GATTI & MISFATTI. COMPLIMENTI ALLA ZIA

TUTTOBICI | 07/02/2025 | 08:15
di Cristiano Gatti

È una di noi, lo resterà per sempre, come tutti quelli che a vario titolo nel bicimondo hanno speso tempo, fatiche, passioni. Lei ci è rimasta tanti anni, si può dire sia entrata ragazzina e ne sia uscita nonna, dico come stagioni della vita, perché non mi risulta abbia nipoti discendenti. Gli stessi suoi ruoli so­no cambiati con le età, tanto che nessuno potrebbe mai ac­cusarla d’essere arrivata in ci­ma saltando molti passaggi e tagliando molte curve, davvero ha battuto alla grande il marciapiede (in senso buono, su, concediamoci ancora un po’ d’autoironia senza finire subito nelle gattabuie del sessismo) e a seguire ha salito tutti i gradini e i gradi del giornalismo televisivo. Parlo chiaramente di Alessandra De Stefano, per me La Zia.


Da qualche tempo ha lasciato del tutto le biciclette e si è trasferita a Parigi per curare la corrispondenza dalla Francia. Ca­sualmente le è ritoccato an­che lo sport, a cominciare dal­le Olimpiadi, ma non è più questo il pascolo che frequenta stabilmente. Ormai fa tut­to: politica, nera, cultura, co­lore. Io la seguo sui Tg e mi sbuca da tutte le parti. Senza farla lunga: sono qui come semplice italiano, come telespettatore medio, a dirle un pubblico, sentito, sincero Bra­va Zia. Ne avesse ancora, la Rai, di corrispondenti come lei.


Quando faceva la ciclista, personalmente non ho mai sopportato la sua deriva retorico-zuccherosa (da qui, La Zia), ma sì, quella visione idilliaca e incantata per cui tutti i ciclisti e tutti i frequentatori del ciclismo sono per definizione santi, martiri, eroi (magari io sono più sfortunato di lei, ma in tanti anni ho incontrato nell’ambiente persone eccezionali e incommensurabili teste di, come peraltro in tutti i campi della vita). Niente di tutto questo, adesso. Nella nuo­va vita, La Zia è una si­gnora giornalista. In pochi me­si ha già seppellito la Bot­te­ri, che per il solo fatto di essere andata su qualche fronte di guerra viene venduta co­me una seconda Fallaci (quello però caso mai è coraggio, o incoscienza, o vanità: non significa grande giornalismo). Tanto la Botteri faceva faccine e gesticolava per caricare le poche cose poverine di cui era capace, tanto La Zia è essenziale, sobria, concreta. Ha il dono della sintesi, della precisione, della sostanza. Non recita, informa. In poche pa­role, fa magnificamente il suo lavoro, senza concedere niente alla fuffa e al narcisismo personale, in netta controtendenza rispetto al telegiornalista tipo, più preoccupato di come apparire che di come informare. Certo, se proprio devo dire, anche alla Zia avrei da avanzare un paio di rilievi, ad esempio la voce troppo bassa per noi sordi di ultima generazione, ma anche un cer­to eccesso di serietà, ai li­miti del funereo (dai Zia, un sorriso ogni tanto, so che puoi farcela, non si ha la grazia di nascere napoletani mica per niente). Ma come si vede so­no rilievi piccoli, banali, marginali. La sostanza resta, e parla di una corrispondente e di una giornalista con i controfiocchi.

