DOPING. Uci: la lotta continua, ma questa lista...

| 13/05/2011 | 19:09
L'Uci ha emesso un comunicato sull'articolo pubblicato oggi da L'Equipe e ripreso da tuttobiciweb.
«Per consentire la giusta valutazione delle informazioni pubblicate, l'UCI ricorda che prima  di ogni grande giro tutti i corridori sono obbligati a sottoporsi ad un controllo sanguigno. Il Servizio Antidoping dell'UCI stabilisce quindi, sulla base dei risultati dei controlli e del passaporto biologico, un «testing plan» che definisce le priorità, la frequenza e la tipologia dei controlli che saranno effettuati dopo la corsa.
Va sottolineato che la lista pubblicata da L'Equipe e intitolata «Indice di sospetti» può essere interpretata in modo sbagliato e controproducente: non rappresenta altro che la valutazione sommaria e a prima vista dei risultati delle analisi della vigilia, con il solo scopo di stabilire un ordine di priorità, ben sapendo che questi indici non rappresentano in alcun modo un indizio di colpevolezza.
Questa procedura sommaria è diventata possibile grazie all'adozione del passaporto biologico del
quale il "ciblage" rappresenta uno degli assi principali. Naturalmente, le informazioni pubblicate dal quotidiano francese sono ben lungi dall'essere state valutate dagli esperti del passaporto biologico.
Condannando le possibili strumentalizzazioni della intuizione che si è creata, l'UCI vuol sottolineare alcuni punti fondamentali presenti nell'articolo in questione.
Sulla base del "sospetto non è colpevolezza", è evidente come il sistema permetta di rendere ancora più efficace la lotta al doping.
Riconosciuta come "un documento unico che non ha eguali in alcuno sport" questa lista "rivela una realtà molto lontana dal "tutti dopati" e taglia la testa ad un presunto doping di squadra.
Grazie al formidabile lavoro compiuto dall'UCI in questi anni, il numero dei corridori che "oltrepassano il limite" è decisamente diminuito.
Questo non significa che non esista il problema. Ma è evidente che i responsabili antidoping dell'UCI hanno in pugno la situazione e che il monitoraggio dei corridori si fa sempre più efficace.
Nonostante questo, l'UCI deplora e condanna la falla nell'organizzazione che ha portato alla trasmissione dei dati al quotidiano. Una fuga dio notizie che va considerata irresponsabile e inammissibile. Al punto che l'UCI si confronterà con la Wada per coordinare un'inchiesta a riguardo».
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