CICLISMO&SCUOLA. La lezione del professor Cucinotta

| 06/03/2012 | 16:47
''Lo sport professionistico e' una dimensione importante da raggiungere per appagare una passione ma non bisogna dimenticare che e' una parentesi della nostra vita: studiare mentre si gareggia e' indispensabile, apre futuri orizzonti professionali'': Claudio Cucinotta ha puntualizzato questo principio con un'analisi attenta durante il suo intervento nell'ambito del corso ''Ciclismo-scuola tra etica e agonismo'' organizzato da Comolagobike di Lambrugo -societa' sportiva impegnata nella promozione territoriale dello disciplina a due ruote - sotto l'egida degli Assessorati all'Istruzione e allo Sport e Turismo della Provincia.
Agli studenti dell'Istituto Superiore '' Gaetano Pessina'' di Como, il dottor Cucinotta, valido professionista su strada e su pista sino a due stagioni fa e ora, a soli 30 anni, medico e preparatore inserito nello staff della Federazione Ciclistica Italiana, ha riassunto le tappe di una carriera in cui ha saputo armonizzare gli impegni in sella e sui libri ponendosi sempre nuove sfide per rafforzare la sua personalita'.
''Sono salito in bicicletta all'eta' di otto anni e ho sempre trovato stimolante abbinare il tempo per studiare con profitto alla mia crescita di atleta. In molti abbandonano le competizioni quando le scuole superiori assorbono richiedendo maggiore applicazione. Io ho imparato che i compiti in classe e le gare in bicicletta riempivano al meglio le mie giornate. Prendersi pause dagli allenamenti per avere pomeriggi solo da dedicare allo studio l'ho scoperto, al contrario, inefficace: troppo facile e frequente la caduta di attenzione per rifugiarsi in passatempi come la tv e il computer con riflessi negativi sui propri programmi. Meglio mantenere un ritmo serrato nell'adempiere ai propri doveri. Terminato il liceo scientifico ho utilizzato invece i mesi invernali, quando il ciclismo e' in letargo, per dare gli esami universitari e laurearmi in Scienze Motorie a 23 anni con 110 e lode. Un traguardo fantastico che mi ha dato pochi mesi dopo la convinzione per conquistare il campionato italiano dilettanti Elite su strada''.
Dopo due maglie tricolori su pista e vittorie di tappa, da professionista, al Giro di Slovenia e al Giro del Giappone Claudio ha concluso l'attivita' agonistica nel 2010: ''La crisi economica ha come ricaduta immediata il taglio delle sponsorizzazioni da parte delle aziende con la chiusura e la riduzione degli organici dei team ciclistici: ho subito compreso che era il momento di capitalizzare gli studi visto che nel frattempo avevo conseguito la specializzazione come medico che ora mi consente di fare il preparatore e l'allenatore di atleti. Ricordo quando molti corridori mi prendevano in giro perche' studiavo in ritiro o nel dopocorsa: tanti di loro pero' scesi di bicicletta non si erano costruiti un'alternativa ed entrare nel mondo del lavoro si sta rivelando ancora molto difficile. Mi fa piacere che un mio tecnico giovanile ricordi ai suoi corridori di oggi che quando andavamo in auto alle gare lo pregavo di spegnere la radio per lasciarmi studiare: ha apprezzato con fiducia la mia tenacia''.
Cucinotta ha poi ringraziato la buona sorte trovata nel ciclismo: ''Non mi sono fortunatamente imbattuto in individui che mi hanno proposto di assumere sostanze vietate per migliorare le mie prestazioni. Il doping nel mio sport sta regredendo a livelli bassi a conferma che l'opera di prevenzione e di repressione del fenomeno attraverso controlli continui sta portando a una rivoluzione culturale. In un'arteria di grande traffico dove si posizionano tanti autovelox verranno elevate tante contravvenzioni: in un'altra strada, senza autovelox installati, le multe non ci saranno ma cio' non significa che chi transita per la seconda via sia necessariamente piu' corretto. La forza che va riconosciuta al ciclismo risiede nello scoprire e far emergere i suoi problemi e i suoi limiti al fine di superarli''.
''A scuola barare con se stessi significa copiare il compito del vicino di banco - ha concluso il corridore friulano - E' un principio che porta a ricorrere al farmaco illecito che, noto, ha fatto il suo tempo. Il timore di compromettere la salute coi rischi di contrarre un cancro o una leucemia ha fatto breccia nelle coscienze dei giovani unitamente alla convinzione di mettere alla prova soltanto le proprie risorse psico-fisiche per centrare un obiettivo agonistico. Aggiungo anche che tra i nuovi tecnici che guidano i team ciclistici lo studio e' considerato basilare per formare i ragazzi. Le famiglie, dal canto loro, devono ancora di piu' evitare di caricare di aspettative i figli che gareggiano pensando solo a guadagni stratosferici: sono ragionamenti simili a quelli di chi sogna un futuro da velina per le proprie figlie. La passione, la crescita individuale non devono mai scendere a compromessi imbarazzanti: meglio semmai essere consapevoli di se stessi senza snaturarsi''
Applausi convinti e interventi appropriati a parte dei giovani presenti - che hanno appreso altresi' i vantaggi di pedalare per tenersi in forma su strade che devono essere sempre piu' sicure - e del Preside Giuseppe Palmucci, sincero appassionato di ciclismo, disciplina in cui ha ricoperto il ruolo di direttore di corsa.
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