiranno pagare pur di ribellarsi a questa regola ne avrà tante. E fra un anno ci sono le elezioni. E’ davvero così sicuro di vedersi confermato per la terza volta? Li ha fatti bene i conti? Vuole fare l’interesse vero di questo sport? Si? Ecco, cominci ogni tanto a mandare il controllo antidoping alle gare Esordienti, Allievi e Juniores. Quella è la vera origine del passaporto biologico, così ci garantiamo davvero un ciclismo del prossimo futuro libero da alchimisti e maneggioni. Altro che coppe!
Giusto, Di Rocco deve tornare sui suoi passi. Era atteso un intervento di Fanini.
Speriamo che il suo intervento possa convincerlo
L'unica soluzione
17 marzo 2012 13:32Bario75
...come dice Fanini, è quella di mandare controlli antidoping alle gare dagli esordienti fino agli Juniores. Il nostro ciclismo è in crisi, non possiamo permetterci di levare un po' di soddisfazione anche ai più giovani.
Dobbiamo semmai educarli a far bene moralmente e sportivamente
Marco
Parole di Fanini
17 marzo 2012 13:59Bufalino
Sono tutte parole giuste, condivisibili, e non potrebbe essere altrimenti.
Avevo già ricordato il giovane Matteo Cigala, talento del nostro ciclismo, che sognava di vincere le coppe che aveva vinto il suo vicino di casa, e così si era affacciato al mondo delle due ruote.
Possiamo noi negare questa gioia vera, genuina, del nostro ciclismo?
Io sto con Fanini.
Michele Bufalino
mesi contati per di rocco, contiamo su stagi
17 marzo 2012 16:45antani
queste dichiarazioni di Fanini sono vangelo ed aprono le porte ad un nuovo candidato che speriamo sostituirà Di Rocco che ci ha stufato (mancava questa dei giovanissimi.
E come avevo già detto, candidiamo Pier Augusto Stagi alla presidenza fci
Grazie, Fanini ! Le tue battaglie etiche ti fanno onore
18 marzo 2012 08:44renzobarde
Intervengo in questo dibattito per due motivi : 1)perché Ivano Fanini si firma con tanto di nome e cognome, e non si nasconde dietro l'anonimato tipico di quasi tutti quelli che intervengono su questo sito, denotando vigliaccheria e mancanza di trasparenza; 2)perché le “battaglie” di Fanini sono sempre improntato a valori etici. La questione di fondo è proprio legata alle delusioni che Di Rocco ha provocato in chi, come anche il sottoscritto, a suo tempo lo sostenne alla luce del luce per battere Ceruti. Oggi si pongono tutta una serie di problematiche, proprio a partire dai livelli delle categorie giovanili, che devono essere affrontate con proposte come fa Fanini. Io non credo più in questo ciclismo e non ho fiducia nella sua credibilità perché ritengo che tuttora esso sia “pascolo” di doping camuffato, di intrallazzi e di scarsa credibilità. Il mio appoggio sempre e comunque a chi si batte per il CICLISMO PULITO : di questo ho GRANDE NOSTLGIA. Forza Fanini : non mollare ! Renzo Bardelli
benissimo per Stagi presidente
19 marzo 2012 13:07pietrogiuliani
Mi piace sempre leggere quello che Fanini denuncia e dice.
Speriamo proprio che il presidente Di Rocco si ravveda.
Di sicuro però preferirei vedere Stagi nel ruolo di Presidente della FCI, come spesso si dice negli ultimi tempi.
Si, bisogna proprio cambiare...anche io vedrei bene Stagi!
19 marzo 2012 19:06libero2
Ho letto l'intervento dell'ex prof. Nicola Minali (grande velocista peraltro) e naturalmente anche quello che dice in questo articolo Ivano Fanini. Questa nuova "invenzione" da parte della Federazione sui giovanissimi è a dir poco vergognoso. Le premiazioni sono essenziali!!! Fanini, Minali, avete ragione e io la penso come voi.
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