TAIWAN. Feng, la promessa del ciclismo taiwanese

| 16/03/2012 | 04:16
Chun Kai Feng è la star del Tour de Taiwan. Il campioncino nazionale nella corsa di casa è riuscito a conquistare la maglia bianca a pois rossi dei GPM, facendosi sfuggire di un soffio quella verde della classifica a punti. Ci spiazza presentandosi come «un pistard, che alle volate preferisce la salita». Ventitreenne di Miaioli, città sulla costa ovest dell'isola a nord della capitale del ciclismo Taichung, campione nazionale nel 2011 e detentore del titolo asiatico dello Scratch è indicato da molti come uno dei campioni del futuro asiatico. Il corridore orientale più titolato Kamp Po Wong ci assicura: «Se avrà una chance nel ciclismo che conta sono sicuro non avrà problemi e la sfrutterà al meglio, ma avrà bisogno di più supporto dalla federazione, dagli sponsor, dai media e dal pubblico».
Presentati ai nostri lettori. «Ho iniziato a praticare ciclismo all'età di 13 anni perché ero grasso. Per dimagrire papà, appassionato di questo sport, mi ha consigliato di pedalare per perdere peso. Oltre a correre in bici, studio alla Taiwan National Sport University. Vivo con la mia famiglia e passo il tempo libero con gli amici e divertendomi alla play station al gioco del Tour de France».
Com'è essere corridore a Taiwan? «Il ciclismo qui è molto popolare, ma le numerose aziende del settore non investono tanto nelle squadre locali. Io sono professionista dal 2010 con l'Action Cycling Team e non guadagno abbastanza per vivere da solo, senza l'aiuto della mia famiglia. Ho comunque scelto di esercitare questa professione perché amo questo sport e con la divisa, il casco e gli occhiali credo di stare proprio bene e di andare abbastanza forte (sorride, ndr)».
Quale sarà il tuo futuro? «Spero di accumulare maggiore esperienza, crescere fisicamente e ottenere qualche vittoria. I buoni risultati del Tour de Taiwan di questi giorni mi sono serviti molto, soprattutto per il morale. Per il futuro mi piacerebbe provare a correre nel grande ciclismo, magari in Italia. Il vostro paese è molto più avanzato ciclisticamente parlando rispetto al mio perché ha alle spalle una storia molto importante».
Qui però sei considerato un campione, in Europa dovresti ripartire da zero… «Sarei un piccolo pesce in un grande mare, mentre ora sono un grande pesce in un piccolo mare. Sono consapevole che le corse da voi sono di un altro livello, ma se avrò la possibilità tra un paio d'anni vorrei proprio provare ad andare in Europa. Mi piacerebbe gareggiare lì, per me e per riportare a casa qualcosa che possa migliorare il ciclismo nel mio paese».

da Kaohsiung, Giulia De Maio
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