ATTACCHI & CONTRATTACCHI. Fermatevi voi

| 10/05/2011 | 17:24
di Cristiano Gatti   –

Complimenti ai corridori, ai loro direttori sportivi, ai loro massaggiatori e ai loro meccanici. Nel giorno più difficile, quando si tratta di rialzarsi dopo la terribile batosta, sono loro ad assumere l’atteggiamento più dignitoso. E’ fuori discussione. Commovente anche il pubblico, lungo il percorso, che comprende e condivide la scelta di una tappa commemorativa, applaudendo nel modo più composto.
Per il resto, una tracimazione di chiacchiere e di retorica. Ore di diretta tv per pronunciare le banalità e le frasi fatte che così ammirevolmente erano riusciti ad evitarsi nel giorno stesso della tragedia. Anche parole belle, anche parole giuste: ma troppe. Qualsiasi cosa, quando è eccessiva, diventa fastidiosa. E per fortuna che s’era scelto il silenzio come unico atteggiamento possibile. Peccato, occasione persa.
In questa inondazione di parole, a fatica si riesce a intravedere il tema vero di giornata: ripartire o fermare tutto? E’ un dilemma doloroso che ha toccato tutti, qui al Giro. Ciascuno, secondo sensibilità e coscienza, lo risolve a modo suo. Da quel che si vede e si legge, la risolvono tutti allo stesso modo: si riparte, si va avanti, si continua, in un certo modo.
Solo due le voci contrarie. Sono quelle di Eugenio Capodacqua, su «Repubblica», e di Fabrizio Biasin, su «Libero». E’ singolare trovare così vicini due giornali così idealmente lontani. Succede. Scrive Capodacqua: «Ovviamente di fermare la corsa almeno un giorno, gesto che ridarebbe un pizzico di umanità e di immagine all’intero movimento, non se ne parla». Scrive Biasin: «Non è colpa di nessuno, ma ora è il caso di riflettere. Da anni fingiamo che questo sia uno sport normale e invece non lo è più. Se il doping non ci ha fatto aprire gli occhi, speriamo ci riesca la morte di un ragazzo. Resterà una tragedia, ma almeno non sarà inutile».
Sono opinioni. L’idea che fermare il Giro, come dice Capodacqua, ridarebbe un pizzico di umanità e di immagine all’intero movimento, è però un’idea molto molto personale. Molto molto opinabile. Io resto dell’idea che di umanità, ancora più importante dell’immagine, il ciclismo ancora sia intriso, soprattutto quando riparte dopo un lutto, onorando il suo martire con questa partecipazione composta e sincera.
E comunque: si può fermare il Giro, se è l’unico modo possibile per commemorare e riflettere. Però cerchiamo di capirci: gli stessi fervori morali vanno applicati anche quando un pilota muore in pista, e forse ancora di più quando nel piazzale dello stadio giovinastri dementi si accoltellano e sprangano così per divertimento, davanti ai bambini che sfilano per mano con papà. Non è che possiamo chiedere soltanto al ciclismo di riflettere. Il calcio, tanto per non fare nomi, è riuscito a infliggere penalizzazioni a due squadre che non avevano giocato la partita, perché a un giovane atleta era capitato un brutto infarto. Per dire il rispetto.
Diciamola tutta, caro Capodacqua, caro Biasin: fare la morale al ciclismo sta diventando uno sport molto facile. Però se questa dannata disciplina ormai vi fa così senso, una via d’uscita vi resta sempre: cambiate. Andate a prendervi una boccata d’aria pura nel calcio o in formula 1, dove tutto è così edificante. Fermatevi voi.

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COMMENTI
de stefano
10 maggio 2011 18:10 mukoman
in effetti oggi la de stefano e' stata a dir poco stucchevole, cosa e' servita questa diretta cosi' lunga e piena di retorica?

