
Nubi sempre più nere si addensano sull’Arkea-B&B Hotels. La formazione francese, da mesi in difficoltà nel reperimento dei necessari sponsor e fondi per continuare la propria attività, è ancora lontana dal vedere la luce in fondo al tunnel e ciò, unito alle imminenti deadline per ottenere la licenza per la prossima stagione, fa sì che ormai il general manager Emmanuel Hubert si trovi davvero con le spalle al muro.
“Non ho mai gettato la spugna, ma ho il dovere di essere lucido: è chiaro che siamo molto lontani dall’essere sulla buona strada, guardando il calendario” ha affermato il dirigente transalpino a Le Parisien. “Il 1° ottobre sarà necessario presentare una garanzia bancaria, mentre il 15 settembre è il termine ultimo per fare domanda presso l’UCI per ottenere la licenza il prossimo anno. Per quest’ultima bisogna anticipare dei soldi che andranno persi se alla fine non riusciremo a venire a capo della situazione attuale. Parliamo di almeno 80.000 € e li anticiperò di tasca mia perché non voglio avere rimpianti. Pazienza se perderò tutto. Anche questo significa essere un capo che lotta e va fino in fondo alle cose” ha spiegato Hubert il quale, pur intensificando nell’ultimo mese la ricerca di nuovi partner, non è riuscito a concretizzare nessun accordo.
“Agosto è il periodo peggiore per contattare le aziende perché chi è incaricato di prendere le decisioni del caso è in vacanza. Da parte mia, io non ho mai smesso di cercare, sono stato solo otto giorni a casa e sempre con il telefono acceso. Avevo una quindicina di potenziali partner che si sono dileguati uno dopo l’altro” ha rivelato sconsolato il cinquantaquattrenne bretone che, evidentemente, sperava che la stagione (fin qui) da 9 vittorie e il 7° posto in classifica generale al Tour de France di Kevin Vauquelin suscitassero maggior attrattiva presso i suoi interlocutori.
Tale interesse, invece, Hubert non lo ha registrato e così, arrivati a questo punto, non c’è nient’altro da fare che essere realisti e lavorare, come lui stesso ha ribadito, per mantenere vivo quell’ultimo barlume di speranza ancora esistente.
“Mi resta un colpo solo in canna e spero che sia quello giusto. Voglio crederci. Il 1° ottobre però, se non avremo in mano nulla, chiuderemo. Al 90% posso dire che è finita ma c’è ancora comunque un 10% di possibilità di venirne fuori e per quello vale la pena provare fino in fondo” ha chiosato con grande onestà il GM di una formazione il cui destino, assieme a quello dei suoi 140 dipendenti ancora sotto contratto, pare davvero legato a un filo.