L'ORA DEL PASTO, PASQUALINO FORNARA, IL CAMPIONE CHE SORRIDEVA SEMPRE MA...

STORIA | 19/04/2025 | 08:20
di Marco Pastonesi

Crollò a soli 500 metri dall’arrivo. Quel giorno, l’8 giugno 1956, Giro d’Italia, tappa del Bondone, aveva sopportato 241 chilometri e altri 500 metri con quattro montagne, aveva resistito a pioggia, nebbia, freddo e infine neve, aveva indossato la maglia rosa anche quando la lana si era trasformata in uno straccio fradicio di sudore e acqua, ma anche di fatica e paura, il dorsale 43 nascosto da una mantellina troppo leggera per avere un senso, aveva stretto i denti fino a consumarli, aveva esaurito la fede e la speranza. E crollò fra le mani del direttore sportivo, Mario Giumanini, cui è sempre stata attribuita la colpa di non averlo spronato abbastanza. Come se la forza di volontà facesse difetto al suo corridore. Pasquale Fornara. Pasqualino. Lino. Lino lo svizzero. Lino l’elvetico.


Pasqualino era italianissimo, novarese di Borgomanero. E pochi giorni fa, il 29 marzo, ci è sfuggito il centenario della nascita. Grave, se si considera che Pasqualino era il quarto uomo del ciclismo italiano dietro a “quei due”, Coppi e Bartali, e al “terzo uomo”, anche “terzo incomodo”, Fiorenzo Magni. E se non era stimato uomo d’oro come i tre colleghi, è forse perché l’oro lo aveva trovato in Svizzera (quattro vittorie – record - ai tempi di Ferdi Kubler e Hugo Koblet, i 2K, anzi, il K2 del ciclismo) e non in Italia.


Tramandato come “il corridore che sorrideva sempre” (è anche il titolo del libro a lui dedicato da Fabio Marzaglia e da Luca Fornara, il figlio di Pasqualino), quel giorno sul volto congelato Lino l’elvetico conservava solo una smorfia di dolore. Giumanini, che seguiva la corsa sull’ammiraglia della Arbos (dalle iniziali dei cognomi dei fondatori, Silvio Araldi e Luigi Boselli), con la capote, infilato in una tuta da meccanico, alla radio parlò della “disumana durezza” della tappa. E Giulio Cattivelli, sulla “Libertà” del 9 giugno, in un pezzo intitolato “Ciclisti o fachiri”, scrisse di “un’assurda, bestiale gara di fachirismo dove di spirito sportivo era rimasto ben poco e dove la stessa dignità umana si annullava”.

Famiglia contadina, istruito da Domenico “o la va o la spacca” Piemontesi, poi 13 anni da professionista e 26 vittorie, corridore completo dunque forte soprattutto nelle corse a tappe, Pasqualino fu secondo a una Vuelta (nel 1958), terzo a un Giro (nel 1953), quarto a un Tour (nel 1955), tutti primi posti se solo ci fosse stata una quarta settimana. Non era un personaggio da rotocalco: in un film Luce sul vittorioso Giro di Svizzera 1952 la sua storia è definita “patetica”, “partendo dall’Italia piccolo e ignoto”, poi “Kubler lo ha ingaggiato come portatore di acqua, uno degli ultimi”, infine il successo. Con i soldi guadagnati e risparmiati in carriera (“Pasqualino risparmiatore di aranciate”, sul ‘Corriere dello Sport’), si comperò una casa, e anche un albergo. Morì a 65 anni, nel sonno, per infarto. L’annuncio fu dato al telefono da Adriana, la moglie: “Volevo comunicarle che Lino non c’è più – disse al giornalista Carlo Panizza -. Se può, lo faccia sapere anche ai suoi colleghi”. Da allora corridori ed estimatori lo avrebbero chiamato “il povero Fornara”. Ma Fornara era ricco. Era stato dimenticato il suo sorriso. A differenza di Coppi – “Fausto vinceva senza mai sorridere”, scriveva Orio Vergani sul ‘Corriere della Sera’, “quasi non credendo totalmente a se stesso” – Pasqualino aveva un sorriso radioso, illuminante, solare (nella foto, a sinistra, con Gastone Nencini e Rolly Marchi). Tranne quel giorno sul Bondone.


Copyright © TBW
COMMENTI
Lino
19 aprile 2025 10:27 gianni
Da borgomanerese, e amico di Lino (Per noi era semplicemente "Lino"), grazie per lo splendido ricordo.
Gianni Cometti

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Oggi al Coni Lombardia a Milano si è rinnovato un appuntamento che rende l'Italia del ciclismo un esempio mondiale dal punto di vista della formazione degli atleti: il corso rivolto ai neoprofessionisti, frutto della collaborazione tra Federazione Ciclistica Italiana, Lega...


Importanti novità in arrivo per il team di Bruno e Roberto Reverberi: nella stagione 2026 il primo nome sarà Bardiani ed il secondo CSF ma nei prossimi giorni il team dovrebbe presentare il suo terzo nome. Si tratta, a quanto...


Piacevolissimo "imprevisto" nel bel mezzo della giornata dedicata ai corsi di formazione per corridori neoprofessionisti a Milano, con un collegamento, direttamente dalla Sei Giorni di Gand, del tecnico per eccellenza della pista (per quanto oggi c.t. strada maschile) Marco Villa ed...


Dopo le prove a cronometro disputate ieri, in Kenya continuano i campionati continentali africani. Oggi, la Nazionale di Mauritius ha conquistato la staffetta mista di 28 chilometri grazie al sestetto composto da Aurelie Halbwachs, Lucie Lagesse, Raphaëlle Lamusse, Alexandre Mayer,...


Impegnata a costruire la squadra migliore per affrontare le sfide significative della stagione 2026, Caja Rural-Seguros RGA continua a rafforzare la sua squadra con l'arrivo di un corridore che porta solidità, versatilità e una vasta esperienza nelle gare più importanti,...


Wout van Aert è appena rientrato dagli  Stati Uniti, dove  è stato impegnato per un tour promozionale che lo ha visto impegnato sia per Red Bull che per il produttore di bici Cervélo. Il belga negli USA si è rilassato...


Si avvicina l'appuntamento con La Notte degli Oscar, che segna la conclusione ideale della stagione 2025 e traghetta verso una nuova avventura. Di scena ci saranno, come sempre, i migliori atleti dell'anno in ogni categoria: ve ne presentiamo uno al...


Due coppie separate da un solo punto e altre tre coppie pronte a far saltare il banco: la Sei Giorni di Gand continua a regalare grandi emozioni. Il belga Jules Hesters e l’olandese Yoeri Havik continuano la loro corsa di testa,...


Protagonista, soggetto e voce narrante di questa pubblicazione è un sempre giovane GIOVANNI “NINO” CERONI, nato a Imola l’8 aprile 1927, 99 anni la prossima primavera. E questo sito ha, varie volte, avuto motivo di ricordare “l’highlander Ceroni”, tuttora e...


Era lecito aspettarsi questa mossa e dopo aver creato una delle migliori selle in circolazione, ovvero la Nomad FC, arriva per Repente il momento di proporre la Nomad 3D, la versione con imbottitura stampata in 3D. Il marchio ha la sua strategia...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024