A TU PER TU. Scinto tra Trentino, Amstel, Giro e Visconti...
| 12/04/2011 | 12:49
A tu per tu con Luca Scinto, diesse felice (o quasi…) di un team Farnese Vini-Neri Sottoli protagonista di un fulminante avvio stagionale contraddistinto da nove qualificanti vittorie, 6 ottenute da l baby-Guardini, 2 da capitan Visconti e una dal sempre presente Gatto. E come d’abitudine si tratta di un’intervista ricca di spunti interessanti.
Come procede la vostra marcia di avvicinamento al Giro d’Italia?
«Dopo il GP Cerami abbiamo corso il Giro dell’Appennino e poi toccherà alla Freccia del Brabante, una prestigiosa semi-classica belga, al GP di Denain con Guardini e all’Amstel Gold Race dove mi attendo ottime cose da Visconti. Saremo poi ovviamente al GP di Larciano e mi dispiace che non ci abbiano invitati al Giro del Trentino, per delle ragioni tuttora incomprensibili».
Il “Marine” sembra in una condizione veramente buona…
«E’ così, mai come quest’anno ho visto Giovanni quasi al top in primavera; peccato per la Sanremo, dove Visconti si è fatto sorprendere in discesa, non ha rischiato dopo avere visto le cadute di Freire e di altri e poi non è riuscito a rientrare sui primi: ha sbagliato e anche lui se ne è reso conto, da quel ragazzo intelligente che è. Comunque alla Sanremo bisogna riuscire a stare davanti per puntare al podio ed è un peccato perché quest’anno Giovanni era in ottima forma e anche il meteo era ideale per lui, con quei 18 gradi…».
Molti critici sostengono che Visconti non è ancora competitivo oltre certi chilometraggi, tu cosa rispondi?
«Sono giudizi di chi non conosce il ciclismo. A Genova Visconti ha vinto un campionato italiano di oltre 260 km e l’anno dopo si è ripetuto giungendo secondo nella gara tricolore. E cosa dire del quarto posto al Giro di Lombardia. No, la distanza non è certo un problema per Giovanni».
Visconti si sta rivelando competitivo anche nelle gare a tappe…
«Siamo fiduciosi per un bel Giro d’Italia, dopo averlo visto protagonista al Giro dell’Oman, dove ha preceduto Cancellara & C. a cronometro, alla Settimana di Coppi e Bartali e soprattutto alla Tirreno-Adriatico in cui ha dato battaglia ogni giorno sfiorando il successo di tappa e senza la generosità e la combattività dimostrate, che hanno comportato un notevole dispendio di energie, sarebbe potuto salire sul podio finale. In questa gara mi hanno deluso certi squadroni che hanno peccato di attendismo, hanno criticato la nostra aggressività aspettando soltanto la crono finale dove poi sono giustamente rimasti con le pive nel sacco…».
Come imposterete il Giro d’Italia?
«Secondo il nostro credo che è quello di dare battaglia, di movimentare la corsa ed è per questo che talora diamo fastidio ai cosiddetti squadroni. Prometto ai nostri sostenitori che daremo spettacolo ogni giorno, che li faremo divertire. Nelle prime 12 tappe punteremo ai succesi parziali e quindi a cercare di indossare per qualche giorno la maglia rosa, anche se nella cronosquadre siamo meno forti che in passato. Comunque non subiremo mai la corsa».
Il tuo commento sul caso Sinkewitz?
«Patrik mi ha deluso, ha tradito la nostra fiducia e dall’inferno in cui era precipitato con noi era tornato in paradiso. Per lui avevamo derogato dalle nostre convinzioni che ci imponevano di non tesserare atleti coinvolti in casi di doping, ma visto che ormai tutti lo fanno – squadre di World Tour inclusi – avevamo accettato di dargli una chance. Ora ci ha ripagato così, anche se prima di condannarlo bisognerà attendere i verdetti definitivi. Stando così le cose devo dire che Patrik ci ha procurato un danno di immagine enorme, ha deluso i nostri sponsor. Noi però continuiamo a percorrere la nostra strada, il ciclismo sta cambiando ed è l’unico sport dove si fanno veramente i controlli antidoping. Siamo per la chiarezza e per la trasparenza, condannando chi bara».
Si parla di un mondiale in Danimarca assai adatto per Visconti, tu cosa ne sai?
«Anche a me giungono notizie di questo tipo e sono contento per Giovanni. Dopo certe incomprensioni passate ci siamo chiariti, è bastata una stretta di mano e ora il nostro rapporto è ottimo e consolidato, nonostante certe falsità che di tanto in tanto vengono pubblicizzate dai media. Per me siamo di fronte a un vero campione, un leader, un purosangue vecchio stile che è presente negli ordini di arrivo da febbraio a ottobre e in futuro, se deciderà di lasciare la nostra squadra che per lui è stata come una famiglia, gli auguro di prendere la decisione giusta e di trovare persone che lo seguano davvero. Io spero che rimanga con noi, ma sarà lui a decidere e senza tanti clamori, evitando situazioni imbarazzanti come accadde lo scorso anno».
Se ci sarà un dopo-Visconti su chi punterete?
«Io e Citracca vogliamo crescere e quindi punteremo sui giovani; accanto a un talento in crescita come Guardini cercheremo perciò di inserire qualche giovane promettente anche straniero e forse un paio di atleti esperti e vincenti».
di Stefano Fiori
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