Andrea Tonti si ritira ed entra nello staff D'Angelo&Antenucci
| 25/01/2011 | 11:41 L’ultima apparizione agonistica del quasi trentacinquenne corridore marchigiano è stato il mondiale australiano ed oggi lo troviamo pronto per iniziare una nuova avventura sotto una nuova veste: sport manager del Team D’Angelo & Antenucci - Nippo Corporation. “Dopo il mondiale, cioè da quando ho avuto la conferma che la Carmiooro con cui avevo un contratto anche per il 2011 avrebbe chiuso, ho avuto molti contatti, anche qualche promessa ma nessun accordo è stato chiuso. Da parte mia avevo posto una sola condizione: avere la certezza di disputare il Giro d’Italia visto che quest’anno la mia Castelfidardo sarà arrivo di tappa; questo significava trovare una squadra che mi garantisse una determinata attività. Senza nulla togliere ai team minori, che permettono a tanti giovani di maturare e trovare la loro dimensione, a questo punto della mia carriera non avrebbe avuto senso "un anno di transizione"; per questo fino ad oggi ho rifiutato le offerte di diverse squadre.” Andrea ha le idee chiare su questo punto. “Il ciclismo per me è passione, ma fare il corridore professionista è un lavoro. Rispetto le decisioni di altri colleghi (ognuno è libero di fare le proprie scelte) che corrono gratis o quasi o si accasano in team che fanno un attività a singhiozzo pur di non smettere. Per quanto mi riguarda, per continuare pretendevo (e credo di meritare) qualche garanzia: ho contribuito a vincere due Giri d'Italia e due Mondiali (partecipando in tutto a 4 prove iridate), posso già ritenere la mia carriera più che soddisfacente.” L’inverno di Andrea è stato particolarmente intenso: ha continuato ad allenarsi sperando che la situazione si sbloccasse ed infatti proprio in uno dei tanti incontri ha ricevuto la proposta dell’avvocato Piersanti di seguire il Team D’Angelo & Antenucci - Nippo Corporation con il ruolo di sport manager. “Mi ero promesso di decidere entro il 10 gennaio, allenarsi senza un obiettivo preciso non aveva senso, in contemporanea poi prendeva forma il progetto del nuovo team con sede ad Ancona, proprio a due passi da casa. Mi hanno proposto un ruolo diverso e l’ho ritenuta un’occasione professionale importante da cogliere al volo; tanto più che avevo già in mente di restare nell’ambiente a fine carriera.” La scelta di avere un ruolo dirigenziale in una squadra per ora minore, proprio quelle per cui ha rifiutato di correre, può sembrare un controsenso ma in realtà è la dimostrazione della concretezza di Andrea e del nuovo team marchigiano. “In sella ho tanta esperienza, 12 anni di professionismo ad alti livelli sono un bagaglio notevole ma non ho la stessa conoscenza dei meccanismi manageriali. Per questo ho scelto questa squadra, per iniziare assieme un cammino che ci permetta di crescere. E’ un team con un progetto veramente interessante, proporremo un nuovo modo di fare ciclismo tale da coinvolgere le tante persone che, per i più disparati motivi, si sono allontanati da questa magnifica disciplina.” Si chiude dunque una carriera iniziata nel 1999 con la Cantina Tollo che ha visto Andrea raccogliere 4 vittorie, tra cui spicca la due giorni marchigiana del 2006 nella sua Castelfidardo, ma soprattutto lo ha visto al fianco di grandi capitani. “Negli anni mi sono ritagliato il mio ruolo di gregario di lusso, i capitani sapevano che mi avrebbero trovato pronto e che avrei assolto a pieno il mio dovere. Ho vinto un Giro con Simoni e uno con Cunego e poi i Mondiali vinti con Bettini e Ballan. Posso ritenermi fortunato.” Una carriera che ha subito un brusco stop nel 2009 quando Andrea si è sottoposto ad un’operazione per risolvere un fastidioso problema che rischiava di costringerlo ad abbandonare il ciclismo. “Era stato davvero un brutto colpo, soprattutto perché rischiavo di smettere dopo la gioia del Mondiale vinto, ma poi sono risalito in sella più determinato che mai, all’inizio è stata durissima e solo chi mi è stato vicino in quei giorni può sapere quanto. Lentamente però ho ripreso a pedalare come volevo, in estate sono arrivati i primi piazzamenti e a Ottobre la maglia azzurra. Se penso che la mia ultima gara è stata con la maglia della nazionale non potevo pensare a migliore modo per chiudere la carriera. Ora inizia una nuova avventura.” L’ultimo pensiero di Andrea è per chi gli è stato vicino in questi anni. “E’ stato fondamentale avere affianco delle persone che mi hanno sempre sostenuto, anzitutto i miei genitori e mio fratello Marco, poi mia moglie Michela che mi ha sempre incoraggiato, spronato, seguito e anche sopportato.. Un ultimo saluto va ai miei tifosi, l’Armata Tonti in primis: non mi hanno mai fatto mancare il tifo a bordo strada.”
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