TAIWAN. McGee: «La Saxo Bank ha tante carte da giocare».

| 14/03/2012 | 04:18
A guidare la Saxo Bank al Tour de Taiwan c'è Bradley McGee, l'ex professionista australiano classe '76, che dal 1998 al 2008 ha raccolto diciassette vittorie su strada, tra cui due tappe al Tour de France e una al Giro d'Italia. Campione olimpico nell'inseguimento a squadre nel 2004 ad Atene e due volte campione del mondo, in carriera ha avuto l'onore di vestire la maglia di leader nei tre grandi giri e dal 2009 è direttore sportivo del team di Bjarne Riis.
Alla partenza della quinta tappa l'abbiamo incontrato per parlare della squadra, di Alberto Contador, del suo ruolo in ammiraglia e di molto altro.

Ieri Cantwell ha conquistato la prima vittoria ufficiale del 2012 della Saxo Bank. «É sempre bello vincere. Ieri per noi è stata una giornata importante. I ragazzi qui sono stati messi un po' sotto pressione, più del solito, perché siamo la squadra di riferimento. Sapevamo di poter vincere e ce l'abbiamo fatta. Ogni squadra vive alti e bassi, noi veniamo da un periodo negativo, da mesi in cui facevamo del nostro meglio, ma non riuscivamo a raccogliere i risultati sperati. Un successo ci voleva proprio. Anche una vittoria al Tour de Taiwan può aiutare a invertire la rotta e a rimetterci in carreggiata».
Cosa ti aspetti da questa corsa? «Dopo ieri ovviamente non ci sediamo sugli allori, cercheremo di portare a casa altre tappe e di fare una buona classifica con Takashi Miyazawa, Volodimir Gustov e Jonathan Cantwell. La corsa è ancora molto aperta, basta una fuga per far saltare tutto. Per le vittorie parziali ci aspettiamo ancora molto da Johnny, Takashi e Haedo, che si sta riprendendo dalla brutta influenza che ha preso quando siamo arrivati a Taiwan».
Ti manca correre in prima persona? «No, sono veramente felice di dove sono ora. Continuo ad uscire in bici perché, secondo me, per poter guidare i corridori un allenatore deve avere sempre ben presente quanta fatica si fa a pedalare. Dici che sono ancora in forma? Può darsi, ma è solo per lo stress (scherza, ndr)».
Ti trovi bene in ammiraglia? «Benissimo, il direttore sportivo è proprio il ruolo che fa per me. Mi piace insegnare ai giovani, ma anche dare consigli agli atleti più maturi, rapportarmi con lo staff e fare tutto ciò che compete al responsabile di una squadra. Passare dalla bici all'ammiraglia è stata una bella sfida e continua ad esserlo. Quando si lavora bene e i risultati arrivano non si può che essere soddisfatti del proprio lavoro».
Com'è il clima in squadra dopo la squalifica di Contador? «La vicenda di Alberto ci ha unito tutti ancora di più. Anche senza di lui restiamo un team molto solido e dalle grandi ambizioni. Continuiamo a lavorare duro come prima, con la convinzione di poter far bene. Qualcuno dice che senza Alberto la squadra non ha alcun potenziale, in realtà dietro a un grande campione c'è sempre un grande gruppo e questo è proprio il caso della Saxo Bank. State tranquilli, abbiamo molte altre carte da giocarci!».
Senza Alberto, i vostri piani per il 2012 sono necessariamente cambiati… «Senza di lui sarà senz'altro molto più difficile, ma l'unione tra i corridori, il management e lo staff sono certo darà comunque buoni frutti. Tutti daremo il 101% di noi stessi. Il nostro programma per le Classiche in seguito all'infortunio di Nuyens alla Parigi Nizza è dovuto cambiare, ma faremo del nostro meglio per ben figurare. Quest'anno abbiamo molti ragazzi che potranno darci delle belle soddisfazioni. Io punto molto sui giovani: da Manuele Boaro, ieri ottimo 5° nella crono finale della Tirreno-Adriatico, al talentuoso Rafal Majka, passando per le altre promesse che arrivano dalla Danimarca e dalla Spagna. Date loro un po' di tempo e ci sarà da divertirsi (sorride, ndr)!».

da Changhua, Giulia De Maio
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