GATTI & MISFATTI. UN GIRO BELLINO

GIRO D'ITALIA | 09/05/2025 | 17:58
di Cristiano Gatti

Che noia il Giro con Pogacar, che noia il Tour con Pogacar, che noia le classiche con Pogacar: meno male, stavolta Pogacar si è levato dalle scatole e possiamo finalmente divertirci. Torna il Giro da sogno, equilibrato e combattuto, aperto a qualsiasi soluzione, magari deciso sul filo dei secondi, meglio ancora sui secondi degli abbuoni, meglio ancora nell'ultimo chilometro dell'ultima tappa (e prima, tutti ad aspettare la terza settimana, quando finalmente si potrà dire inutile aspettarsi grandi attacchi, ormai le energie sono quelle che sono).


Chiaramente liberarsi di Pogacar non si è rivelato facile: lui, ma anche Vingegaard ed Evenepoel, tutti e tre hanno fatto la fila fuori dalla porta, hanno pressato i vertici rosa in tutti i modi, hanno chiesto in ginocchio di venire. Ma stavolta i Cairo-men si sono dimostrati irremovibili: basta noia, l'obiettivo è rimettere in piedi un grande Giro, fuori dai piedi questi fenomeni che uccidono lo spettacolo. E basta con le false dicerie secondo le quali sarebbero i fenomeni a girare alla larga: Cairo lo conoscono tutti, se fosse servito non avrebbe fatto problemi di prezzo, avrebbe detto a Pogacar e agli altri due scrivete voi la cifra e ci vediamo al Giro, ma chiaramente non era questa la strategia, stavolta quel trio non sarebbe entrato in Italia neanche avesse pagato di tasca propria.


E allora fine delle chiacchiere, occhio al menu (intanto ci siamo già giocati Landa, come potessimo scialare in fatto di nomi). Roglic contro Ayuso, uno su con l'età che va per i 36 contro uno giù con l'età che va per i 23, poi le agognate resurrezioni dei Lazzari di quest'ultima era, Bernal e Carapaz, e poi ancora il sogno azzurro legato a Ciccone e Tiberi, hai visto mai che senza soffocanti fenomeni tra i piedi i primi dei secondi siano nostri. Giudizio complessivo: non può essere un Giro bellissimo, se il capo dell'ambaradan mi presta il cognome lo definirei un Giro Bellino.

Diciamolo seriamente: sotto sotto, è strisciante la sensazione che il grande ciclismo mondiale sia un'altra cosa, sia da un'altra parte, mentre qui giriamo nella periferia, nei sobborghi, dove si fa un altro sport. Ma comunque: è il Giro d'Italia. Lo seguiremo, lo ameremo, ce lo godremo. Sempre, a prescindere, per definizione. Chi ama il Giro, lo ama immancabilmente, a occhi chiusi.

Certo, l'amore è cieco, ma è soprattutto chi ama davvero il Giro che non può non vedere. O nascondersi la verità. O raccontarsene una farlocca. Non può essere l'inondazione di superlativi del marketing a coprire come foglia di fico la realtà. Come direbbero alla Protezione civile, è livello di allerta rosso. Col passare degli anni, sempre più preoccupante. I grandi campioni e le grandi squadre, ma in fondo anche quelli mezzani, non hanno più voglia di venirci. Ci vengono per forza, per regolamento, per dovere d'ufficio. Così è. Ma così non si può più accettare. Il Giro è il Giro, un patrimonio nazionale, bisogna scegliere: si può ballare sul Titanic, facendo finta di non avere l'acqua alle caviglie, oppure si può tentare di tappare la falla, prima che sia troppo tardi.

Tra tutte le idee venute fuori negli ultimi tempi, più che la modifica dei calendari, la più efficace mi sembra quella di lavorare sull'Uci perchè introduca la regola di due grandi Giri per i primi venti (o dieci) delle classifiche mondiali, ovviamente non sempre gli stessi due. Visto che non ci vengono per amore, bisogna farli venire per forza. A rotazione, avremo sempre qualche nome serio.

Bisogna saperlo, la consapevolezza evita facili illusioni: non è una battaglia semplice. I poteri istituzionali sono sempre meno pubblici e sempre più privati, concentrati nelle mani (e nelle casse) dei francesi di Aso. Certo non si può contare sulla loro collaborazione: loro non hanno alcun interesse a risollevare il Giro, a dirla tutta sono i primi a volerlo sempre più declassato, svuotato, impoverito. E' una tecnica collaudata: quando sarà al limite, si porterà via con un piatto di fagioli. Dopo, solo dopo, si riparlerà eventualmente di rilancio.

