Hushovd: l'inno interrotto e l'autogol di Aso...

| 03/10/2010 | 17:31
Piccoli spunti polemici in una giornata da ricordare per tutta la vita. Thor Hushovd ha dovuto fare i conti con una gaffe tecnica al momento dell’inno nazionale: dopo poche parole, infatti, il nastro si è fermato e ha lasciato tutta Geelong in un silenzio glaciale. «È stato decisamente imbarazzante, ma tant’è. Certo, mi sarebbe piaciuto godermi l’inno fino in fondo. È stato un fatto triste, per me e per i miei compatrioti, anche perché nel ciclismo gli inni si sentono così raramente...».
Non è la prima volta che accade una cosa del genere: lo scorso anno a Parigi per Contador sul podio del Tour scattò l’inno danese, mentre una disavventura simile a quella di Hushovd accadde proprio in Australia ad Ercole Baldini, alle Olimpiadi del 1956: l’unica differenza è che allora gli emigranti italiani intonarono loro Fratelli d’Italia, stavolta i norvegesi erano pochissimi.
«Ora questa maglia finirà nel cassetto, la indosserò solo il prossimo anno - ha detto Hushovd - anche per colpa di Aso che non ha invitato il mio team alla Prigi-Tours...».
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