Basso: il Giro si vince a Milano

| 19/05/2005 | 00:00
Sereno, pacato come sempre, Ivan Basso dopo il traguardo di Zoldo Alto, fasciato finalmente dalla maglia rosa ha risposto alle domande dei giornalisti. «Dopo tanto scetticismo intorno a me credo di aver dimostrato ciò che sono in grado di fare. E ho solo cominciato. Questa è una tappa che avevo in testa da molto tempo; qualche mese fa sono venuto due giorni sulle Dolomiti e ho provato per due volte il finale perché volevo fare una grande prova. Oggi, dal Passo Duran in poi ho fatto la mia corsa senza guardare gli altri. A questo punto è chiaro che le carte sono scoperte e quindi i giorni prossimi dovrò correre in un modo diverso, ma ho un tecnico bravissimo come Riis e con lui studieremo una strategia per correre nel migliore dei modi. Non ho mai sottovalutato i miei avversari e continuo a non sottovalutare nessuno. Perché il Giro d'Italia non lo si vince oggi ma a Milano, e mancano ancora molte montagne: c'è lo Stelvio, il Passo delle Erbe, quello delle Finestre... manca ancora molta salita. Cunego? Non so cosa gli sia successo, ma preferisco non commentare una giornata difficile di un collega. Può capitare a tutti. Certo con oggi cambia un pò la corsa di Damiano, ma di giornate ce ne sono ancora tante e una brutta giornata può succedere. Io sto bene, vado avanti con fiducia, e come non mi sono lasciato condizionare in passato continuerò il mio lavoro con la massima serietà. Per quanto riguarda la questione delle perquisizioni dei Nas io penso che noi corridori abbiamo già molto da pensare al ciclismo pedalato, c'è un' associazione preposta a questo che tutela i nostri diritti, e sono loro che ci devono pensare. Noi dobbiamo pensare a corerre domani e dopo domani perché ci aspettano tappe molto dure». E Savoldelli, il falco ritrovato, esordisce chidendo scusa a Basso: «Voglio chiedere scusa a Ivan perché negli ultimi chilometri mi sono messo alla sua ruota e non ho più tirato un metro, ma era troppo importante per me vincere oggi. Tanto più che lui era già in rosa. Io vengo da due anni in cui non ho corso il Giro e non potevo perdere questa occasione. In discesa non ero lucidissimo, perché mi avevano tirato il collo nelle salite... Basso era strepitoso, ho comunque cercato di avvantaggiarmi in quella che di sicuro è la mia specialità, la discesa appunto, poi ho aspettato che mi raggiungessero sul falso piano e quando abbiamo capito che Simoni stava mollando ho aiutato Basso a fare il buco. Negli ultimi due chilometri, come ho detto, non ho tirato più e ho aspettato di disputare la volata. Vincente».
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