Giro del Friuli. La De Nardi Colpack riapre il suo diario

| 09/09/2010 | 11:27

Arieccoci… Ciao a tutti sono ancora io, Davide Orrico (nella foto Rodella) che vi scrivo qui dal 47° Giro Internazionale  della Regione Friuli Venezia Giulia… Questa volta la nostra Rossella si sbagliava, il Giro della Val d’Aosta non è stata la nostra ultima corsa a tappe, ma ora finalmente posso dire questa affermazione… Questa sarà davvero il nostro ultimo giro … O no !?!? Ross nel caso in cui si decida di andare insieme alla Trevigiani in Brasile spero di saperlo in tempo e do la mia piena disponibilità per partecipare! Dai basta con le cavolate vi racconterò le prime due giornate in quanto siamo qui in albergo a Trivignano (Udinese) già da martedì perchè il nostro ds Oscar Pelliccioli ha deciso di venire qui un giorno prima per poter fare tutti i protocolli e le sistemazioni in albergo con calma. Arrivati e sistemati nelle camere siamo andati a mangiare noi, Oscar, i due massaggiatori Elvis e Leone ed infine il meccanico Francesco; dopodiché siamo usciti in bici per una sgambata di un ora per preparare la corsa di ieri. Ma ora passiamo alla cronaca di questa prima giornata di gara, una tappa facile ma resa dura dalla pioggia incessante che ci ha accompagnati lungo i 152 km da Gorizia a Fogagna. Sveglia alle 7 per andare a fare una colazione leggera accompagnata dalla pasta in quanto la partenza alle 10.30 non permette di fare colazione e pasta separati; ma non ci sono problemi ormai siamo tutti abituati, finito di mangiare torniamo nelle nostre camere per una mezz’ora di relax prima di lasciare l’albergo alle 8.30 per recarci al ritrovo di partenza dove abbiamo trovato dei nuovi volti di corridori che affronteranno con noi questo giro, un sacco di stranieri molti di loro mai incontrati prima durante questa stagione,quindi molti dubbi ci accompagnano prima del via . Piove , piove , piove prima della partenza, durante la tappa e dopo … SMETTE!La nostra solita fortuna direi. Arriviamo già pronti alla partenza, massaggio con l’olio per proteggerci dalla pioggia andiamo dai massaggiatori  per i panini ma… sorpresa … non ci sono hahah se li sono dimenticati nel frigor in albergo quindi per rimediare ci forniscono i panini al prosciutto per il dopo corsa e delle barrette. Nessun problema di certo non moriremo di fame in una tappa tutta piatta (le così dette ultime parole infatti ho mangiato tutto ciò con cui ero partito) quindi ci andiamo a schierare per la partenza ufficiosa  , dove cerco di andare nelle prime posizioni per cercare di fare il pronti-via sin dal km 0. Detto fatto arriviamo al km zero e riesco ad essere già in prima posizione, lo starter abbassa la bandierina e io parto subito, sto bene le gambe rispondono bene quindi a tutta si mena… ma è tutto vano la velocità è elevatissima quindi si giunge alla prima salita a gruppo compatto, una salita non durissima ma affrontata a forte andatura ha fatto una discreta selezione. Agostini, il campione italiano Under 23, si scatena fa il ritmo e di conseguenza c’è una gran selezione e al gpm scolliniamo in una 50ina circa di corridori con me solo Paolo (Locatelli, ndr) di noi. Il gruppo è diviso in due grossi tronconi e la discesa è molto veloce, il che non favorisce il rientro dei corridori staccati perché la velocità tra il primo e il secondo gruppo è praticamente la stessa. Ci provano in tanti in discesa perché con la pioggia anche una semicurva può fare molta selezione, infatti così è vanno in fuga 19 corridori che acquisiscono subito un buon vantaggio, non posso stare fermo, in discesa non ho paura quindi cerco di seguire tutti coloro che provano a rientrare sui primi fino a quando ci riusciamo a sganciare, io e altri 7 o 8 corridori iniziamo a girare, la velocità aumenta si sfiorano i 65km/h ma il mio sogno di rientrare finisce in una leggera curva sulla destra la prendiamo davvero forte: Ruffoni, il corridore della Gavardo, che mi precede inizia a sentir scivolare le ruote e frena , io gli sono dietro cerco di rialzarmi ma è tutto vano la ruota davanti perde aderenza e io finisco a terra  con una scivolata degna delle migliori scivolate viste in Moto Gp, 30 metri sul mio povero fondo schiena ma per fortuna nessuna conseguenza grave, il problema è stato il dopo in quanto tanti altri corridori son caduti dopo di me nello stesso punto ed alcuni si son fatti anche male il che mi dispiace visto che non era per nulla mia intenzione assaggiare l’asfalto friulano… ma che posso dire succede anche questo fa parte del gioco del ciclismo . Da questo punto in poi cari amici inizia la seconda parte della mia corsa e siamo solo al km 49 di gara, con ancora 103 da fare. Mi rialzo riparto ed ho una sorpresa , ovvero provo ad agganciare la scarpa al pedalino ma non ci riesco mi sembrava di essere tornato a quando ero un giovanissimo, ci provavo e non ci riuscivo più e più volte, al che controllo la suola della scarpa e con mio gran stupore scopro che non ho più una parte del tacchetto… quindi che fare ? Cerco di andare avanti il più possibile aspettando il secondo gruppo che ha un ritardo di quasi 3 minuti e quando vengo raggiunto mi metto in fondo in attesa dell’ammiraglia, come se non bastasse in quel preciso instante inizia a diluviare, un vero e proprio diluvio universale, pioggia a catinelle, ma si continua chi si è ferma è perduto, così dicono, chiamo con insistenza l’ammiraglia e finalmente arriva Oscar con la scarpa di scorta che avevo messo nella borsa del freddo. Mi fermo infilo la scarpa come cenerentola in fretta e furia e riparto. Per fortuna ci sono le ammiraglie e rientro dopo pochi km in gruppo . Da qui in poi la corsa scorre regolare con il gruppo davanti che insegue i fuggitivi e con il nostro gruppo che insegue il gruppo degli inseguitori, un lungo inseguimento che termina al km 109 dove i due plotoni si ricompattano e la Trevigiani insieme alla Gavardo inizia a tirare con veemenza per andare a riprendere i primi, ma sarà tutto vano. All’arrivo i 19 di testa avranno un vantaggio di 2’ e 13’’ sul nostro gruppo regolato da Ruffoni.Dopo la corsa quando ci parliamo e scambiamo i soliti commenti e racconti sulla tappa scopro che anche Michele e Samuele (Nodari e Conti, ndr) hanno avuto problemi con le ruote… Michi mi racconta che ha forato nel peggior momento possibile dopo soli 15 km quando l’andatura era davvero sostenuta e nel tentativo di rientrare è scivolato anche lui per colpa delle ruote fornite dal cambio ruota che erano troppo gonfie però senza riportare conseguenze. Poi successivamente si è rifermato per cambiare la ruota ed usare quelle della squadra, insomma una bella avventura anche per lui. Invece Samuele è stato protagonista di un dritto in discesa per evitare un corridore kazako caduto davanti a lui . Giornata piena di racconti quella di oggi, speriamo lo sia anche quella di domani dove alla tastiera ci sarà il mio compagno Samuele Conti, per ora vi saluto ci sentiamo nei prossimi giorni sperando che la cronaca della corsa cambi e che queste nuvole lascino spazio ad un sole caldo.


Davide Orrico


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