GIRO D'ITALIA. Uno Stelvio mai visto per battere tutti i record
| 28/09/2011 | 09:40 Il Giro d’Italia 2012 che verrà presentato a Milano domenica 16 ottobre - non a caso il giorno seguente la disputa della classica di chiusura, il Giro di Lombardia che andrà dal capoluogo sino a Lecco - scatterà sabato 5 maggio dalla cittadina danese di Herning per concludersi domenica 27 dello stesso mese nel centro meneghino. Il tracciato, che in parte abbiamo già anticipato e che cercheremo di svelare nei prossimi giorni, comprende una tappa-monstre, un vero tributo allo spettacolo, che andrà in onda il giorno prima della conclusione, vale a dire sabato 26. Sarà un festival di montagne classiche con una chicca straordinaria che è ancora in fase di studio ma che potrebbe essere ufficializzata sin da stamane.
SOPRALLUOGO In giornata, infatti, i responsabili della Rcs saliranno in vetta al Passo dello Stelvio, a quota 2758 metri, per valutare se una fettuccia in parte asfaltata e con gli ultimi 500 metri in sterrato potrà partire proprio da dove transita il passo che collega l’Alto Adige (Trafoi) alla Valtellina (Bormio) per salire ancora sino a quota 2832 metri e diventare così il punto più alto in Europa dove si sia svolta una tappa di una grande corsa. Perché in vetta a quella fettuccia immersa nel gruppo dell’Ortles si deciderà senza dubbio il Giro 2012, al termine di una tappa incredibile e spettacolare.
TRACCIATO La penultima frazione del Giro d’Italia 2012 dovrebbe partire da Cavalese, perla dello sci di fondo in Val di Fiemme, per scendere verso la valle che unisce Trento a Bolzano. Arrivati a Egna, si andrà verso Mezzocorona, da qui verso la Val di Non, quindi s’imboccherà la Val di Sole per salire sul classico e lunghissimo Passo del Tonale, decisivo ai tempi di Bartali e Valetti ma oggi assai più pedalabile. Da lì in discesa verso Pontedilegno e ancora oltre in direzione di Edolo, prima di affrontare la salita dell’Aprica che fece andare su tutte le furie Gilberto Simoni quando fu staccato da Ivan Basso al Giro del 2006; discesa sulla Valtellina, attraversamento di Teglio e Tirano per poi affrontare il secondo mostro sacro della giornata, il Mortirolo caro a Marco Pantani. Attenzione, però: si dovrebbe salire non da Mazzo della Valtellina, come s’è sempre fatto, ma dall’inedita strada che parte da Tovo Sant’Agata. E non si arriverà sino in cima, perché la successiva discesa sarà affrontata sempre dallo stesso versante della montagna, dunque in Valtellina, ma verso Grosio. Da qui leggera ma costante ascesa sino a Bormio (quasi sempre con vento contrario) prima di affrontare lo Stelvio dal lato meno classico, ma ugualmente difficilissimo (si tratta di 21,5 chilometri al 7,1%, poco meno duro rispetto all’ascesa dall’Alto Adige, che inizia a Prato allo Stelvio per concludersi al Passo dopo 24,3 km al 7,4% con i fatidici 48 tornanti).
FINALE Il versante valtellinese dello Stelvio è totalmente diverso rispetto all’altro: meno regolare nel suo complesso ma come ripetiamo assai più esposto al vento contrario. Dopo i primi tre chilometri al 6% si lascia il bivio per Livigno sulla sinistra e si raggiungono i Bagni Vecchi con pendenze intorno all’8% per circa cinque chilometri. Si respira nel superare un paio di gallerie buie, appiccicati al versante montano, prima di esporsi al vento che spazza dalla quota con 5 chilometri e mezzo al 7,5% al 9,5%. Si può nuovamente recuperare all’altezza dell’oratorio S.Ranieri, ma dal bivio Giogo S.ta Maria sino al Passo si soffre senza requiem. E da lì, lo abbiamo detto, c’è il progetto splendidamente folle di creare un’ulteriore lingua d’asfalto per rispondere alla prosopopea dei francesi e rendere lo Stelvio-Bis il più alto punto mai raggiunto da una tappa di un grande giro ciclistico.
SFIDA Perché rispondere ai francesi? Presto detto. Quasi al confine con l’Italia, più precisamente nella provincia di Cuneo, c’è il bellissimo Col du Restefond, che il Tour de France ha percorso più volte sino a quota 2680 metri. Dalla vetta del Restefond, i nostri impareggibili cugini hanno pensato bene di costruire un vero e proprio anello stradale che si spinge sino a quota 2802 metri e che di fatto è considerato il passo (non strada cieca, dunque) asfaltato più alto d’Europa, nonché regolarmente transitabile in automobile. Anche in Austria c’è una vetta asfaltata che raggiunge la vertiginosa altezza di 2830 metri: si tratta del Tiefenbach, nell’area dove si disputano i due giganti d’apertura della Coppa del Mondo di sci (siamo sopra l’austriaca Soelden, sul ghiacciaio del Rettenbach). Ma è una strada cieca con gli ultimi 2300 metri percorribili sotto un tunnel e dunque non proponibili per una corsa di ciclismo. Una volta una tappa del Giro di Germania si spinse sino a quella salita austriaca (chiedere a Paolo Bettini: l’affrontò e ne rimase stranito), ma fermandosi proprio a Soelden-Rettenbach, a quota 2762, dove è posto l’arrivo dei giganti. Anche la Spagna vanta una super strada nel complesso della Sierra Nevada, ma la Veleta (questo è il suo nome) si può percorrere soltanto sino ai 2600 metri in luogo degli originari 3400.
GIRO Sarà comunque un Giro 2012 più compatto, meno massacrante logisticamente, con minori trasferimenti e con l’ultima settimana decisiva e non meno dura della penultima. Ne parleremo, perché la Rcs della nuova coppia Vegni-Acquarone ha studiato un paio di colpi a effetto.
da «Tuttosport» del 28 settembre 2011 a firma Paolo Viberti
Il Mortirolo da Tovo Sant'Agata è un bella salitazza, con tratti in sterrato e rampe al 20%. In particolare c'è un muro finale in cemento dove serve un bel 34x28. Nel complesso però la salita da Mazzo è più dura. C'è una altro tratto ancora, per il momento sconosciuto alla massa, durissimo, livello mulattiera. Se un giorno lo faranno allora vedremo i ciclisti piangere....
28 settembre 2011 12:57lele
Tappa sicuramente affascinante ma a mio avviso troppo lunga. Un finale con una salita cosi lunga negli ultimi anni ha significato bagarre gli ultimissimi km. Io vivo a Bormio ai piedi dello Stelvio e sono molto curioso di vedere in quanto tempo lo percorreranno ma in ogni caso sara' per noi una giornata epica. Infatti a fine maggio lo Stelvio offre panorami e scenari incredibili e sicuramente verra' invaso da cicloturisti e tifosi. Speriamo in una bella giornata di sport.....in tutti i sensi.
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