
E’ stato il giorno dei record, dei sogni e dello spettacolo, ma soprattutto è stato il giorno di Tadej Pogacar che ha vinto, dominato e rispettato ogni pronostico. Conquistare 5 Lombardia consecutivi significa distruggere ogni record e fare qualcosa che nemmeno lui aveva mai minimamente immaginato. Da bambino infatti, come racconta in conferenza, nemmeno sapeva cosa fossero le corse monumento e invece eccolo lasciare il segno di nuovo, implacabile.
Era un giorno speciale, quello dell’addio di Rafal Majka, quel mentore/compagno di squadra che Tadej Pogacar ha ringraziato immediatamente dopo il traguardo, mentre tutto intorno il pubblico urlava a gran voce il suo nome. «Tutti i giri di Lombardia che ho vinto sono speciali, ma questo lo è più di tutti, perché è stato l’ultimo di Rafal Majka e credo che il suo sogno fosse proprio quello di finirlo in questo modo. E’ stato un grande onore correre con lui, per me è stato un grande maestro che mi ha preso al suo fianco e mi ha insegnato davvero molte cose. Anche oggi ha corso in modo perfetto e se siamo qui a festeggiare è anche merito suo» racconta Tadej che svela anche una chiacchierata speciale che ha avuto poco prima di salire sul podio, A fargli i complimenti c’era anche il maestro Colnago che gli ha passato al telefono Eddy Merckx, il cannibale. «Spesso mi comparano ad Eddy, ma credo non sia giusto, eppure oggi dopo il traguardo ho parlato proprio con lui. Non so se fosse il destino o altro, ma ha chiamato Ernesto Colnago che era al traguardo e me lo ha passato immediatamente. È stato veramente un momento speciale ricevere i complimenti direttamente da lui»
Il dominio Uae è stato totale, ben 4 corridori nelle prime 11 posizioni al termine di una delle corse più complicate del calendario mondiale. Oltre alla prova del campione del mondo ha brillato quella del giovanissimo Isaac del Toro al suo debutto al Lombardia. «Il Lombardia è una delle corse più difficili da pianificare e credo che Isaac sia stato incredibile, oggi si meritava di avere la sua chance. È stato bravo a controllare ciò che succedeva alle mie spalle, ha fatto un grande lavoro e poi ha avuto la possibilità di fare la sua corsa sfiorando addirittura il podio. Ha un grande futuro davanti a lui e credo abbia tutto il tempo per vincere molte corse, e non escludo che un giorno sarà lì a tirare per lui.» prosegue Tadej che è stato avvolto nell’abbraccio dei suoi compagni. Da Mauro Gianetti ad Andrea Agostini. A Bergamo c’erano proprio tutti ricordando al mondo la solidità di un team costruita intorno al suo campione. «Quando sono arrivato al Team Uae nel 2019 era una squadra completamente diversa, io nemmeno ero un vero corridore professionista, ma siamo cresciuti insieme. Le prime due vittorie al Tour ci hanno dato lo stimolo a fare, ma soprattutto la doppia sconfitta subita dal Team Visma ci ha dato la spinta per andare a ricercare la perfezione .Abbiamo cercato di avere la bici migliore, i migliori accorgimenti, i ragazzi più forti e giovani talentuosi pronti a sbocciare . Il team ha fatto un lavoro incredibile ed è impressionante vedere come non solo la squadra sia cresciuta, ma anche lo stato del Uae, ora ci sono tanti appassionati e tanti ciclisti, una cosa che fino a qualche anno fa nemmeno esisteva»
Fa un certo effetto vedere cosa può scatenare la Pogacar Mania, un’onda incredibile in grado di raggiungere ogni parte del mondo e muovere veramente tantissime persone. Oggi a Bergamo erano in migliaia, sia al traguardo che lungo le strade, pronti ad accogliere il loro campione con striscioni e urli di incitamento. È un effetto bellissimo che cresce sempre di più e che accende l’amore per questo straordinario sport e per un campione stratosferico che non smette di stupire. «E’ stata una stagione molto lunga e ricca di soddisfazioni, ma direi che ora è il momento di riposare. Nei prossimi giorni mi prenderò del tempo per stare con la mia famiglia, ma anche per passare dei giorni in Slovenia dove ci aspettano tante attività con l’associazione che ho con Urska – spiega Tadej –mi viene da ridere a dirlo ma effettivamente organizzare il periodo di off season è addirittura più complicato della stagione in se. Ci sono tante cose da fare come gli incontri con gli sponsor, con la stampa, spesso meeting improvvisi che sconvolgono tutta la giornata, ma si sa, fa tutto parte del gioco. Come diceva Rafal oggi la vita da corridore passa molto velocemente, ma te ne accorgi solo dopo.»
La stagione del campione del mondo non poteva concludersi in modo migliore, con una vittoria, con un sigillo definitivo. Eppure è già tempo per pensare a quello che verrà dopo, delle nuove sfide, dei nuovi obiettivi e quell’assoluta voglia di mettersi in gioco, magari aggiungendo alla sua già vasta collezione le poche perle che gli mancano. Due su tutte Milano Sanremo e Parigi Roubaix. E se qualcuno pensava che quella dell’anno scorso nella classica delle pietre fosse solo un assaggio, preparatevi a vederne delle belle perché ci sarà da divertirsi.
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