SEI UN GRANDE
10 maggio 2011 18:38 lazio
Sei un grande, Cristiano. Sono orgoglioso di essere stato tuo collega e di esserti amico. Hai ragione.Sparare sul ciclismo è facile. Quanta retorica, uante parole inutili. Posso capire Capodacqua...ma sto Biasini chi cavolo è? Facile, ma al tempo stesso disgustoso strrumentalizzare una morte accidentale.

DIFESE & CONTRODIFESE. Fermate Gatti
10 maggio 2011 19:35 Bartoli64
Ad onor del vero Eugenio Capodacqua , all’indomani della tragica scomparsa di un atleta, ha SEMPRE scritto pezzi nei quali tentava di far riflettere il lettore sulla tragedia della morte di fronte al business imperante nello sport che tutto travolge e tutto trita (anche i sentimenti delle persone).

Ricordo perfettamente un toccante articolo che il giornalista di Repubblica scrisse all’indomani dell’incidente mortale nel quale perse la vita il giovane slittinista georgiano Kumaritashvili (parliamo di slittino e NON di ciclismo) e che, comunque, non spostò di un solo millimetro lo sfarzo della cerimonia d’inaugurazione delle Olimpiadi Invernali di Vancouver 2010.

Chiarito ciò, io stesso credo che la neutralizzazione della tappa sia stata la cosa più giusta da fare (soprattutto per le parole pronunciate al telefono dal papà di Wauter Weylandt a Luca Guercilena).

Alla luce di quanto sopra esposto, non penso affatto che “fare la morale al ciclismo” sia diventato uno “sport molto facile”, mentre è da rilevare – purtroppo – come la consueta “verve” provocatoria (e spesso aridamente polemica) del Dr. Gatti abbia trovato ancora libero sfogo in un momento in cui, davvero, non se ne sentiva né il bisogno, né la mancanza.

Bartoli64

Quella regola aggirata (e dimenticata,a quanto pare.)
10 maggio 2011 23:18 pickett
Stranamente,nessuno ha fatto notare che esiste un regolamento che fissa a 200 il tetto massimo di corridori.E se questa regola esiste,un motivo ci sarà.Zomegnan ha infranto questa regola giusta e sensata,col colpevole consenso dell'UCI.Così,sulle stradine dell'Appennino,sono scesi in 207,troppi.Come mai nessuno lo ha fatto notare,nemmeno Gatti,sempre così attento a trovare il pelo nell'uovo?

numero massimo
11 maggio 2011 00:44 gass53
Non l'ha fatto notare nessuno, perchè non centra un ca..o con quanto è purtroppo,accaduto.198 0 207 non cambiava assolutamente, alla 9 colli siamo partiti anche in 9000 e ti assicuro che le stradine intorno a cesenatico son ben peggio di quella discesa di ieri.
Abbi la compiacenza,almeno in questo frangente, di startene muto.

numero massimo
11 maggio 2011 00:56 gass53
Non l'ha fatto notare nessuno, perchè non centra un ca..o con quanto è purtroppo,accaduto.198 0 207 non cambiava assolutamente, alla 9 colli siamo partiti anche in 9000 e ti assicuro che le stradine intorno a cesenatico son ben peggio di quella discesa di ieri.
Abbi la compiacenza,almeno in questo frangente, di startene muto.

Una volta tanto.............
11 maggio 2011 08:37 memeo68
Troppi corridori, troppi chilometri, strade troppo strette, troppa morale, troppo troppo troppo......
NO, troppi commenti!!! Una volta tanto i corridori hanno dato una lezione a tutti facendo una commossa e silenziosa parata lunga 200 km per ricordare un ragazzo di 26 anniorto per una DISTRAZIONE!!!!!!! Complimenti Cirstiano, il ciclismo ha bisognodi "penne" come la tua

gass 53
11 maggio 2011 13:58 pickett
Allora mi spieghi,caro sapientone,il motivo per cui é stata introdotta la regola che fissa a 200 il numero massimo di corridori?Non é per motivi di sicurezza?Spiegami perché,ti ascolto.

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