Vuelta di Spagna. Petacchi si è ritirato

| 05/09/2010 | 13:57

Dalla gioia della vittoria alla delusione per il ritiro in soli due giorni: questa è l'altalena di emozioni sulla quale si è trovato Alessandro Petacchi, trionfatore nella 6^tappa e oggi costretto al ritiro nel corso dell'8^frazione della Vuelta a Espana.
Il velocista della Lampre-Farnese Vini ha abbandonato la corsa dopo 47 km dalla partenza Calpe, per i postumi della caduta che lo ha visto coinvolto nei primi chilometri della frazione di ieri.
Dopo la caduta, nella quale aveva riportato ampie escoriazioni a un gluteo, al braccio destro e alla schiena, oltre a una ferita al gomito destro, Petacchi era giunto regolarmente al traguardo ma, accompagnato dal medico di squadra dottor Beltemacchi, si era sottoposto presso l'ospedale di Alicante a controlli radiografici che avevano escluso fratture. Ale-Jet aveva lasciato in serata l'ospedale dopo che i sanitari avevano applicato diversi punti di sutura sulla profonda ferita del gomito destro, come ha spiegato il dottor Beltemacchi: "Oltre alle fastidiose abrasioni su schiena e gluteo, a preoccupare maggiormente era la ferita al gomito, per la quale è stato effettivamente necessario ricorrere a sutura e a un trattamento antibiotico. Dopo una notte passata senza poter riposare adeguatamente, stamane il braccio di Alessandro era molto gonfio e il corridore avvertiva forti dolori alla schiena e al gluteo, ovvero le parti contuse nella caduta. Petacchi ha provato a stringere i denti ma, nono riuscendo a tenere il manubrio e pedalando con una postura inadeguata, non ha potuto andare molto lontano".

Naturalmente amareggiato Petacchi: "Sono molto triste, è davvero un peccato dover abbandonare la corsa proprio ora che sentivo le gambe girare sempre meglio. La caduta mi ha però lasciato conseguenze poco piacevoli: le abrasioni sono vaste, tanto che non ho potuto neanche sottopormi ai massaggi e non sono riuscito a dormire durante la notte, inoltre il braccio si è gonfiato e di conseguenza tenere il manubrio mi risultava impossibile. Rimane la consolazione di essere riuscito a lasciare il segno in una tappa".


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