
Simon YATES. 10 e lode. Sette anni fa su quel colle la sua maglia rosa era finita fuori dalle Finestre. Oggi torna a prendersi quello che aveva appena sfiorato, passando dalla porta principale. Capolavoro di tattica della Visma Lease e Bike che, sorniona, lascia che parlino gli altri e nel frattempo per tre settimane tre protegge l’Innominato. Oggi mettono là davanti uno che vale per tre, Wout Van Aert. Il belga prende per mano il britannico giù dal Colle delle Finestre e conduce l’innominato verso il Sestriere. Tattica perfetta per il team olandese, che sembra pedalare sull’asfalto: gli altri, sullo sterrato delle Finestre, alzano solo tanta polvere.
Chris HARPER. 10 e lode. È chiaro che oggi la scena se la prende un altro, ma questo ragazzo 30enne australiano di Melbourne coglie la vittoria della vita e come la coglie. Vince la tappa regina, e per un giorno anche lui è re. Fa una corsa pazzesca e regala al team di Brent Copeland il secondo successo in questo Giro. Quarta vittoria in carriera, con questa che è ciliegina e torta, guarnitura e panna montata, questa sera champagne!
Alessandro VERRE. 9. Ha 23 anni il ragazzino lucano della Arkea. Un Giro anonimo per questa formazione transalpina, che in tre settimane ha raccolto un piazzamento (8°) solo con Luca Mozzato. Oggi tocca a lui raccogliere un posto d’onore, che fa onore chiaramente a questo corridore tenace e mai domo. La squadra non sappiamo se proseguirà il proprio cammino nel ciclismo, ma uno così vediamo di non farcelo sfuggire: merita di essere chiamato corridore.
Gianmarco GAROFOLI. 8. Il 22enne ragazzino della Soudal Quick-Step si era già mostrato al mondo con continuità in questo Giro. Sarebbe stata una spalla di Landa, al quale il team di Bramati ha dovuto rinunciare subito, alla prima tappa. Arriva alla terza settimana in condizioni eccellenti e oggi nella tappa regina, dove osano le aquile, fa vedere di non essere un pulcino.
Rémy ROCHAS. 7. Il 29enne transalpino va all’attacco fin dal mattino e si porta a casa un piazzamento di assoluto prestigio. Certe giornate non si dimenticano: questa è storia.
Martin MARCELLUSI. 8. Un piazzamento nei dieci per questo ragazzo 25enne che domani arriverà nella sua Roma per godersi gli applausi per un Giro d’applausi. Determinato e continuo, altro che storie: questi non saranno corridori con il pedigree, ma sono corridori con la “C” maiuscola. Bravo lui che si porta a casa un 6° posto pesante, può andare a Roma con il cuore leggero.
Carlos VERONA. 6,5. Ha grandi ambizioni, ma le forze sono quelle che sono.
Max POOLE. 7. Ci prova e si porta a casa un piazzamento nei dieci nel tappone, sfiora i dieci nella generale.
Isaac DEL TORO. 5. Pensa che ci sia solo un pericolo: Carapaz. Pensa che sia sufficiente rispondere solo alle sue provocazioni, magari lasciandogli anche il peso di inseguire Simon Yates. Ma ad un certo punto la situazione è chiara: c’è da gettare il cuore oltre l’ostacolo per salvare il salvabile, visto che la situazione sta precipitando. In cima alle Finestre paga in 1’40” all’Innominato, ma è in discesa che il messicano perde il Giro. Non c’è nessun compagno ad aspettarlo, a differenza dei Visma che hanno mandato in avanscoperta fin dal mattino Wout Van Aert. Una resa che lascia l’amaro in bocca, che sa di incompiuta. Certo è giovane, lo sappiamo, ma certe occasioni passano e vanno prese al volo. Invece vola via la maglia rosa e lui se la prende con Carapaz, che con tutto il rispetto è il grande sconfitto, ma è eccessivo pensare che l’ecuadoriano debba collaborare per portarti a vincere il Giro, visto che lui l’ha appena perso. Atleta di livello Isaac, con tenuta e gambe: forse troppo impulsivo. Fare il galletto in certi momenti ti porta a fare la figura del pollo, quando sei Del Toro.
Giulio PELLIZZARI. 7. Finisce come un bimbo in pasticceria. Con la meglio gioventù c’è anche lui. Viene al Giro per imparare e si porta a casa un 6° posto nella generale che qualcosa significa.
Derek GEE. 7. Volete comprendere cosa significhi conoscersi per imparare a gestirsi? Bene, fate guardare ai vostri ragazzi, all’infinito, la gestione di corsa di questo corridore.
Damiano CARUSO. 9. Aveva già deciso di continuare a correre, anche perché quelli che è costretto a rincorrere sono ancora infinitamente meno di quelli che sono costretti a rincorrerlo.
Richard CARAPAZ. 4. Consegna ai propri tecnici il computerino che non funziona. Lungo la discesa del Colle del Lys rischiano lui e i suoi compagni di finire in una curva gambe per aria. Segni premonitori di una giornata complicata. Il vero sconfitto, su tutta la linea, è chiaramente lui. Uomo temprato a tutto, con un bagaglio di esperienza tale che il bimbo messicano nemmeno si sogna. Oggi, però, sul Colle delle Finestre, sembra che il bagaglio l’abbia lasciato a Verres.
Wout VAN AERT. 10 e lode. Tattica di squadra perfetta, lui gigante assoluto. Quello che è stato studiato a tavolino, lo mettono per iscritto sul terriccio del Colle delle Finestre. Ho scritto t’amo sulla sabbia è una canzone, Wout oggi è musica lieve e celeste, che si disperde tra vette vicine e lontane. Il cielo è più vicino, lui lo sfiora pedalando leggero e con un soffio lancia Simon.
Manuele TAROZZI. 7. È l’uomo che non ama stare in gruppo, l’uomo che ingaggia duelli e sfide, che prende e va, in fuga. Parafrasando Mura non è un vigliacco, ma scappa con coraggio il ragazzo della VF Group - Bardiani CSF – Faizanè, che comanda la speciale classifica della fuga. Già che c’è si porta a casa il Gpm di Corio, precedendo nell’ordine il compagno di squadra Martin Marcellusi e Kevin Geniets (Groupama - FDJ). E visto che l’appetito vien mangiando incamera anche quello sul Colle del Lys. Precedendo Jacopo Mosca (Lidl - Trek) e Carlos Verona (Lidl - Trek).
Mads PEDERSEN. 8. Oggi l’unico rischio è dato dal tempo massimo e il terreno per finirci c’è tutto. Lui che peso massimo lo è per davvero, si porta avanti con il lavoro. Massimo impegno, massima considerazione, massima disponibilità (aiuta a più riprese Carlos Verona) per una festa domani a Roma alle Terme di Caracalla, con sfondo Circo Massimo. Massimo come lui.