VUELTA. PROTESTS, PIRATED RACE RADIO, SILENCE OF TEAMS AND RIDERS

VUELTA | 10/09/2025 | 08:11
di Francesca Monzone

In recent days, Race Radio at the Vuelta España was hacked and for 10 minutes, car radios were broadcasting a song repeating the phrase: "Long live Palestine, Free Palestine". Sports directors, mechanics, and masseurs following the race were forced to witness something no one would have expected: protesters invading the Vuelta roads, demanding the withdrawal of the Israel-Premier Tech team.


There is silence in the peloton and few riders are willing to speak: cyclists merely make brief comments about what is happening, such as "I can't talk", "I don't want to talk", "We have our opinion, but the team told us not to speak".


Israel-Premier Tech riders are speaking even less than others, and perhaps some of them would prefer to be home right now, just as Marco Frigo had said after protesters invaded the road during his team's time trial in Figueres.

One of the very few to comment was Joxean Matxin, manager of UAE Team Emirates. "It's obvious that the situation is terrible, and the protests are understandable," Matxin said. "But I don't believe knocking down a rider improves or worsens the situation of those who are suffering".

Few are willing to discuss the problems caused by activists during the race, not wanting to increase incidents of race invasion. There are fans who do not support the riders' silence, and the lack of taking a stance does not sit well with part of the public. Some fans have pointed out that riders know how to complain and can stop racing when they want, such as when a roundabout is poorly marked or there are dangers on the course.

Among the few who spoke is Jonas Vingegaard, who nonetheless tries not to intervene too much but cannot avoid certain questions when interviewed. On Danish TV channel TV2, the Visma-Lease a Bike leader showed solidarity with those expressing their opinion. "People do this for a reason. What is happening is terrible. I think those protesting maybe just want to express themselves, and perhaps the media will give them a voice. Maybe that's why they're doing this," he said after a protester caused Javier Romo to crash. "Of course, it's a shame this is happening to the race. I think many of us cyclists feel the same way, but I repeat, I believe the protesters simply have a desperate need to be heard".

The teams have a tacit agreement that politics and war should not enter sports. Therefore, almost no one wants to comment on the daily incidents of protesters invading the Vuelta. Sunday, the Spanish stage race should end in Madrid, but no one today can say if this will actually happen or if, as already hypothesized, the race will conclude on Saturday.


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COMMENTI
robottini
10 settembre 2025 08:39 VERGOGNA
gli dicono cosa mangiare, quando mangiare, quanto allenarsi, quanto dormire, che rapporti usare, come vestirsi, cosa dire e cosa non dire. A questo punto facciamo le gare con IA che facciamo prima, almeno non ci scappano i morti.

Vingegard
10 settembre 2025 09:30 Frank46
In realtà Vingegard ha fatto anche giustamente notare che l stanno facendo in modo sbagliato mettendo a repentaglio la loro sicurezza.

Di tappe sospese per delle proteste ne è piena la storia del ciclismo, ma un conto è creare disagio, un conto è fare cadere dei corridori.
Poi saranno una piccolissima minoranza di pazzi che si buttano in mezzo alla strada, ma così la situazione è incontrollabile. Come fanno le forze dell' ordine a capire un anticipo quali sono i manifestanti che possono recare pericolo?

senza parole
10 settembre 2025 09:39 frankie56
Avrebbero potuto ottenere più visibilità, e magari anche solidarietà, con una protesta civile. Invece, violenza gratuita nei confronti di gente che sta lavorando, corridori che rischiano già del loro vista la pericolosità intrinseca del ciclismo, amministrazioni che hanno sborsato fior di quattrini per promovuere il territorio e compagnia bella. Soliti metodi estremisti, che quasi dirottano il sentimento popolare dalla parte opposta. Non mi schiero perchè non ho una preparazione storico culturale in grado di farmi decidere da quale parte stare, ma quel che succede è puro terrorismo e violenza. Poveri ciclisti che all'enorme fatica ed ai rischi che si affrontano nei GT, devono aggiungere la paura di poter essere vittime di gesti estremisti. Forza ragazzi, e fuori il ciclismo da queste faccende.

Condivido le parole di Vingegaard
10 settembre 2025 09:43 59LUIGIB
Condivido le parole di Vingegaard, forse sarebbe bastato dare voce ai manifestanti così da poter prendere accordi per la prosecuzione della corsa senza ulteriori blocchi o incidenti ha ragione Jonas vogliono solo essere ascoltati, gli organizzatori e la direzione corsa sembrano miopi.

UCI deve imporre un out-out
10 settembre 2025 10:36 pickett
L'UCI,anzichè escludere la Israel,cedendo alla prepotenza insopportabile dei soliti teppisti,dovrebbe fare un discorso molto chiaro al governo spagnolo e agli organizzatori:O siete in grado di far svolgere regolarmente la corsa,o cancelliamo la Vuelta dal calendario Pro Tour.Molto semplicemente.

Ma qualche manifestante
10 settembre 2025 11:36 Cobbles
Ha anche chiesto la liberazione degli ostaggi? Chiedo per un amico

frankie56
10 settembre 2025 11:41 rufus
Concordo completamente con il tuo pensiero

Israel fuori dalla corsa
10 settembre 2025 11:44 Gianluu
Ma scusate, quanto ci vuole ad escludere la Israel e continuare la corsa senza la proteste? Stessa cosa venne fatta con il bando della Gazprom-RusVelo nel 2022. Perché l'Israel non viene esclusa? Perché, come sempre accade, sono gli interessi economici e politici a prevalere - in questo caso, anche sulla sicurezza dei corridori.

Considerazione
10 settembre 2025 12:00 italia
Le squadre dicono che la politica deve stare fuori dallo sport? Ma dove vivono su Marte? Quando hanno cacciato i russi la politica e ENTRATA nel ciclismo; dov'erano quando la Gazprom è stata espulsa? Su Giove?

Corridori (c maiuscola) cercasi
10 settembre 2025 12:06 Bullet
Non confondiamo la posizione dei corridori verso il modo di correre con la posizione verso i manifestanti, son due cose diverse e questo vale per com'è scritto l'articolo. Nessuno vuole ammettere, giornalisti compresi, che questa Vuelta ormai è belle che finita e i corridori, per l'ennesima volta, dimostrano di tenere più al contratto, per molti bello consistente, che a come si dovrebbe correre. L'arrivo di ieri davanti a un gazebo si può vedere a una corsa amatori non in una wt in diretta mondiale. Dovrebbero essere loro i primi a non accettare di correre così ma, come scritto, se la squadra gli dice di non parlare non parlano. E, dopo il mondiale e l'incidente assurdo della ragazza svizzera o della discesa della crono neanche mostrata in tv, c'è solo silenzio.

*
10 settembre 2025 12:10 Bullet
*come al mondiale

Vuelta
10 settembre 2025 12:56 andy48
Sarebbe incivile cedere ai ricatti di teppisti e facinorosi. Se hanno delle rivendicazioni le esprimano nelle sedi opportune.

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