
Il Tour de Langkawi è in pieno svolgimento e la compagine italiana sta dando spettacolo sulle strade della Malesia infiammando i cuori dei tifosi. La start list parla di 8 atleti al via, ma in realtà sono ben 9 gli azzurri impegnati in questa famosissima corsa a tappe asiatica. A guidare la giuria internazionale uci della corsa c’è infatti l’italiano Daniele Balzi che sta vivendo un’esperienza lavorativa davvero speciale ed è già diventato l’idolo del popolo malese.
Per Daniele il ciclismo è una tradizione di famiglia, suo fratello gemello lo ha sempre praticato e la domenica era una consuetudine andare alle corse. L’ha sempre visto a bordo strada come tifoso appassionato ma poi a 18 anni qualcuno gli ha lanciato l’idea di tentare di fare il corso di giudice di gara e da quel momento è iniziata la sua lunga scalata. Adesso che di anni ne ha 38 può dire di aver attraversato una lunga trafila di corsi e di specializzazioni che lo fanno uno dei giudici più giovani a livello internazionale, nonché un dei più rispettati. Dal 2017, per ben due mandati, è stato il presidente dei giudici della Lombardia, mentre dall’anno scorso è preside l’ordine nazionale. Un lavoro intenso quello di Balzi che mette tanta passione in tutto quello che fa ed usa ogni gara per mettersi in discussione e imparare qualcosa di nuovo.
Il Tour de Langkawi è la sua seconda corsa in terra asiatica, la prima è stata il tour de Gyeongnam nel mese di giugno, un’esperienza in un mondo completamente nuovo. L’Asia è la nuova frontiera del ciclismo, una specie di universo parallelo in cui questo sport va oltre la semplice idea di competizione. Ogni giornata è una festa e giorno dopo giorno Daniele si sta rendendo conto che non può essere come tutte le altre volte. In corsa è chiamato a svolgere il suo ruolo inflessibile di giudice, ma tutto intorno c’è un vero e proprio popolo che vuole abbracciarlo. Per gli atleti spesso ricopre giustamente il ruolo di guastafeste, ma per quelli locali è una specie di alieno venuto da un mondo lontano con una strana uniforme e con un ruolo speciale che forse non riescono a capire fino in fondo. In molti lo guardano affascinato mentre arriva in zona partenza, negli scorsi giorni durante una chiacchierata ci hanno addirittura chiesto se fosse una persona speciale dotata di super poteri.
Fa un certo effetto pensare che in una corsa dall’altra parte del mondo sia stato chiamato un italiano come presidente dei commissari Uci; lo abbiamo scoperto alla vigilia della gara e ci ha fatto sentire un po’ più a casa. Al Tour de Langkawi noi italiani siamo delle specie di superstar, è sufficiente specificare la nostra provenienza per ricevere un trattamento speciale seguito da mille domande a proposito del nostro Paese. Nel collegio di giuria c’è un giudice coreano totalmente innamorato dell’Italia, Daniele l’ha conosciuto qualche anno fa al Giro del Mediterraneo in rosa e da quel momento sono costantemente in contatto. Quando non è in giro per il mondo a seguire le gare, Edward Park, questo il nome del commissario asiatico, prende lezioni di italiano e approfittando del viaggio di Balzi in Malesia gli ha chiesto di portargli dei libri per approfondire il suo studio. Tutti gli fanno domande, cercano di capire qualcosa in più del nostro paese e del mondo che rappresentiamo. L’Asia sta crescendo molto a livello di ciclismo eppure ci sono dinamiche non automatiche che i giudici locali hanno bisogno di rodare. Le domande sono un flusso continuo e Daniele come un vero e proprio insegnante cerca di togliere loro ogni dubbio aiutandoli a migliorare.
Le stagioni di Daniele Balzi sono ormai strapiene di gare, quando non è in trasferta deve presiedere quelle nazionali oppure tenere corsi di formazione. Nemmeno l’inverno gli concede un attimo di pausa perché è tempo del ciclocross; tre anni fa, ancora prima che su strada, è diventato commissario Uci della disciplina del fango e nell’ambiente è uno dei più rispettati. In Malesia oltre che presidente del collegio dei commissari Uci è uno dei più gettonati per le fotografie, ogni mattina le persone si mettono letteralmente in fila per posare con lui, è il pubblico locale, ma anche i corridori asiatici, gli organizzatori, tutti vogliono uno scatto ricordo con il marziano del Tour de Langkawi. Daniele sorride cercando di nascondere l’imbarazzo, prende la borsa del pranzo e si posiziona in macchina dove correrà la sua corsa come nono e inaspettato italiano del gruppo.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.