
Dopo aver dato ieri la notizia del tamponamento di Letizia Paternoster da parte della giuria nel corso della prova in linea del Campionato Italiano Donne, che ha innescato una ridda di polemiche, tuttobiciweb ha raccolto la testimonianza del collegio di giuria che ha risposto alle accuse portate dall’atleta trentina del Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre.
Letizia ai nostri microfoni aveva raccontato di essere stata “agganciata” dalla macchina della giuria per 10 metri, fatto che è stato smentito categoricamente dal collegio di giuria. «Non è assolutamente successo quello che l'ateta delle Fiamme Azzurre ha riportato: la ragazza non è stata trascinata» ci ha detto questa mattina il giudice che era seduto sul sedile posteriore dell’auto “incriminata”. «Lungo la discesa, sulla sinistra, è caduta Vittoria Guazzini, noi eravamo la prima macchina al seguito e come succede di solito con le cadute c’era molta confusione - ha raccontato a tuttobiciweb il componente di giuria -. Noi abbiamo iniziato a superare sulla destra, subito dopo c’era un tornante e la Paternoster si è portata da sinistra a destra per allargare la curva. Lei ha frenato ed evidentemente l’abbiamo solo sfiorata, se le cose fossero andate diversamente lei sarebbe caduta. Quello che racconta non è vero, la sua macchina al seguito era proprio lì e se avesse avuto problemi meccanici avrebbe cambiato bici. Dopo la curva Letizia ha gridato, io mi sono girato e ho visto che stava pedalando, se la ruota si fosse rotta lei si sarebbe fermata».
Successivamente c’è stato un momento di confronto tra Letizia Paternoster e il collegio di giuria che lasciava presagire ad un chiarimento. «Subito dopo l’arrivo lei ci ha detto testuali parole: “sei tu che mi hai inc****o?”. L’autista si è scusato, ha detto di non aver fatto apposta e poi Letizia è andata via – ha proseguito il giudice – . Io volevo aggiungere qualcosa, ma lei si è semplicemente allontanata e credevamo che la questione si fosse chiusa lì».