
Daan HOOLE. 10 e lode. I superlativi non sono sprecati per questo ragazzo bravissimo, tostissimo e grandissimo. È il più grande del Giro, con i suoi 198 centimetri di altezza, ma grande lo è stato davvero, mettendo in mostra una prova sontuosa. Prima vittoria di assoluto livello per questo 26enne ragazzone olandese medaglia di bronzo nella crono agli europei under ’23 nel 2021. Nella parte di mezzo l’olandese si supera. Fa qualcosa di eccezionale e chiude la sua fatica con il tempo di 32’30”, alla considerevole media di 52,800 km/h. Corre sull’asciutto, anche se stasera saranno in molti a innaffiarlo con un buon spumante italiano.
Joshua TARLING. 5,5. È il grande sconfitto, visto che era il grande favorito. Il ragazzo di Ineos monta un 68x11. Miglior tempo a Pontetetto: va come una moto, e viene rallentato per un attimo da Mikkel Honoré, che non si accorge di averlo alle spalle. Fila via veloce il britannico, composto ed efficace, va a prendere anche Paul Double. Ma al secondo rilevamento - quello di Asciano - si trova dietro Hoole. Finisce in calando e conclude la prova a 7” dall’olandese. La sua media finale è di 52.611 km/h. Insomma, vola, ma è Daan a guardare tutti dall’alto.
Ethan HAYTER. 7. Il 26enne britannico della Soudal Quick-Step fa una crono di livello, confermando che questo è il suo livello. Il suo standard.
Mattia CATTANEO. 7. Fa meglio di Affini per un secondo. Conosciamo le sue doti di cronoman, ma anche quelle sul passo. Non è male nemmeno in salita, e in discesa non è un pollo. Insomma Mattia è proprio un gran bel “curidur”.
Edoardo AFFINI. 5,5. Il 28enne mantovano arriva alla crono con le polveri un pochino bagnate, nonostante corra con l’asciutto. È chiaro che la sua resti una prova di assoluto rispetto, ma dal campione europeo in carica della specialità mi aspettavo qualcosa di più.
Marco FRIGO. 7. Si butta in una crono che lo esalta e gli vale un più che buono 8° posto.
Jay VINE. 6,5. Inizio difficile, con guasto meccanico che lo obbliga ad un cambio di bicicletta in corsa. Nonostante questo episodio, il 29enne australiano mette in strada una prova maiuscola e conclude bene.
Luke PLAPP. 7. Una crono da uomo che ha la gamba giusta, che ha una buona condizione. Il ragazzo della Jayco AlUla ha già regalato ai “viola” di Brent Copeland una vittoria di tappa, ma vista la gamba che ha è chiaro che il suo Giro non sia finito qui.
Xabier Mikel AZPARREN. 7. Sul castello della Q36.5, nei giorni scorsi, c’erano solo due biciclette da crono: la sua e quella di Pidcock. Oggi abbiamo capito che il 26enne basco nelle crono ci sa fare.
Lorenzo MILESI. 6,5. Arriva a un passo dalla top ten: 11°-. Fa una bellissima crono il campione del mondo degli under23, e per noi italiani il bottino di oggi è sontuoso: quattro corridori nei primi 11. In verità sarebbero cinque nei primi tredici, visto che c’è anche Baroncini.
Primoz ROGLIC. 7. Parte con qualche goccia che cade, dopo essere caduto nella ricognizione mattutina. L’inizio è sui tempi di Hoole, poi cala e trova una sua velocità di crociera. Ha chiaramente un vantaggio: a differenza dei suoi diretti avversari per la rosa corre la prima parte sull’asciutto. In ogni caso, dopo tanta sfortuna, qualcosa dalla Dea Bendata gli viene restituito.
Thymen ARENSMAN. 7. È chiaramente l’uomo Ineos per la generale e oggi fa anche una crono da uomo squadra.
Juan AYUSO. 7. Sull’asciutto va più veloce di Roglic, ma il diluvio lo rallenta come pochi e qualcosa perde. Ai punti però vince lui: 3 sul ginocchio destro per la caduta di Siena (che nel finale lo condizionano) e una prova che ci dice che questo ragazzo è 2° ma non è secondo a nessuno.
Simon YATES. 7. Anche il gemello c’è, e risale in classifica generale: due posizioni, ora è 4°.
Antonio TIBERI. 6. Fatica a stare in equilibrio, come tanti. In curva piega la bici e intanto con il corpo si sposta dalla parte opposta per bilanciare, per avere più aderenza e tenuta. Crono difficile, che gli costa 38” da Roglic.
Isaac DEL TORO. 6. La prima parte molto lenta, troppo, sui tempi di Nairo Quintana. Alla fine perde 48” su Ayuso e 1’07” da Roglic. Tiene la maglia rosa, e non è poco.
Giulio CICCONE. 5,5. Si difende in una prova difficile, falcidiata dalla pioggia. Fa quello che può e paga a Roglic 1’33”. Non è uno specialista e se è costretto a correre in certe condizioni non si può pretendere di più.
Richard CARAPAZ. 5,5. Arriva sotto la tormenta, ma la sua prova è costantemente sottotono.
Egan BERNAL. 17. Cade nei primi chilometri e la sua crono si trasforma in un vero calvario. È inutile che vi dica che mi dispiace maledettamente, credo che questo ragazzo abbia già dato alla malasorte. Stop, please.
Mathias VACEK. 6. Parte bene e fa registrare il secondo tempo, alle spalle di Tarling. Poi stacca, e ad Asciano è già 11°. Fa il suo senza esagerare: che gli abbiano comunicato qualcosa?
Roberto PRUZZO. 10. L’intervista più bella del Giro è con l’ex bomber della Roma, a firma Umberto Martini della Rai. Il grande amore del bomber per il ciclismo è conosciuto, e anche noi di tuttobiciweb lo sappiamo bene. Roberto si lascia guidare dal cuore, che è colmo di ciclismo, un amore che non ha spiegazioni, come i veri amori: certe cose succedono. Roberto parla da innamorato, con competenza e passione. Il suo favorito resta Roglic, il suo campione ideale è Gianni Bugno, nel quale si rivede e si rispecchia. «Anche a me hanno sempre rinfacciato che avrei potuto vincere di più, ma ognuno di noi è quello che è». Roberto è stato un bomber di prima grandezza, oggi è il testimonial più bello di uno sport bellissimo.