
È Durazzo a scrivere una nuova pagina di storia, ospitando il via del Giro d'Italia numero 108, il primo che parte dell'Albania, il 15° che scatta fuori dai confini nazionali. La prima frazione porta al traguardo di Tirana, la capitale, dopo un percorso di 160 km tutt'altro che semplici.
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Porta d’ingresso all’Albania, Durazzo coniuga storia e modernità. Le antiche rovine romane, come l’Anfiteatro, si affacciano sul mare Adriatico, creando un contrasto affascinante con il lungomare vivace e moderno. Il Castello, con le sue imponenti mura, offre una vista panoramica sulla città e sul mare mentre il centro storico, con le sue viuzze strette e le case in pietra, conserva un’atmosfera autentica.
Come dicevamo, la tappa è tutt'altro che semplice: dopo un inizio pianeggiante e tranquillo, attorno al km 65 si comincia a salire: in questa prima parte sono posti i due traguardi volanti di Paper (km 57,9) e Elbasan (km 67). Si affronta infatti la salita di Gracen (13 km al 5,7%, sarà il primo GPM della corsa rosa) prima di raggiungere Tirana ed entrare nel circuito finale che inizia appena dopo l’arrivo. Si percorrerà quindi quasi l’intero circuito di circa 22 km prima di transitare sull’arrivo e affrontare un giro completo. Si scalerà così due volte la salita di Surrel, 6,9 km al 4,6% ma con pendenze che toccano il 13% nella prima parte: in entrambi i casi in vetta verranno assegnati punti per i GPM.
Dopo l'ultimo scollinamento, discesa su strade cittadine abbastanza larghe, ultimi 3 km in leggera discesa fino all’ultimo chilometro e rettilineo finale perfettamente pianeggiante in fondo al quale verrà assegnata la prima maglia rosa.
IL TERRITORIO. La Torre Veneziana è il più suggestivo punto di osservazione della partenza del Giro d’Italia, che per la prima volta percorre le strade dell’Albania. Costruita nel XV secolo per potenziare il sistema difensivo del Castello bizantino, è alta 10 metri e dalla sua sommità si gode un panorama privilegiato sul mar Ionio e sulla città di Durazzo. Che ha tanto da offrire. A partire da un centro storico dove è piacevole inoltrarsi tra vicoli e case in pietra che fa da contraltare al lungomare ben organizzato e animato a tutte le ore.
La storia di Durazzo, strategicamente posizionata sulla sponda occidentale dello Ionio è assai antica. Fondata dai Greci nel VII secolo a.C. e successivamente sviluppata dai Romani e dagli Ottomani, Durazzo si racconta attraverso il suo ricco patrimonio archeologico e architettonico. Uno dei simboli della città è il Teatro Romano, costruito nel II secolo d.C., tra i più grandi dei Balcani, che un tempo ospitava fino a 20.000 spettatori. Accanto, il Museo Archeologico raccoglie reperti dell’epoca greca, romana e bizantina, offrendo uno sguardo sulla storia millenaria della città e della regione. Da vedere anche la Moschea Fatih , Intitolata al sultano Maometto II il Conquistatore e costruita nel 1502 in seguito all’affermazione del dominio ottomano, e il Foro bizantino con la sua affascinante serie di colonne corinzie che costituivano il cosiddetto Macellum (mercato) di era post-romana. Risale al periodo tra il 600 e l’800 ed è pavimentato con pietre di marmo scavate.
Lasciata la costa il Giro si dirige nell’entroterra, in direzione sud , attraversando campagne pianeggianti fino ai piedi dello salita di Gracen, primo Gran Premio della montagna della Corsa Rosa. Prima di iniziare la salita, però, vale la pena effettuare una brevissima deviazione per conoscere la città di Elbasan, con il suo castello , costruito dagli Ottomani nel XV secolo sulle rovine di una fortezza edificata già in epoca Romana.
Si torna brevemente in pianura per raggiungere una prima volta Tirana dove i corridori imboccano il circuito finale che prevede per due volta l’ascesa a Surel, minuscolo insediamento collinare, piacevole meta di escursioni specie quando le temperature iniziano a salire.
Dieci chilometri di discesa portano all’arrivo di Tirana, la capitale, alla quale sarà dedicata l’intera giornata successiva del Giro.
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