Situazione complicatissima. Ma la cosa peggiore è gridare viva il Giro e far finta di niente. Prima ci diciamo la verità, prima ci mettiamo al lavoro. Nell'attesa, godiamoci lo show 2025. Questi che hanno accettato di correrlo non hanno alcuna colpa e meritano tutta la passione. E comunque: Giro bellissimo o Giro Bellino, è sempre il Natale di Maggio.


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COMMENTI
È il nostro ciclismo che è tutto da rivedere
9 maggio 2025 18:31 Bullet
Infatti era meglio avere un Giro già chiuso dopo 3 tappe e il secondo in classifica a 10 minuti, secondo in classifica che quest'anno farà il gregario tanto per far capire qual'era il livello anche quando c'era il Re che quando c'è lui magicamente è tutto oro...de gustibus. Finché l'Italia conterà sempre meno come movimento anche il Giro non potrà fare miracoli, ma tanto gli indizi portano tutti a una sola soluzione che, sono sicuro, tanti non vedono l'ora accada.

In disaccordo
9 maggio 2025 18:36 SoCarlo
E' vero: mancano I tre fenomeni, ma gli altri ci sono tutti. A cominciare dal vincitore di tappa di oggi.

Nota: chi punta al tour come massima aspirazione stagionale (JV), al giro non ci può mettere piede senza compromettere la preparazione. Ovvio che Pogi è l'eccezione.

Considerazione
9 maggio 2025 19:11 italia
Ma vingegaard quando capirà che contro Teddy non c'è niente da fare? Poteva venire al giro e poteva vincerlo invece di andare al tour .... per arrivare secondo ... ; non ha capito che quando batteva pogacar ... non era Teddy..

Pogacar
9 maggio 2025 19:25 Albertone
Siamo al Giro e bisognerebbe parlare dei presenti. Grazie

basta parlare degli assenti
9 maggio 2025 19:39 mandcu
articolo che poteva anche non esser scritto, Gatti continua a parlare di Pogacar citando l'età di Roglic e Ayuso rendendola una discriminante? Uno svantaggio?
Roglic è tra i top 5 del mondo e ha 35 anni, dov'è il problema?

A casa mia
9 maggio 2025 20:20 Angliru
A casa mia, gli assenti hanno sempre torto. Ci concentriamo sul Giro o per 21 tappe dobbiamo dire che non c'e' Pogacar. Lo abbiamo capito !!!

Tutto bici web
9 maggio 2025 21:08 max73
Leggo da diversi anni il sito su cui sto scrivendo perché ricco di articoli interessanti e vari dai prof alle ragazze ai giovani.... quindi non mi va di criticare il sito in sé.... tuttavia gli articoli di Gatti e Stagi sono scritti esclusivamente per creare qualche polemica e "incitare" le discussioni da bar . Ormai i voti sono dati sempre x cercare la reazione dei lettori e gli articoli di Gatti che, al primo giorno di Giro, parla degli assenti è totalmente fuori luogo con il solo scopo di alimentare qualche polemicuccia....per favore continuate a parlare di ciclismo

Solito articolo dispregiativo del Giro
9 maggio 2025 22:48 apprendista passista
E dei corridori che ci sono considerati mezze calzette...signor Gatti, nulla di personale, i suoi articoli non li leggerò più.

Delirante
10 maggio 2025 00:06 carloprimavera
Prosegue il delirio di Gatti che ormai arriva a polemizzare con se stesso. Mi rendo conto sia una cosa malsana, ma leggo i suoi pezzi per vedere fino a quanto in basso può arrivare. La sua passione per l'auto-umiliazione è davvero singolare. Continui cosi. Cordialità

Gatti
10 maggio 2025 09:10 Cicorececconi
Le consiglio una rubrica ( scelga lei la cadenza ), dove si parla solo di Pogacar. Per me il ciclismo e' fatto da chiunque faccia una corsa. E chi e' assente, e' assente. Non lamentiamoci poi, del perche' il Tour e' nettamente piu' grande e considerato.......a lei la conclusione

Soldi buttati...
10 maggio 2025 10:09 Il serpente
Lei deve scrivere del gioco delle bocce; di ciclismo capisce ben poco.

Basta
10 maggio 2025 12:26 VanderLuca
Fermate quest'uomo!!

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