Andrea Noé è a casa: «Tutto è bene quel che finisce bene»
| 05/10/2010 | 12:34 L’ha vista brutta Andrea Noé, decano dei professionisti italiani, ricoverato d’urgenza venerdì 24 settembre, proprio alla vigilia del Memorial Pantani. «Non sentivo assolutamente niente fino alle 19 di quel dannato venerdì – dice Andrea Noé a tuttobiciweb.it -. Nel pomeriggio avevo solo avvertito qualche dolorino alla pancia, poi verso le sette di sera i dolori sono diventati lancinanti. Vengo ricoverato immediatamente all’ospedale di Riccione dove mi sottopongono a esami del sangue e ad una ecografia. I globuli banchi non erano così alti da far pensare a qualcosa di più grave e anche l’ecografia evidenziava un po’ di liquido ma per i dottori era tutto nella norma: semplice appendicite. Mi operano al sabato mattina, ma quella che doveva essere una operazione di routine si rivela un intervento più complesso, di 3 ore, perché la situazione era molto più delicata: ho rischiato la peritonite. Grazie al cielo sono capitato in una struttura specializzata in questo tipo di operazioni. Interventi poco invasivi, in “laparoscopia”: tre buchini e via che ti sistemano a regola d’arte. Per me che sono un po’ più “figo” di buchini me ne hanno fatti quattro».
Insomma, tutto bene quel che finisce bene… «Esatto. Sette giorni di ricovero in una struttura davvero bella e all’avanguardia. Colgo l’occasione per ringraziare tutti, in particolare il dottor Garulli che mi ha rimesso a nuovo e non ha cessato di chiedermi fino all’ultimo giorno di ricovero: “ma è davvero lei non avvertiva nessun dolore?...”. Il dottore non sa che tempra hanno i corridori… Oppure ci sarebbe un'altra spiegazione: visto che sono un po’ in là con gli anni, comincio ad avere dei problemi d’udito. Non sento più niente».
Spiritoso… «Guarda, per parafrasare mia moglie: quando ho ripreso a dire stupidaggini, ha capito che ero guarito. Ho passato sette giorni difficilissimi. Mi hanno bombardato di antibiotici, ancora adesso sono uno straccio, ma dal 1° di novembre mi hanno detto che posso riprendere ad uscire in bicicletta: spero di non sentire nemmeno la catena…».
Più che per il Giro sei pronto per Zelig… «Cosa posso dirti? sento poco e a quasi 42 anni (il prossimo anno con la maglia della Farnese Vini di Scinto correrà la stagione numero 19) sto un po’ regredendo. Capita… D’altra parte dovete anche capirmi, è la prima volta che sto così tanto in ospedale, io non ho mai avuto niente. Solo una volta mi sono ritrovato in ospedale, per un trauma cranico. Giro d’Italia ’94, Pontedera, finisco dritto contro un ponte: ha la peggio il ponte. Io però da quel giorno sono diventato più brontolone e spiritoso. Dopo questa ultima avventura, però, mi sento più portato a farci su due risate, anziché lamentarmi: anche perché mi è andata davvero bene».
L'intervento è in "laparoscopia", non in parascopia!
Ma stai con la Famglia
5 ottobre 2010 13:42rondine
Dai vecchio brontolone, lascia stare, scendi dalla bici, come una macchina di diversi anni ogni tanto si rompe un pezzo, salvaguardia la tua salute e l'amore per la famiglia, tanto il tempo passa per tutti, ooooooooooooooooooo Scinto ma perchè non lo conscigli, managgiaaaaaaaaaaa sta divntando una comica.
W il ciclismo
HAPPY
5 ottobre 2010 16:37corridore
...sempre il numero uno il grande BRONTOLO!!!!
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