
Ci siamo, il 93° Giro d'Italia è qui: si comincia domani con il cronoprologo di Amsterdam, 8,4 chilometri per la prima delle tre tappe olandesi che partiranno tutte dalla capitale; domenica e lunedì si corrono, infatti, la Amsterdam-Utrecht e la Amsterdam-Middleburg, tappe piane ma molto lunghe: 434 chilometri complessivi prima del rientro aereo in Italia e del giorno di riposo.
Il Giro entra nel vivo mercoledì 12 maggio: la quarta tappa è la cronosquadre Savigliano-Cuneo, 33 chilometri che daranno una prima, anche se parziale, indicazione sulle ambizioni di vittoria dei 198 corridori al via. Difficile però ipotizzare exploit significativi o crolli clamorosi prima dell'ottava tappa, domenica 16, con l'arrivo in salita al Terminillo (anche se prima c’è la “trappola” delle Strade Bianche): lì la classifica generale verrà riscritta; qualcuno uscirà prematuramente di scena, qualcun'altro vi entrerà e qualcun'altro ancora si troverà inaspettatamente davanti, magari a dover difendere la maglia rosa. Di certo il Terminillo è una salita che può fare "danni" e sarà il termometro delle energie dei corridori con ambizione di classifica.
La seconda settimana sarà una lunga marcia di avvicinamento: dal Lazio si scende in Campania e Puglia, con arrivo a Bitonto, prima della risalita che toccherà L’Aquila al termine di un tappone di 256 chilometri e porterà la carovana lungo l'Adriatico fino a casa di Pantani, e fino - soprattutto - allo Zoncolan: la Mestre-Monte Zoncolan, 222 chilometri, è una delle 5 tappe più difficili del Giro.
Le altre 4, piene di montagne all’inverosimile, sono tutte concentrate nell'ultima durissima settimana che inizia con il secondo giorno di riposo della corsa (il 24) e si chiude con la cronomentro individuale di Verona il 30: gli ultimi 15 chilometri del Giro 2010 che forse saranno decisivi per la assegnare la maglia rosa finale. Forse, perchè la cronoscalata al Plan de Corones, il Mortirolo e il Gavia potrebbero definire prima la classifica generale.
I nomi che si fanno per la vittoria finale sono i soliti: il campione del mondo Cadel Evans (BMC), Ivan Basso (Liquigas), Carlos Sastre (Cervelo) e Alexandre Vinokourov (Astana), con l’australiano e lo spagnolo che al momento si fanno preferire.
Evans è il corridore che ha mostrato più solidità; uscito benissimo dalle Classiche del Nord, parte per vincere con una motivazione in più: dopo Saronni nel 1983 nessuno ha mai vinto il Giro con la maglia di campione del mondo.
Basso non è andato bene nè al Trentino nè in Romandia, dove è apparso lento soprattutto a crono; lui stesso ha ammesso che pensava di arrivare ad Amsterdam con qualche certezza in più.
Sastre si è nascosto tutto inverno, ha corso solo la Vuelta a Catalunya e la Liegi, ma ha anche detto più volte di essersi preparato bene e di aver avuto bisogno di un lungo periodo di riposo e recupero; c'è da credergli e correrà per vincere, anche perchè è quello che va meglio in salita, conosce il Giro e ha l’esperienza dalla sua.
Vinokourov è andato molto forte ad aprile, forse troppo, e potrebbe pagare, in termini di condizione, nell'ultima decisiva settimana.
I primi posti sembrano assegnati, ma non è detto: Scarponi (Androni Diquigiovanni), Cunego (Lampre farnese), Pozzovivo (Colnago CSF) e Karpets (Katusha) potrebbero infilarsi insieme al solito outsider. Due nomi? Gustav Larsson (Saxo Bank) e Linus Gerdemann (Milram).
Pronostici? Giochiamocela fino alla fine, per divertirci. Pinotti (HTC Columbia) prima maglia rosa e il compagno di squadra Andre Greipel - il corridore più vincente nel 2010 con 11 successi - in maglia rossa a Verona. Garzelli (Acqua e Sapone) a giocarsi la verde con Jackson Rodriguez e Jose Serpa (Androni Diquigiovanni); Rigoberto Uran Uran (Caisse d'Epargne), Bauke Mollema (Rabobank), Robert Kiserlovski (Liquigas) e Francesco Masciarelli (Acqua e Sapone) i giovani interessanti. Le scommesse sono aperte.
Luigi Borghi