SARONNI E MOSER (MORENO), NIBALI, POZZATO E BASTIANELLI: 5 CAMPIONI PER LE CLASSICHE DI PRIMAVERA RCS

EVENTI | 15/02/2024 | 12:46
di Nicolò Vallone

"Tengo cuore italiano" diceva il francese Gerard Depardieu in uno spot televisivo di ambito culinario qualche primavera fa. A proposito di... primavera, è una frase che ben si addice a Credit Agricole, che nella propria storia ha pure sponsorizzato, a inizio anni Duemila, la più longeva squadra del ciclismo mondiale (la ex Peugeot) per poi guardare al di qua delle Alpi: oltre ad avere un rapporto ormai consolidato con la Nazionale italiana di rugby, dall'anno scorso è il main partner di RCS Sport per quanto riguarda classiche e non solo.


Il binomio Credit Agricole - classiche RCS è stato messo ben in evidenza stamattina nel Village milanese dell'istituto bancario francese, dove Giampiero Maioli, responsabile per l'Italia di CA, ha ospitato il patron di RCS Urbano Cairo e un pokerissimo di campioni che hanno raccontato a modo loro le classiche di primavera.


Immancabili e doverosi i saluti di rito. Maioli: «Questo è il primo Village che abbiamo creato in Italia per le start-up e ci stiamo espandendo pure verso il Sud. Sono appassionato di ciclismo di lunga data e, oltre alle note sponsorizzazioni di squadre, menzionerei la maglia gialla tramite Credit Lyonnais. Quando parlo agli amici di Sanremo e Lombardia (e spero che la Strade Bianche diventi una monumento, se lo meriterebbe per il grado di epicità che presenta e che incrementa di continuo) si emozionano ogni volta. In ogni caso, tengo a ribadire con orgoglio che non si vive di solo calcio e credo molto nel potenziale del ciclismo presso le nuove generazioni: bisogna saper comunicare questo sport nel modo giusto. Bisogna capire che il mondo sta abbracciando la mobilità sostenibile e il ciclismo è lo sport per eccellenza in tal senso, vista anche la sua penetrazione tra persone e luoghi. La Sanremo poi permette, con il giusto sforzo, di coinvolgere un po' la vicina Francia: è un brand dal grosso potenziale, dovremmo prendere spunto da Paesi come la stessa Francia o anche la Spagna. L'ingresso della cultura del territorio pure nei media è già un bel passo che abbiamo compiuto, noi siamo il più grande gruppo bancario di singoli territori al mondo e crediamo fortemente di dover valorizzare ciò che abbiamo!»*

Cairo: «Ci tenevo tantissimo che Credit Agricole sponsorizzasse le nostre grandi classiche e siamo solo all'inizio. La Milano-Sanremo è la più lunga corsa da un giorno e abbiamo qui fior di uomini che l'hanno vinta. Il ciclismo sta appassionando sempre più la gente e anche me e il mio staff. La Strade Bianche poi mi rende particolarmente orgoglioso, sarebbe bello diventasse una monumento ma già così è bellissima e fin da subito ha avuto una presa incredibile sull'immaginario della gente. Da 18 anni assistiamo a una fatica enorme da parte degli atleti partecipanti. Mentre da quest'anno assistiamo alla partenza della Sanremo da Pavia, alla quale mi preme andare.»

Parola poi ai 5 ex corridori:

MARTA BASTIANELLI [QUI la nostra intervista dopo l'evento] - «Ho corso 7 volte la Strade Bianche, rappresenta il nostro Paese in maniera affascinante e piace molto a tutto il mondo. La particolarità del circuito finale introdotta quest'anno potrà intrattenere al meglio il pubblico, che vedrà il passaggio dei corridori più volte. Questo coinvolgimento degli appassionati significa avvicinarsi al modello delle classiche del Nord. Per noi donne, soprattutto per le giovani, nei primi anni c'era quasi timore nel misurarsi con questa corsa, ma negli anni coi passi da gigante che sta facendo il movimento ogni timore lascia spazio all'entusiasmo. La Tirreno-Adriatico purtroppo non ha la versione femminile, ma ricordo da bambina quando la vedevo passare e valorizzava peraltro scenari e paesi che solitamente sono meno gratificati e conosciuti. Certo, sarebbe carino metterla in calendario e rimettere la Milano-Sanremo...»

