Allarme pista, niente Giochi per l'Italia?

| 12/12/2010 | 12:40
All’apertura del 27 luglio 2012 mancano 593 giorni: un’eternità. Maper la pista azzurra Londra è ormai dietro l’angolo, perché i prossimi tre mesi saranno importantissimi, quasi decisivi, per la conquista delle carte olimpiche. E dietro quell’angolo c’è lo spauracchio di un clamoroso zero alla voce partecipanti per la nazione che un tempo comandava il mondo. Una nazione capace di 36 podi olimpici (21 d’oro), seconda solo a Francia e Gran Bretagna nel medagliere dei Giochi, ma scesa ormai nelle posizioni anonime del ranking. Mai successo L’allarme lo avevano lanciato esattamente un anno fa i c.t. Andrea Collinelli (uomini) e Dino Salvoldi (donne), quando il Cio ufficializzò il nuovo programma per Londra 2012, spazzando via — su indicazione della Federciclo mondiale— discipline consolidate, come corsa a punti e inseguimento individuale, verso le quali l’Italia era riuscita a indirizzare con brillanti risultati anche qualche stradista. Il tutto a favore di un carnet di dieci specialità (cinque uguali per uomini e donne) fatto su misura per le scuole della velocità. «Decisione assurda, per noi è l’inizio della fine» dissero all’unisono Collinelli e Salvoldi. E furono buoni profeti. Perché l’Italia rischia davvero di non avere ai Giochi 2012 manco un pistard. E sarebbe la prima volta nella storia. Dieci prove La corsa alle carte olimpiche terminerà a fine marzo 2012 e al traguardo mancano dieci appuntamenti: due edizioni dei Mondiali, una dei campionati continentali e sette tappe di Coppa del Mondo, la prima a Cali (Colombia) da giovedì a sabato. Il quadro per noi è desolante. Nella velocità individuale e a squadre siamo distanti anni luce dai vertici. Idem nel keirin maschile, mentre in quello femminile avremmo, in teoria, l’unica vera speranza di medaglia, ma l’Elisa Frisoni vista negli ultimi anni è la lontana parente di quella che nel biennio 2004-2005 fu due volte argento ai Mondiali: e pur restando intatto il suo talento, un rientro in zona qualificazione appare difficilissimo. La risalita nel ranking è ardua anche per le ragazze dell’inseguimento a squadre. E tra gli uomini, sebbene qualche benaugurante progresso si sia visto, serviranno ogni volta prestazioni di spessore per entrare tra le prime sei europee. Omnium A questo punto le uniche tiepide chance di qualificazione le possiamo nutrire nell’omnium, dove le nostre punte sono Giorgia Bronzini e la giovane promessa Elia Viviani. Ma in questa specialità (sei gare in tre giorni) l’iridata su strada è tutta da scoprire e comunque non vanta certo il potenziale sfoggiato nella corsa a punti, di cui da due anni è la numero uno mondiale, o nello scratch, altro fortunato terreno di conquista. Dal canto suo Viviani, che pure vanta un bel po’ di medaglie a livello giovanile, dovrà metterci tutto se stesso per riuscire a staccare il biglietto per Londra, a rischio di togliere qualcosa all’attività su strada che rappresenta il suo futuro e che belle soddisfazioni (tre vittorie) gli ha regalato nella prima stagione tra i professionisti.

da «La Gazzetta dello Sport» del 12 dicembre 2010
a firma Paolo Marabini
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COMMENTI
QUALE PROGRAMMAZIONE?
12 dicembre 2010 14:46 jaguar
E' evidente che manca la programmazione e che il settore è lasciato a se stesso , non vinciamo da nessuna parte anche su strada fatta eccezione le donne che ci danno sempre qualche soddisfazione.Il presidente è un politico e pensa forse alle cariche mettiamoci anche il fatto che siamo carenti di strutture e la frittata è fatta.

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