
Pillole anticoncezionali e spirali vengono utilizzati sempre più spesso nello sport femminile ad alto livello non solo per migliorare gli effetti negativi del ciclo, ma anche per sfruttare quei picchi ormonali che possono migliorare la prestazione fisica.
Non si tratta di doping, bene chiarirlo subito, ma semplicemente di un’attenzione nel seguire e usare al meglio quelle modifiche ormonali, testosterone e progesterone su tutti, che avvengono nel corpo femminile nei 28 giorni del ciclo mestruale. Tali modifiche, in alcuni casi, sono addirittura paragonabili agli effetti degli allenamenti in quota.
Le fluttuazioni ormonali sono parte integrante della fisiologia femminile e ignorarle significa perdere di vista una parte essenziale della loro realtà atletica: da anni ci sono medici specializzati che aiutano le atlete a sfruttare al massimo il loro potenziale ormonale, rimanendo sempre all’interno delle regole antidoping.
Facendo degli esempi, ci sono atlete che sempre più spesso optano per la spirale ormonale. Alcuni studi, effettuati in Francia e Belgio, hanno dimostrato che questo dispositivo offre diversi vantaggi fisiologici, a condizione che siano adeguatamente supervisionati dal medico. Innanzitutto, si eliminano le mestruazioni in 8 donne su 10, limitando la perdita di ferro. Di conseguenza, i livelli di emoglobina, la molecola che trasporta l'ossigeno nel sangue, possono aumentare in modo naturale fino ad un grammo, migliorando la resistenza. Questo effetto è del tutto naturale e consentito, ma non trascurabile ed è paragonabile a quello che si cerca con l’allenamento in quota, e a volte il risultato è anche migliore.
Come abbiamo visto, le mestruazioni abbondanti portano ad una carenza di ferro nel sangue del tutto fisiologica, ma per un’atleta è un forte svantaggio e per questo deve essere controllata.
Anche se minima, la perdita di ferro durante le mestruazioni può influire sull'ossigenazione muscolare. Per limitare questi effetti, alcune atlete optano per la pillola anticoncezionale che aiuta a regolare o ridurre le mestruazioni, ma ci sono studi svolti tra le atlete che dimostrano che non tutte le pillole hanno lo stesso effetto e per questo si può sfruttare quel leggero effetto anabolizzante.
Ci sono farmaci anticoncezionali che hanno effetti anabolizzanti leggermente più elevati rispetto ad altri, ma superano i controlli antidoping se ne viene menzionato l’utilizzo a scopo terapeutico. I dosaggi di anabolizzanti rimangono piuttosto bassi, ma qualunque effetto abbia sull’organismo è giustificato ed ammesso.
Ovviamente bisogna ricordare che ogni caso è unico e la pillola non è adatta a tutte le donne. Infatti, prima di assumerla, bisogna fare dei test specifici per vedere se ci sono delle alterazioni genetiche nella coagulazione del sangue, un fattore di rischio alto per tutte le donne che utilizzano anticoncezionali.
Analizzare e comprendere il proprio ciclo è un vero e proprio potenziamento delle prestazioni per le atlete e oggi molti medici specialisti del settore sono convinti che il controllo del ciclo mestruale debba diventare una vera e propria routine per ogni atleta.
In conclusione, si può dire che il ciclo mestruale può diventare un fattore di performance o di scarsa performance nello sport e in particolare in discipline di resistenza come il ciclismo. Infatti, l’attività fisica intensa interrompe il ciclo ormonale con molteplici rischi come le fratture da stress, perdita di concentrazione, che può persino portare a depressione e prestazioni inferiori. Mentre quando si ha un ciclo regolare, nella fase dell'ovulazione che avviene quasi sempre 14 giorni prima del ciclo successivo, c’è un’impennata di estrogeni e subentra il progesterone, ma anche il testosterone che può avere un impatto importante sulla forma fisica.
Questo aspetto è talmente importante che in alcuni sport, come la lotta, il nuoto o anche il tennis, le atlete gestiscono il ciclo, in modo tale da avere quel picco ormonale in un determinato momento, come ad esempio una gara importante.
Tutto questo vogliamo ricordare che è assolutamente lecito, ma che deve essere sempre seguito da medici specializzati, che prima di tutto si occupano della salute dell’atleta.
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