MORENO MOSER - «La variazione del percorso sarà un grande plus per la Strade Bianche, dopo tanti anni questa gara può permettersi di raggiungere i 200 chilometri: RCS ha fatto benissimo ad attendere per questo aumento di chilometraggio, l'ha adottato quando la Strade Bianche si è "meritata" un certo status. Tolfe e Colle Pinzuto fatti due volte la renderanno ancora più spettacolare! Il giorno in cui la vinsi fui un outsider ben aiutato da un campione come Sagan che mi protesse da Cancellara, anche se col direttore sportivo Scirea avevamo pensato che io avrei potuto anticipare sfruttando la marcatura a uomo degli avversari su Peter. Della Milano-Sanremo ho visto invece tante volte il video della vittoria di Pozzato, quando mi ci trovai io sentii tutto il peso di qualcosa di davvero tanto grande.»

VINCENZO NIBALI - «La Strade Bianche è una gara meravigliosa che ho sempre voluto correre per il palcoscenico degli sterrati e di piazza del Campo, pur non essendo adattissima alle mie caratteristiche e collocandosi in un momento della stagione ancora "prematuro" rispetto a quelli che per me erano i grossi obiettivi stagionali. Fu bello osservare dalla tv nel 2013 Moreno vincerla in quel modo, e oggi che è passato oltre un decennio la vediamo con un percorso modificato per esaltare ulteriormente i corridori. Per quanto riguarda la Tirreno-Adriatico, a parte l'eccezionale trofeo del tridente che merità già da solo di cercar di conquistarlo, un tempo era troppo lontana dal Giro d'Italia per pensare di arrivarci in gran forma, mentre con le metodologie di allenamento attuali può essere affrontata meglio in altra maniera. A volte è come correre la Liegi! La Milano-Torino l'ho corsa più volte, non l'ho mai vinta ma vinsi una... Milano-Torino quando valeva come campionato italiano nel 2015. La Milano-Sanremo invece l'ho vinta, con la pioggia e con il freddo oltretutto, quando non vedemmo il sole fino alla riviera ligure: ero sereno in quanto battitore libero per Colbrelli, ma sull'ultima salita trovai la chance giusta per provarci. Fu una bella azione e i miei compagni furono splendidi nel coprirmi. L'ho vinta quando ormai avevo messo da parte il sogno di riuscirci, l'emozione che provai e l'onda mediatica che mi travolse fu l'equivalente di una vittoria in un grande giro.»

PIPPO POZZATO - «La Strade Bianche è la corsa più spettacolare al mondo perché riproduce l'epoca antica nell'era contemporanea. La Tirreno-Adriatico ha anch'essa aumentato il tasso di spettacolarità con l'introduzione di diverse salite che ne hanno aumentato la difficoltà. La Sanremo è la monumento che dà teoricamente più possibilità a tutti alla partenza, ma forse anche per questo poi è difficile prevalere sugli altri. Me ne innamorai quando da piccolo la vidi in tv alla festa di compleanno di una mia compagna di scuola, mi sono piazzato tante volte e purtroppo l'ho vinta solo una volta.»

BEPPE SARONNI - «La Strade Bianche ai miei tempi non esisteva, di sicuro questi strappi quando stavo bene mi avrebbero esaltato. Non so se avrei potuto battere Moreno Moser, ma Francesco decisamente sì (ride, ndr). La Tirreno-Adriatico, che ho vinto nel 1978 e nell'82, mi si addiceva particolarmente. In generale le gare di primavera sono fondamentali sia come verifica della preparazione invernale sia come preparazione in vista della Sanremo. Non dimentichiamo anche che ho avuto il piacere di vincere la Milano-Torino quando fu introdotta Superga, mentre prima venivo battuto dai velocisti: ai miei tempi quella era una classicissima. Che dire infine della Milano-Sanremo, che ho vinto con grande gioia con la maglia iridata? Lo spunto e la gamba nel momento giusto sono il fattore decisivo, ieri e oggi. Francesco Moser la vinse l'anno dopo, ma la maglia di campione del Mondo mica ce l'aveva...»

