TIPI DA TOUR 5. Alexandre Vinokourov

| 29/06/2011 | 08:55
Nel presentare il Tour de France 1999 L’Equipe puntava gli occhi su “Alexandre Vinokourov, angelo biondo capace al secondo anno da prò di vincere il Delfinato, e in grado di diventare un grande protagonista in questo Tour e in quelli a seguire”.
Da allora ne sono passate di corse, di avversari, di scandali, ma Vino, 38 anni a settembre, resta ancora, nel bene e nel male, fra i protagonisti di questo sport e della Grande Boucle.
Una Vuelta, due Liegi-Bastogne-Liegi, un’Amstel Gold Race, due Parigi-Nizza, un Tour de Suisse, terzo in Francia nel 2003 e vincitore, dal Tour in giù, di varie tappe in tutte le corse più prestigiose.
Poi ci sono gli scandali, dai due anni di squalifica fra il 2007 e il 2009, all’espulsione dal Tour proprio del 2007 per trasfusione, passando per l’annunciato ritiro alla fine di quell’anno fino ad arrivare al rientro in grande stile con la vittoria in una tappa al Tour de l’Ain 2009 al terzo giorno di corsa dopo più di due stagioni di inattività.
“L’anno scorso per me il più grande successo è stato alla partenza del Tour da Rotterdam quando mi sono attaccato il dorsale sulla schiena. Il Tour è la corsa più importante al mondo e, dopo i tre anni orribili che avevo passato, mi sono di  nuovo sentito un corridore”. Ma per Vino non era abbastanza, e da direttore sportivo in corsa ha portato Contador a vincere il suo terzo Tour e, per non farsi mancare nulla, ha vinto la tappa di Revel con l’azione più spettacolare di tutta la Grande Boucle 2010.
Quest’anno la sua Astana, di cui di fatto decide le mosse di mercato, ha perso Contador, e la stella è ritornata, ammesso che davvero lo spagnolo sia riuscito a offiuscarlo l’anno passato, Vino.
Il kazako si presenta al Tour senza nutrire ambizioni di alta classifica, ma piuttosto “per divertirmi e far divertire i miei fan. Fino ad ora la mia stagione è positiva, sono salito sul podio al Romandia e al Delfinato, però sento di avere ancora molto da dare al Tour e alla mia squadra”.
Anche perché la lunga storia fra Vino e la corsa francese potrebbe chiudersi a fine luglio, dato che gli anni passano e magari la voglia di saltare in ammiraglia o dietro ad una scrivania avanza. “Ma al ritiro non voglio pensare almeno fino a Parigi, ora c’è il Tour e, per rispetto verso questa corsa, non si può fare altro che pensare al Tour”.
E, conoscendo Vino, a qualche sorpresa delle sue…

Francesco Cerruti
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