
kohl e la rabobank — La base di Mariana Mantovana è così importante da avere ramificazioni fino in Austria, al 10 di Ignaz Köck Strasse di Vienna. Lì c’è la sede della Humanplasma, clinica specializzata nel trattamento del sangue (soprattutto a fini dopanti). Clinica diventata tristemente nota dopo la denuncia anni fa di Dick Pound, capo della Wada (l’Agenzia mondiale antidoping), e di Bernhard Kohl, che dopo il terzo posto maglia di miglior scalatore al Tour 2008 venne trovato positivo al Cera. Kohl confessò come venivano eseguite le procedure per l’arricchimento del sangue: di conseguenza, il miglioramento delle prestazioni. Gli inquirenti austriaci sostengono che all’Humanplasma ci sarebbero andati alcuni corridori della Rabobank, tra i quali il russo Denis Menchov, maglia rosa 2009, più fondisti e biathleti di Austria e Germania.
IL CENTRO — Al centro dell’inchiesta della Procura di Mantova c’è un farmacista-preparatore-allevatore-medico. Farmacista di laurea (ottenuta a Bologna); preparatore di fatto (ha lavorato spesso con le squadre di Saronni), negli ultimi anni in coppia con Stefano Gelati, allenatore tra gli altri di Alessandro Ballan, iridato 2008; allevatore di cavalli più che altro per hobby (il binomio allevatore-preparatore, quindi animale-atleta, ricorre frequentemente nei casi di doping); medico. Parliamo di Guido Nigrelli, nell’ambiente ciclistico conosciuto come "Barba", farmacista a Mariana Mantovana. Nel maggio 2001 Nigrelli finisce al centro di un’inchiesta a Brescia per esercizio abusivo della professione medica. E’ accusato di somministrare Emagel, un farmaco usato per diluire il sangue, quindi per tenere basso l’ematocrito. E’ anche tra i 52 indagati dopo il blitz di Sanremo al Giro 2001.
LA DONNA — A far scattare le indagini pare sia stata una donna vicina al Nigrelli, di nome G., impiegata all’ospedale di Mantova, che avrebbe allertato gli investigatori. A scatenarla, pare siano stati motivi passionali e una controversia economica. E adesso Mariana Mantovana potrebbe essere collegata a Vienna da un invisibile, ma potente, filo rosso sangue.
da «La Gazzetta dello Sport» del 6 aprile 2010