
Neanche il migliore dei veggenti si cimenta nell’impresa di capire che Milano-Sanremo sarà quella che si
disputerà sabato 19 marzo. 298 chilometri, un’altimetria
caratterizzata da asperità temibili come il Turchino, Le Mànie, la
Cipressa e il Poggio. La “Classicissima” premierà la tattica
migliore, il corridore più coraggioso o il velocista più scaltro e
in condizione. Sicuramente, anche il più fortunato.
«Per un tecnico le certezze sono pari a zero perché le situazioni
di corsa cambiano molto rapidamente nel finale» spiega Alberto
Volpi (nella foto), il diesse della Liquigas-Cannondale insieme a Mario Scirea.
«Noi ci presentiamo al via con Nibali e Sagan quali punti di
riferimento, oltre a sei compagni al loro servizio. Ci mancherà Oss,
colui che poteva giocare un ruolo molto importante. Vincenzo è un
corridore eclettico che alla Tirreno-Adriatico ha mostrato una buona
gamba: il colpo a sorpresa sarà la sua arma. Riguardo a Peter,
auspichiamo un suo totale recupero dopo la caduta alla Paris-Nice.
Per caratteristiche è una corsa che può vincere: rimane il punto
interrogativo sulla tenuta, considerata la giovane età. Sarà il
nostro asso nella manica. Parlando di avversari, la lista è lunga,
ma più di tutti temo Freire e il trio della Garmin-Cervelò
Hushovd-Haussler-Farrar. La pioggia sarà una variabile importante,
magari una nostra alleata».
Nel 2010 Vincenzo Nibali provò un attacco da lontano e ora è pronto
a ripetersi: «Se un corridore come me vuole vincere la
“Classicissima” deve per forza osare un’azione che, appena la
si vede in tv, viene definita pazzia. Il percorso lo conosco ma credo
sia inutile fare troppe strategie alla vigilia. Nel finale può
succedere di tutto e l’unica cosa che devo evitare è farmi
sorprendere. Mi aspetto un attacco di Gilbert, mentre Freire è il
più temibile in volata. Io sto bene, meglio di quanto potessi
sperare. Alla “Tirreno” ho retto bene le lunghe distanze, cosa
fondamentale per aspirare alla “Sanremo”: la gamba c’è, il
resto lo farà la testa».
Per l’esordiente Peter Sagan la speranza più grande è di essere
al cento per cento delle proprie forze: «Ho ancora fastidio per le
escoriazioni provocate dalla caduta in Francia ma non voglio mancare
questo appuntamento. Mi sono fatto una cultura sulla Milano-Sanremo
attraverso YouTube: tanti finali diversi, scatti e controscatti, non
so proprio cosa aspettarmi. Con il DS Zanatta ho visionato gli ultimi
80 chilometri: le salite sono adatte a me, ma ciò che più mi
spaventa è la distanza complessiva. Finora ho disputato al massimo
una corsa di 260 chilometri, non conosco ancora la mia tenuta su 300.
Io darò il massimo, come la squadra mi chiede: nessuna pressione per
vincere. Sento fiducia intorno a me e questo mi rende tranquillo e
felice». L’ultimo pensiero è per gli avversari: «Cancellara mi
ha impressionato per come ha vinto nel 2008 e lo vedo competitivo
anche quest’anno. Poi Gilbert, Boonen, Hushovd, Haussler,
Pozzato… qui sono in tanti, dovrò avere mille occhi per
controllarli tutti».
Insieme a Nibali e Sagan la Liquigas-Cannondale schiererà gli
scalatori Valerio Agnoli, Damiano Caruso e Mauro Finetto, i passisti
Tiziano Dall’Antonia, Kristjian Koren e Alan Marangoni. Mancherà
Daniel Oss che non ha ancora recuperato dai sintomi di
tracheofaringite sofferti alla Tirreno-Adriatico.
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