
Paul Seixas è il nuovo simbolo del ciclismo francese. A 19 anni è arrivato settimo al Giro di Lombardia, un evento straordinario perché è il più giovane corridore nella storia, ad essere entrato nei primi 10 alla sua prima Classica Monumento. Ma non basta, perché il giovane di Lione è arrivato terzo ai Campionati Europei alle spalle di Tadej Pogacar e Remco Evenepoel ed è riuscito a tagliare il traguardo al Mondiale di ciclismo in Ruanda, dove solo 30 corridori hanno portato a termine la corsa. Alto 185 centimetri e con un peso di appena 61 kg, è un atleta filiforme con la faccia da bravo ragazzo. Il lionese voleva imparare e fare esperienza in questo 2025 e da grande vuole vincere il Tour de France.
«La prima gara che ho vinto è stata a 8 o 9 anni, a Bourg-en-Bresse. È stata la prima a cui ho partecipato – ha raccontato Seixas – Ho fatto impazzire la mia famiglia, perché nessuno di loro seguiva il ciclismo e quindi non capivano la mia passione. Ho dovuto insistere e dimostrare che potevo fare questo sport e alla fine ho avuto ragione».
Di anni ne ha solo 19, ma si comporta già come un uomo navigato, con un senso di responsabilità alto. Seixas ha le idee chiare e sa cosa vuole dal suo futuro. Gli piace la Liegi-Bastogne-Liegi, corsa che non aveva mai visto dal vivo quando era bambino, ma che ha vinto nella categoria juniores. Ha vinto il Tour de l’Avenir e il suo sogno più grande, è quello di correre e magari vincere, il Tour de France.
«Il sogno, ovviamente, è correre il Tour de France. È la gara più importante per me. Ma c'è il sogno e la realtà e la realtà significa restare equilibrati. Quando si crea un programma di gare, deve essere intelligente, ecco perché non abbiamo ancora deciso se parteciperò al Tour nel 2026. Abbiamo detto che avremmo fatto un grande giro, ma non so quale. Tra le classiche, la Liegi-Bastogne-Liegi arriverà l'anno prossimo, ho già vinto questa corsa da junior. Mi piacerebbe provare Strade Bianche, ma non so se sarà possibile. Voglio correre la Parigi-Nizza o la Tirreno-Adriatico, perché sono corse che ti fanno fare esperienza».
Seixas non vuole assomigliare a nessuno e non vuole stupire con i suoi risultati e sa che dovrà fare un passo alla volta, per ottenere dei risultati importanti. «Non mi paragono troppo agli altri ciclisti. Preferisco concentrarmi su quello che faccio. Sono giovane, i miei progressi sono diversi rispetto a un atleta di 25 o 26 anni. So che il mio corpo è giovane e deve formarsi. Ho tanta strada davanti da fare e cerco sempre di fare del mio meglio, ma so che ho margine di miglioramento, perché il mio fisico deve ancora crescere».
Il lionese è abituato a fare interviste e il circo mediatico non lo infastidisce. E’ soddisfatto della sua stagione ed è solo rammaricato per il Mondiale in Africa, dove pensava di poter far meglio. Seixas sa di essere un ragazzo del futuro e per questo deve prendersi il suo tempo per non sbagliare e le critiche degli altri, se non sono costruttive lui non le prende in considerazione e non pretende mai di piacere a tutti.
«Ci sono molti grandi talenti che vengono celebrati e i media si entusiasmano molto in fretta. In fin dei conti, è più facile essere il migliore di una generazione piuttosto che il migliore di tutte le generazioni. Ma bisogna anche considerare la qualità della generazione, che può influenzare le opinioni. La cosa più importante è dare il meglio di se stessi e se il mio miglior risultato in carriera sarà un quinto posto al Tour de France, allora sarà un quinto posto al Tour de France. Ma farò tutto il possibile per ottenere il mio miglior risultato possibile».
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