Le Stelle di domani. Daniel Oss

| 29/01/2011 | 17:13
Guardo le stelle e vedo sei ragazzi giovani, con gli occhi svelti e le gambe forti. Anno nuovo, volti nuovi. In verità sono ragazzi e volti che conosciamo già da tempo, tutti piuttosto bene. Li conosciamo perché si sono messi già in bella mostra nel mondo dei professionisti dopo aver confermato quanto di buono avevano fatto vedere nelle categorie giovanili.
Sei personaggi in cerca di gloria, sotto una buona stella. Sei ragazzi di­ver­sissimi l’uno dall’altro, uniti da una sola grande passione: la bicicletta. Il più grande, 25 anni il prossimo 5 maggio, è Francesco Masciarelli, figlio d’arte, il «veterano» di questa nidiata di pupi alle prime armi, anche lui chiamato ad effettuare il gran salto, dopo aver reciso il cordone ombelicale con papà Palmiro e i fratellini volanti. Fran­cesco approda quest’anno all’Asta­na di Alexander Vinokourov, dopo una stagione da dimenticare per più di una ragione. Lascia il papà e lo fa da papà. Dopo la nascita di Riccardo, come dice lui, «ho una visione diversa dal mondo. Ora ho motivazioni e obblighi differenti, voglio fare il definitivo salto di qualità».
Sei autori in cerca di un personaggio. Masciarelli adora il cinema, e spera di diventare un giorno il James Dean delle due ruote. Diego Ulissi è uno dei volti nuovi di questo servizio, il più giovane in assoluto, visto che compirà 22 anni a luglio. Lui adora il buon vino, ma promette di concederselo solo lontanissimo dai pasti, per festeggiare magari una Liegi, la corsa che al mo­mento ha nel cuore e nella mente. Adriano Malori corre e lo fa anche quando potrebbe stare fermo. Perché ama l’aria aperta, perché adora fare sport, così quando non è tempo di bicicletta si dedica al footing e allo stretching, per restare in forma, per appagare il proprio spirito, per liberare la mente dai brutti pensieri. Poco più “vecchio” di Ulissi è Elia Viviani, che è di febbraio, quindi i 22 anni li compirà tra un mese. Elia alterna la pista alla strada e lo fa con assoluta naturalezza da anni e conta di poterlo fare almeno fino a Londra 2012. Adora la bicicletta, ma non disdegna il tennis, sport che pratica quando può, ma che segue come nessun altro. Ventiquattro anni li ha appena compiuti Daniel Oss, il 13 gennaio scorso, e lui procede dritto senza alcuna esitazione. Adora le pietre, quelle rotolanti dei Rolling Stone e di tutti i rockettari che sono venuti dopo. Lui è il rocker del gruppo, che insegue sogni estremi, soprattutto che non teme sognare: Roubaix, why not? Sacha Modolo compirà 24 anni il prossimo 19 giugno e adora il virtuale della sua playstation. Sogna, si misura, cerca il confronto, ma la sua realtà non è tanto diversa: sogna, si misura, cerca il confronto. Un anno fa quarto alla San­remo. Quest’anno vuole essere ancora lì, a giocarsela meglio di un anno fa, con la speranza di poter andare avanti e magari farsi vedere anche al Giro e un po’ più in là.
Sono sei autori giovanissimi, che so­gnano di diventare un giorno personaggi di uno sport che fatica a produrne. Loro hanno stoffa, talento e ambizioni. Il ciclismo non è uno sport per giovani? Niente di tutto questo: ci sono e lottano insieme a noi. Hanno voglia di conoscere i propri limiti e desiderano farsi conoscere dal grande pubblico delle due ruote. Hanno storie diverse, ma le loro storie valgono tutte un racconto. Sanno parlare, ragionare, discutere e disquisire. Li abbiamo incontrati poco prima di Natale, per parlare d’Amore, di Lavoro, di Soldi e Salute, come in un gioco astrologico d’inizio anno. Tutti si sono prestati con grande disponibilità. Tutti si sono messi in gioco, guardandosi dietro e davanti, ma tutti, proprio tutti non hanno esitato a guardarsi dentro. Tutti e sei, chi più e chi meno, hanno ammesso di guardare le stelle e studiare l’oroscopo, ma tutti, proprio tutti ricorrono alla concretezza del proprio lavoro: credono nel fato, ma preferiscono i fatti. Studiano gli astri, ma si affidano da sempre al loro estro.

