
Quando vinci 14 corse in un anno, poco importa se poi la stagione dopo cambi categoria e quindi ti trovi a correre con atleti che hanno una maggiore esperienza. Poco importa. La pressione c’è, anche se chi ti sta intorno (inteso come team) cerca di allontanarla. Dentro sai benissimo che se cominci a non vincere, tutti sono pronti a porsi, e a porti, delle domande. Nicholas Marini, bresciano dall’occhio vispo e dal guizzo letale, sin dalle prime corse tra gli juniores ha sentito addosso la pressione. Prima settimana “di prova” e alla seconda ha messo alle spalle tutto e tutti. Treviglio, la capitale della Bassa Bergamasca, rettilineo finale della “Medaglia d’Oro Hotel La Lepre”, una delle classiche di apertura. Strada viscida e maligna per via della pioggerellina fastidiosa che ha accompagnato la corsa della Ciclistica Trevigliese. Il gruppo schiuma e si apre, non c’è posto per la paura, bisogna buttarsi e basta. L’Aspiratori Otelli Caseifici Zani e il Team F.lli Giorgi sferragliano i loro treni: uno per Marini e l’altro per Coccoli. Tra di loro Daniele Menegon della Trevigliese, novello “Golia tra tanti Davide”. I “locomotori” finiscono il proprio lavoro, tocca all’ultima carrozza: quella del velocista. Marini sfreccia a centro strada, un re non accetterebbe mai di stare ai lati, fa esattamente quello che ha fatto per 14 volte nella categoria inferiore degli allievi: vince. Anzi, trionfa perché gli altri arrivano a distanza di sicurezza. Coccoli lotta fino allo spasimo ma quando si accorge che Nicholas gli è scappato via, si rialza quasi di stizza. Attimo fatale, “Golia-Menegon” si piega sulla bici, tira fuori da chissà dove, visto il fisico non proprio possente, un colpo di reni degno dei migliori velocisti, e lo brucia per una questione di millimetri, a fatica riscontrati al fotofinish. Giancarlo Otelli, patron del team bresciano, e il diesse Gian Battista Bardelloni possono esultare. Marini “il cannibale” tra gli allievi c’è anche tra gli juniores, e se il buon giorno si vede dal mattino, ci vorrà ancora il pallottoliere per contare le sue vittorie. “Ho vinto io, ma sul podio ci deve andare tutta la squadra per il grandissimo lavoro fatto oggi – ha esclamato Marini che risiede a Provaglio d’Iseo, la terra dove vivono velocisti del calibro di Danilo Napolitano e Mattia Gavazzi -. Hanno chiuso tutti i tentativi e mi hanno pilotato alla perfezione. Il lungo rettilineo preceduto da un cavalcavia è il mio terreno preferito, è pane per i miei denti un arrivo di questo genere. La pressione? Certo, l’ho sentita addosso, sapevo che dovevo vincere subito, ma il fatto non mi ha complicato la vita. Obiettivi? Non me ne pongo, devo fare esperienza ma allo stesso tempo cercherò di prendermi tutte le soddisfazioni possibili”. Intanto alla seconda corsa ha vinto e questa è già una gran bella partenza. Daniele “Golia-Menegon” sorride e sprizza soddisfazione. Ma “la mente” della Ciclistica Trevigliese che vive a Suisio (Bg), e lavora part-time in un negozio di biciclette (guarda caso…) a Presezzo (Bg), guarda già avanti. “C’erano i due treni dell’Otelli e della Giorgi, ho cercato di sfruttare il loro lavoro. Ero a ruota di Coccoli ma ho avuto una esitazione: ho aspettato un attimo a partire perché avendo lavorato anche prima in corsa non sapevo se le gambe erano ancora buone per una volata più lunga. Invece ce l’avrei fatta, credo che se fossi partito un po’ prima l’esito sarebbe potuto essere diverso”. Grinta e “cabeza” come direbbero in Spagna dove amano le corride che tanto assomigliano alle volate. Complimenti “Golia-Menegon”.
Valerio Zeccato
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