CHRISTIAN PIFFER: "SARA WAS RADIANT, UNSTOPPABLE, BEAUTIFUL. NOW WHEN I PEDAL, I THINK OF HER"

INTERVIEW | 03/02/2025 | 08:15
di Francesca Cazzaniga

Ten days after the terrible accident that cost Sara Piffer her life, her brother Christian, an Under 23 rider with Campana Imballaggi who was training with her on that fateful January 24th, has agreed to speak exclusively with Tuttobiciweb.


Christian, have you gotten back on the bike?
"Yes, already last Wednesday. I didn't go out every day, I alternated between rides and rollers because the weather here in Trentino hasn't been the best. When I returned to cycling, I was afraid, especially of the cars I encountered. I didn't do specific training, just a few hours to try to rediscover the right sensations on the bike, with a constant thought of Sara who I miss terribly, you can't imagine how much."


Do you plan to start racing again, or haven't you thought about it yet?
"I should start with San Geo, scheduled for February 22nd, but I don't know if I'll be ready or in condition to race."

With what spirit do you think you'll move forward?
"These are difficult days, extremely difficult. We miss Sara so much. Besides her, I have two other brothers with whom I also share a room at home. Gabriele, the oldest, is from 2001 and Loris, the youngest, is from 2007, but they don't cycle. Gabriele works as a surveyor, Loris studies and practices athletics."

At home, with mom, dad, and your two brothers, what do you think of doing to remember her?
"Every evening we gather in the living room to recite the rosary for Sara. Additionally, we visit her on foot at the cemetery near our home here in Palù di Giovo every day."

What do you remember about that terrible day?
"We had just passed the town center of Mezzocorona and were cycling along Cesare Battisti Street - a secondary and less busy road - towards Mezzolombardo, when we saw a car approaching in the opposite direction and immediately after another vehicle trying to overtake it. It was a matter of moments, of a few seconds: we had the sidewalk on our right, so we couldn't move much. I managed to pass, she didn't. When the vehicle passed us, I thought we had made it, but a moment later I heard a loud bang, turned around, and saw her on the ground. Initially, I didn't think it was so serious, I thought she might have broken something; I went to her immediately and heard her last breaths, saw her fade away before my eyes. Another woman who witnessed the scene ran to help me call for help and my parents. There were also workers in the area who tried to do what they could with me. The rescue arrived after about twenty minutes, and my parents arrived shortly after, but unfortunately, there was nothing more to be done for Sara. When I first called my mom and dad, I only told them we had a bad accident, but as soon as I hung up, I understood the gravity of the situation and called them back to say her heart was no longer beating."

What kind of girl was Sara?
"Beautiful, incredibly talented. She was radiant, never wasted a second of her time, always doing something. She loved drawing, but her great passion was cycling. She was excellent at school, graduated with honors from the Sports Technical Institute, and was very religious. Sara loved animals, especially horses. We had a dog named Kira, to whom she was very attached and continued to write and draw for her since she passed away two years ago. She loved traveling. A trip she would have liked to take? Going to Africa to visit our aunt who is a nun and missionary in Congo."

Did she have a dream related to cycling?
"To become a professional."

Was there anything else she wanted to do?
"Sara had been wanting to bring the community and young people closer to the Church for some time and had recently spoken with the parish priests, but then life took her to heaven."

What was your relationship with her?
"Beautiful, all-encompassing. I was very close to her, as were my brothers. Sara was the one I got along with most because of cycling. We often went out together and spent a lot of time together at school because we went to the same institute. Fate then wanted this bond to break, but she will forever remain with me, with us."

What should institutions do to improve bicycle safety?
"I'm not sure, I think about more severe and therefore stricter rules for respecting cyclists. To drivers, I want to launch an appeal: to overtake cyclists only with an adequate safety distance and when there are proper visibility conditions. I would also like to tell those driving a vehicle to be less rushed, and therefore more calm. Life is one, racing serves no purpose."


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COMMENTI
Forza ragazzo,
3 febbraio 2025 11:19 noel
c'è ancora una gara da vincere 💪😮‍💨

I giornali
3 febbraio 2025 11:51 Bullet
Al suo posto sarei molto più arrabbiato per com'è successo l'incidente però si vede che loro hanno reagito così. Spiace solo che molte testate hanno subito messo nel titolo più che la gravità del gesto dell'automobilista il perdono della famiglia e sicuramente per certi versi ha fatto comodo per non dover parlare dei comportamenti degli automobilisti e rendere tutto meno grave di quella che è invece la realtà a cui si trova di fronte chi va in bici.

