L'indiscreto

| 28/05/2009 | 09:01
Di Luca sul collo e la magistratura austriaca nuovamente alle calcagna. Strano destino quello di Denis Menchov: sogni rosa e incubi austriaci. Come per un perfetto Macbeth, la minacciosa foresta assume le sembianze di una vecchia, vecchissima inchiesta austriaca, scoppiata nel gennaio di un anno fa. Il nome tutto un programma: Humanplasma.
Fu la ARD, la tivù tedesca, a parlare per prima di questa banca del sangue. Tre i corridori che furono chiamati in causa: Michael Rasmussen, Michael Boogerd e Denis Menchov. L’inchiesta fu chiusa con un nulla di fatto. O meglio, ognuno di loro dimostrò senza alcun problema, che in quella vicenda non aveva nulla a che fare.
Ora, alla luce della confessione fornita alle autorità austriache di Bernhard Kohl, ex corridore austriaco cacciato dal Tour per una positività alla Cera e accusato dalla magistratura austriaca di traffico di sostanze dopanti assieme a Rasmussen (la posizione del corridore danese, cacciato dal Tour due anni fa, sarebbe davvero molto delicata), il nome di Menchov è riaffiorato, tornando d¹attualità. Luuc Eisenga, responsabile delle relazioni esterne della Rabobank, conferma l’interessamento da parte della magistratura. «Ci hanno chiesto la massima disponibilità a collaborare e noi l’abbiamo garantita, sia da parte nostra sia da parte dei nostri corridori (Michael Rasmussen, Michael Boogerd, Denis Menchov, Joost Posthuma, Pietre Weening e Thomas Dekker), ma al momento non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione d’infrazione».
Da parte sua, la maglia rosa mostra tranquillità assoluta. «Ho già dato un anno fa tutte le spiegazioni del caso, se me lo chiederanno tornerò a darle: non ho nulla di cui temere», ha detto il russo nel dopocorsa, denso di nubi e dubbi.

da Il Giornale
a firma di Pier Augusto Stagi
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