Sono i primi dell’anno nuovo, ancora non si corre o si corre poco, non mi è parso vero di scantonare un attimo dall’attualità per dedicare un pensiero a un fatto e a un personaggio laterali. Però attenzione: i complimenti alla Zia non sono poi così estranei al tema. È un modo per dire che il ciclismo, ancora una volta, si conferma formidabile palestra non solo per chi pedala, ma anche per chi scrive e racconta. Non sto qui a fare l’elenco dei giornalisti che hanno inzuppato il biscotto nel settore, ormai è storia e cultura del nostro paese. È solo per dire che uno sport di vera umanità, uno sport fatto anche di storia, architettura, geografia, politica, enogastronomia, arte, ec­cetera, inevitabilmente diventa master ideale per crescere e formare ottimi giornalisti. Almeno quelli che abbiano occhi per vedere e orecchie per sentire, magari sollevando lo sguardo dal pignone e dal watt. La Zia è l'ultimo risultato di questo grandioso laboratorio sociale e professionale. Brava lei a non avere sprecato il suo tempo, ad avere sfruttato l’occasione. Mi viene da dire che lì, a Pa­rigi, abbia davvero trovato il suo posto nel mondo. E noi italiani, una volta tanto, non dobbiamo vergognarci dei corrispondenti che solitamente mandiamo in giro. Con quello che ci costano, tra pa­rentesi.

da tuttoBICI di gennaio


Copyright © TBW
COMMENTI
W la zia
7 febbraio 2025 09:34 Oricris
Ho sempre apprezzato la Zia. Nel ciclismo troppo maschilista era una voce necessaria. Qui in Italia dovremmmo avere più considerazione delle donne. In questi ultimi annni il ciclismo italiano e’tenuto a galla dalle cicliste!


@ bullett
7 febbraio 2025 16:05 Albertone
Infatti. Poi, questo vizio di dare appellativi ( la zia ) alla gente. Nemmeno fossero amici d'infanzia.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Un amore mai sbocciato compiutamente, un rapporto difficile e teso tra Federciclismo e Lega del ciclismo Professionistico, tra il presidente Cordiano Dagnoni e il presidente della Lega Roberto Pella. Silvano Antonelli, uomo misurato e di pensiero, che del ciclismo ha...


Santini Cycling e la squadra World Tour Lidl-Trek annunciano il lancio ufficiale del nuovo kit da gara per il 2026, un progetto che rinnova l’identità visiva della squadra mantenendo salde le sue radici. I colori iconici di Lidl - blu,...


Veronica Ewers ha deciso di dire addio al ciclismo e lo ha fatto pubblicando una lettera intensa e drammatica sul suo profilo Instagram.  «Alcune settimane fa, ho ricevuto i risultati degli esami del sangue che mostravano che i miei livelli...


Protagonista di una importante campagna acquisti che ha portato ad un profondo rinnovamento dell'organico, la Decathlon CMA CGM (la CMA CMG è una compagnia francese di trasporto e spedizione di container. È una delle più grandi compagnie navali a livello mondiale,...


Paolo Savoldelli sarà in studio questa sera a Radiocorsa, in onda alle 20 su Raisport. Con il campione bergamasco si parlerà dei primi ritiri in Spagna, della stagione 2025, di Jonathan Milan, di Giulio Pellizzari, di ‘Regala un Sogno’,...


Tante tappe, un po’ come accade nei Grandi Giri che tanto appassionano noi amanti del ciclismo. La Torcia Olimpica di Milano Cortina sta viaggiando verso il capoluogo lombardo dove il 6 febbraio prossimo è in programma la cerimonia di apertura...


Oggi, giovedì 11 dicembre, viene presentata in tutto il mondo la nuova Factor One,  un modello che ha fatto ampiamente discutere già nel giorno del suo debutto nelle corse al Criterium du Dauphiné 2025, giornata chiusa con uno splendido primo posto...


Nella splendida cornice del Ristorante La Brace di Forcola, sponsor storico della società, si è svolto il tradizionale pranzo sociale del Pedale Senaghese conclusosi con l’attesa lotteria sempre ricca di premi; un appuntamento ormai attesissimo che quest’anno ha assunto un...


Dopo due stagioni in cui ha indossato la maglia iridata, Lotte Kopecky tornerà a correre con i colori sociali e la – rinnovata - maglia della SD Worx Protime. È stata proprio la trentenne belga a presentare la divisa con...


Johan Museeuw parla da un letto d’ospedale, ma il messaggio che ha scelto di affidare ai propri social serve per tranquillizzare i suoi tifosi e gli appassionati di ciclismo e spiegare ciò che gli è successo. Il sessantenne belga, che...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024