
Ogni giorno al termine della tappa la giuria presenta il suo verdetto, con multe economiche e cartellini gialli assegnati quei membri della carovana - corridori, tecnici, motociclisti, giornalisti - che in corsa commettono scorrettezze.
Nelle prime 4 tappe sono stati attribuiti 6 cartellini gialli: in totale i corridori multati, dovranno versare all’UCI 5.100 euro per aver infranto alcune regole. Si va da chi ha urinato in pubblico come accaduto a Quinten Hermans, Milan Vader e jan Maas, fino all’aver buttato carte o borracce nelle zone non consentite e anche alcune ammiraglie sono state richiamate all’ordine.
Roberto Reverberi, team manager VF Group-Bardiani CSF-Faizanè, è stato richiamato due volte. La prima per violazione delle norme riguardanti la circolazione dei veicoli durante la gara - nel suo caso per aver parlato al telefono mentre era alla guida - e la secondo per aver infranto le norme sulla distanza delle ammiraglie, ma in questo caso è bastato un avvertimento.
I corridori che hanno ricevuto i cartellini gialli sono Kasper Asgreen, Bram Welten e Max Kanter nella tappa di ieri, Martin Marcellusi e Darren Rafferty nella terza tappa e Francesco Busatto nella prima tappa.
Prosegue anche la lotta alla frode tecnologica: sono già state esaminate 107 biciclette in queste prime quattro tappe. Da notare che rispetto allo scorso anno, sono notevolmente aumentati i controlli per la frode tecnologica e in questo Giro d’Italia ci sono state tappe in cui sono state controllate anche 40 bici. Il controllo avviene attraverso lo scanner e vengono controllate anche alcune misure di componenti, che devono rispettare determinati parametri minimi e massimi.
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