Penultimo ma non meno importante,l'organizzatore RCS Mauro Vegni: «Sono particolarmente legato alla Tirreno-Adriatico perché ciclisticamente nasco nel Centro Italia come Marta, e citando invece Saronni mi piace ricordare storicamente la partecipazione di corridori di alto calibro che la utilizzavano e la utilizzano come ottima preparazione alla Milano-Sanremo: vedendola cercavamo di capire chi avrebbe pochi giorni dopo potuto conquistare la Sanremo.»

Ultimo ma non meno importante, il direttore della Gazzetta dello Sport Stefano Barigelli: «Rimaniamo il giornale del ciclismo senza nulla da invidiare all'Equipe o Marca. Cerchiamo di far percepire allo spettatore l'epicità che il ciclismo sta perdendo. Come Gazzetta mi piacerebbe riuscisse un italiano a vincere soprattutto la Sanremo, con cui il rapporto dei nostri corridori è spesso controverso. Speriamo arrivi un nuovo Nibali...»

 

Da Credit Agricole riportiamo inoltre questa nota sul loro impegno per il ciclismo:
«Lo stretto legame con il ciclismo emerge anche nei valori che accomunano questa grande passione sportiva italiana e il nostro Gruppo: l’inclusione e il coinvolgimento, l’attenzione all’ambiente e la mobilità sostenibile. Uno sport che dà la possibilità a tutti di mettersi alla prova sulle stesse strade su cui si sfidano i campioni, vantando poi tra i suoi spettatori un forte impegno sul fronte della sostenibilità. Un impegno che coinvolge da vicino anche Crédit Agricole e che si riflette nel suo operato attraverso l’integrazione sistematica del rischio climatico nelle strategie di finanziamento e investimento; il ruolo sempre più significativo nel finanziamento di progetti per la produzione di energie rinnovabili; l’accompagnamento dei clienti nella transizione verso un’economia sempre più rispettosa dell’ambiente e della società.

La bicicletta poi, oltre a rappresentare simbolicamente il mezzo che si pone a contrasto della crisi climatica, ha guadagnato nel tempo anche una crescente spinta verso l’innovazione, un altro dei valori trainanti della strategia di Crédit Agricole Italia. Anche il Gruppo ha infatti implementato nel tempo servizi innovativi in grado di garantire ai suoi clienti una completa operatività omnicanale (il 60% dei clienti opera attivamente attraverso i Canali Digitali, con circa l’87% delle transazioni effettuate in digitale). La stessa acquisizione digitale sostiene poi l’ingresso di nuovi clienti, arrivando a generare oltre il 35% del totale Gruppo. In particolare, l’App registra livelli di utilizzo in costante aumento e si conferma il canale preferito dai clienti.»

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COMMENTI
Il direttore della Gazzetta conferma di non amare il ciclismo
15 febbraio 2024 20:01 marco1970
Il direttore Barigelli afferma" cerchiamo di far percepire allo spettatore l'epicità che il ciclismo sta perdendo..."è la confessione che a lui il ciclismo non piace e quindi ha ridotto di molto lo spazio che la Gazzetta dedicava al ciclismo.Questo sport conserva intatto la sua epica.Le battaglie di Pogacar e Vincegard al Tour sono epiche,i due Lombardia vinti da Pogacar con fughe da lontano sono epiche.Sono epiche anche le imprese pazze4 di Van Aert anche quando non gli fruttano la vittoria.Mi dispiace direttore Barigelli ma Lei si sbaglia e restituisca spazio al ciclismo .Prenda ad esempio il grandse Candido Cannavò.

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