Considerazione
3 febbraio 2025 14:34 italia
Niente è una strage, una carneficina continua, il traffico è intensissimo si usa costantemente la macchina per qualsiasi cosa, gli automobilisti sono sempre piu insofferenti … ; ma perché si è arrivati a questa situazione?
Ho fatto una analisi della problematica, anche grazie anche alla mia lunga esperienza in materia, avendo fatto il vigile urbano.
Secondo me la prima causa ipotizzata sono stati i CENTRI COMMERCIALI che hanno prodotto una esplosione del traffico con annessi stress…. Negli anni 50-60-70 i cittadini si spostavano in maniera molto minore, in quanto si viveva in centri abitati che erano quasi totalmente AUTONOMI; infatti c’erano negozi piccoli che vendevano quasi tutto il vendibile, c’erano cinema, scuole anche superiori e addirittura anche gli ospedali nei centri piccoli; oggi chi abita in questi paesi per prendere uno stop non va piu dal ferramenta del paese con spostamento minimo, ma va al BRICO che sta se va bene a 15 km ; faccio un esempio pratico: un mio conoscente e’ andato a fare un lavoro dell’entroterra e avendo finito nella cassetta degli attrezzi uno stop da 4 ha dovuto fare …. 60 (sessanta) km .. per reperire per il suo lavoro … uno stop da muro !!.
Altra causa dell’aumento dl traffico è che è la prima volta nella storia dell’umanità da quando si viveva nelle caverne ad oggi che …I BAMBINI NON GIOCANO NELLE STRADE dove i si spostava poco e si socializzava molto imparando a rispettare il prossimo e confrontandosi con esso; a causa del traffico e dell’insicurezza molti bambini passano il loro freetime nelle palestre a fare i corsi, socializzando poco e ; quindi sono accompagnati dai loro genitori sia all’andata che al ritorno con conseguente stress di guida e tempo e aumento del traffico e del nervosismo; pensate ad una mamma o un papa che porta il figlio alla palestra poi deve fare altre cento cose .. come può vedere un ciclista che lo rallenta.
Per le visite mediche una volta c’erano molti ospedali; oggi c’è la tendenza ad accorpare gli ospedali e conseguenzialmente piu traffico, piu insofferenza ….
In ultimo ho notato questo; quando facevo il vigile urbano il sabato pomeriggio e la domenica il centro cittadino era pieno di persone che per spostarsi facevano qualche centinaio di metri a piedi o in bicicletta; e ci si conosceva socializzava e quindi si imparava a confrontarsi e rispettare il prossimo. Oggi le persone nelle piazze ad eccezione di eventi sono poche; dove si passa le festività? Nei centri commerciali dove non si socializza e non ci si confronta e per arrivarci si prende la macchina con conseguente inquinamento, stress…
Questa è la mia opinone: che cosa si puo fare? Si possono fare tante piccole cose che fatte contestualmente e sommate possono RIDURRE il problema della sicurezza: però secondo me, la dirigenza del ciclismo non è in sintonia con i tempi della società attuale.
L’altro giorno ho fatto un post sulla sicurezza, che non risolve ma attenua il problema, indicando la via della costituzione di parte civile negli atti giudiziari riguardanti danni ai ciclisti, passato totalmente inosservato (avranno le loro ragioni). In parole povere considerando i ciclisti purtroppo, defunti , danneggiati … si lasciano nei depositi delle assicurazioni circa 150 milioni di euro all’anno di potenziali risarcimenti; probabilmente avranno le loro ragioni che io non conosco, ma spero che con queste teste pensanti rivolte al passato che non c’è piu, il ciclismo in futuro abbia una importanza perlomeno uguale a quella che ha oggi il “sofball”
Faccio presente che le asserzioni sono espressione del diritto di critica, e mi scuso anticipatamente se qualcuno leggendo il post si senta offeso.
Un pensiero a Sara Piffer che pedali nelle celestiali e serene strade del paradiso
Saluti a chi legge

@italia
3 febbraio 2025 15:21 Bullet
Secondo me invece quanto scritto nel primo commento sul costituirsi parte civile ha dato il là all'articolo dell'avvocato Alessi che è uscito il giorno dopo, quindi non è passato del tutto inosservato. Le abitudini ormai son quelle, leggevo un giorno in un commento su un sito di un signore che va al lavoro in bicicletta e diceva che i rischi maggiori non li corre, come tutti penserebbero, al mattino col traffico di chi va al lavoro o si sposta per lavoro ma alle 5 di pomeriggio quando tutte le mamme fanno le corse per andare a prendere i figli a scuola...ergo non c'è molto da aggiungere direi.

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