DANIEL OSS
Nato il 13 gennaio 1987. Segno zodiacale Capricorno.

AMORE
«Sono fidanzato da tre anni con Paola Sartori, 21 anni, di Borgo Valsugana. Paola studia a Gorizia, facoltà di Scienze internazionali e diplomatiche. Ci siamo conosciuti sui banchi di scuola: io poi mi sono dedicato alla bicicletta e lei ha proseguito gli studi. Non sa nulla di ciclismo e questo per me è un punto a suo favore. Cosa mi piace di lei? A parte l’aspetto fisico - è il massimo - a me piace molto il suo modo di essere, di porgersi con me e con gli altri. Mi hanno conquistato la sua freschezza e la sua semplicità. Siamo molto diversi e questo per me è un be­ne. Lei riservata, io esuberante. Come potrei dirti: lei è letteratura, io matematica. Come mi vedo in futuro? Lo scopriremo solo vivendo. Amore è anche la mia passione per la musica. Adoro quella dei Queens of the Stone Age, anche se i miei cantanti preferiti sono Kurt Cobain dei Nirvana e Brody Dalle dei Distillers. Ora con gli impegni che ho non suono in pratica più, ma qualche anno fa mi dilettavo con il basso e la batteria».

LAVORO
«Non potevo iniziare meglio la mia carriera da professionista, con due stagioni sicuramente positive dove ho dimostrato di poter navigare bene nel mon­do dei grandi. Ora inizia però il difficile: confermarsi, fare un ulteriore salto di qualità. Nella scorsa stagione ho rotto il ghiaccio vincendo il Giro del Ve­neto e mi sono anche tolto la soddisfazione di vestire la maglia azzurra ai mondiali di Geelong in Australia. Al 2011 chiedo una conferma, soprattutto sulle strade del Belgio, nelle classiche che più mi stanno a cuore. Obiettivo minimo entrare nei dieci in corse come
Fiandre e Roubaix».

SALUTE
«Nel 2010 è filato via tutto liscio, quindi spero di essere sorretto anche quest’anno da una buona stella. Anno horribilis il 2006 quando, da dilettante, a Padova, mi sono fratturato la clavicola destra cadendo in pista. Da allora, toccando ferro, mi è sempre andata bene».

SOLDI
«Sono importanti ma non ne faccio una malattia. Da ragazzino mettevo da parte qualche soldino quando davo una mano a mamma Anita e papà Fulvio che a Pergine gestiscono ancora un ristorante/pizzeria. Fatta eccezione per qualche busta guadagnata nelle categorie giovanili, i primi veri soldini li ho guadagnati da dilettante, quando sono arrivato alla Zalf Désirée Fior dei fratelli Lucchetta e di Egidio Fior. A Ciano (Luciano Rui, ndr) dicevo: “Dammi quello che vuoi tu, a me va bene tutto”. Per me l’importante era correre con un grande team, strutturato e ben organizzato. Ho sempre guardato al domani, mai all’oggi. Adesso sono in un grande team, la Liquigas-Can­non­dale. Dopo due anni al minimo, ora ho un buon stipendio e una bella tabella premi. Ma il bello deve ancora venire. Se penso ai soldi? No, penso a vincere, quello sì».

da tuttoBICI di gennaio a firma di Pier Augusto Stagi

seguiranno: Adriano Malori, Francesco Masciarelli, Elia Viviani, Diego Ulissi e Sacha Modolo

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