
Questa mattina ve lo avevamo detto, Marlen Reusser è una delle favorite per la vittoria del Giro e già da oggi bisogna tenerla sotto controllo. L’elvetica del Team Movistar non ha di certo perso tempo ed ha letteralmente volato nella cronometro di Bergamo rifilando 12” a Lotte Kopecky e 16” ad Elisa Longo Borghini. Su e giù del podio è stata una festa totale per la svizzera che carica di emozione è andata a vestire la sua prima maglia rosa.
Il Giro Women per Marlen Reusser è un pensiero continuo, la sua mente era alla corsa rosa già l’anno scorso quando, non al massimo della forma vedeva le sue compagne dal divano di casa, poi durante l’inverno, con la presentazione del percorso, ha iniziato a capire che forse poteva trasformare il suo sogno in un obiettivo vero e proprio. «Indossare la maglia rosa era un obiettivo, ma nel ciclismo non sempre quando pianifichi una cosa riesci ad ottenerlo e invece stranamente oggi è andato tutto liscio – ci dice Marlen – questo inverno ho iniziato a pensare al Giro e quando è stato presentato il percorso ho capito che potevo puntare al premio più grande. E’ diventato un pensiero fisso, quasi ossessivo, anche perché il mio preparatore è anche il mio compagno, viviamo insieme e abbiamo cercato di preparare tutto nei minimi dettagli. Essere qui oggi a vestire la rosa è surreale e credo che mi servirà un po’ di tempo per rendermene conto»
Marlen Reusser è serena e non sente la pressione addosso, le sue avversarie l’hanno etichettata come favorita numero uno, ma lei è quasi in imbarazzo, ringrazia per la grande attenzione e mette le mani avanti: il Giro è ancora lungo, dopo tutto è solo la prima di 8 tappe. «A marzo ero venuta a Bergamo a provare il tracciato, ma poi è stato cambiato completamente. Devo essere sincera, non è stata una delle mie migliori cronometro, ho fatto molti errori nelle curve, avrei potuto sicuramente fare di meglio, ma mi sono divertita e comunque è bastato per vincere. Il vantaggio che ho accumulato è minimo, in una tappa di montagna potrebbe cambiare veramente tutto. Sono qui per vincere il Giro e mi piacerebbe che anche Liane Lippert riuscisse a vincere una tappa, vedremo cosa accadrà, potrei anche perdere la maglia già da domani, ma sarebbe veramente un sogno riuscire ad indossarla ad Imola.» spiega Marlen che non ha paura di lasciare andare la maglia rosa per una manciata di giorni, l’importante è riconquistarla a Imola e portarla sul podio finale. L’elvetica conosce molto bene il tracciato, lo ha già affrontato nel mondiale 2020 e ha avuto modo riprovarlo insieme alla salita di Monte Nerone, insomma, sa cosa la aspetta.
Parlare con la campionessa elvetica contro il tempo è sempre un’esperienza fantastica, un’avventura quasi surreale che in pochi istanti permette di fare un salto nel suo modo di vivere. Vegetariana, molto attenta all’ambiente (raramente prende un aereo, uno sgarro obbligato solo per andare a correre lontano) ed è anche appassionata di musica classica. Ha iniziato a praticare ciclismo per caso quando studiava medicina all’università, era tutto un gioco, un semplice passatempo e poi è iniziata a diventare la sua realtà. «All’inizio lo facevo per divertirmi, mai avrei pensato di partecipare ad un campionato del mondo o addirittura essere al via di un Giro per provare a vincerlo. C’è però una mia regola personale che mi è stata chiara fin da subito: qualsiasi cosa sarebbe successa io mi sarei dovuta impegnare al massimo. Io non mi conoscevo, tutt’ora non so i miei limiti, è una scoperta continua e già vincere in una delle corse più importanti al mondo mi sembra assurdo Se qualcuno me lo avesse detto 10 anni fa non ci avrei mai creduto » dice Marlen Reusser prima di salutarci, intanto gli occhi di tutto il mondo del ciclismo sono puntati su di lei, domani partirà da Clusone con la maglia rosa e il suo sogno è solo all’inizio.
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