
E chi l’ avrebbe detto, l’ora un po’ tarda di un sabato a pranzo, gita fuori porta - o ancora meglio, al tempo d’ oggi, fuori di autostrada A 16 - che avresti incontrato chi di ciclismo ti avrebbe con emozione raccontato qualcosa in più?
Chi l’avrebbe detto, tu fuori con la famiglia da una debordante città come Napoli e a respirare il verde placido che ovunque avvicina agli dei, che a Rocca San Felice, una memoria di bastioni medioevali ben custoditi, al culmen dei Principati di Benevento e Salerno, ma in provincia di Avellino, trovassi qualcuno che ancora ti insegnasse ciclismo a menadito?
E li dunque alla ‘Ripa’, meritevole osteria della stagione leale e non balorda, umanità, il camino e le volte di legno, tu che ti dai - da capotavola - un tono e ti rivolgi, guardando una finestrina di fronte, a quel garbato maestro di sala, appena pingue ma ancor più sorridente, che sta raccogliendo l’ ordine della ciurma… ’Mi scusi, ma che cosa è, come si chiama quel monte lì di fronte, tanto alberato?’. ‘Gesù, ma quello è il monte Laceno, voi non l’avete mai visto?’. ‘Certo che ci sono stato, sapete io mi interesso di ciclismo, e ricordo ancora le tappe al Giro d’Italia primo nel 1998 e Pozzovivo la volta dopo, 2012….’.
E lui che ci interrompe di brutto, ed eclatante, ‘dottò, io mi chiamo Rocco Rafaniello, mi presento, e conduco con il collega Antonio Vegliante questo ristorante, e vi assicuro che voi vi siete perso il meglio… Voi avete veduto tanto, non discuto, ma non avete visto mica quello che a 12 anni ho vissuto io, il primo arrivo del Giro a Laceno, mica è lontano da qui, e il successo di De Vlaeminck davanti a Merckx e Gimondi….’
E già, come negarlo, una verità storica inoppugnabile… ’E vi dico di più, che fu la tappa che Francesco Moser, per cui io ragazzino tifavo, perse pure la maglia rosa, che passò a Felice Gimondi. Che ricordi, dottore, l’ anno prossimo saranno 50 anni da allora…’
‘Lo sapete, che quello fu l’ ultimo Giro vinto da Gimondi, quello un vero campione da insegnare, mica un calciatore o un tennista….?’. ‘Certo che lo so bene, Rocco…’. ‘Ma mica vi ricordate pure, lo scrisse Gianni Brera in un articolo, che Francesco Moser, il mio Moser andò in crisi a Laceno, solo per una maledetta gastroenterite?’.
‘No, amico Rocco, questo francamente no’. ‘Ed allora intanto fatemi correre in cucina, la nostra chef è Enza Perna, precisa, ma non dobbiamo farla aspettare troppo, poi vi racconto il resto….’.
‘Ok, sino al dolce e all’ amaro siamo qui….’. ‘Ma intanto fatevi dire, e il mio Moser sarebbe certamente d’ accordo con il sottoscritto, da vinaiolo e montanaro, che sugli ziti tagliati al ragù di salsiccia e scaglie di Carmasciano, il nostro pecorino, quel Pallagrello bianco che avete scelto mica ci azzecca tanto’.
E si.‘Il bianco sul ragù rosso, credetemi, neanche De Vlaeminck il belga del Giro 1976, vincitore e buono, avrebbe avuto il coraggio di ordinarlo’.
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